McDonald’s, stop licenza: salta il fast food al Pantheon

 

Un nuovo alt al trasferimento della licenza comprata da McDonald’s per aprire un grande fast food davanti al Pantheon.

La lettera che blocca per ora l’operazione è arrivata giovedì al quartier generale della società dall’Ufficio Commercio del I Municipio guidato dalla presidente dem Sabrina Alfonsi.

Con dentro elencati tutti i motivi “ostativi”, sia di tipo edilizio che amministrativo, al passaggio dell’autorizzazione alla somministrazione.

Ed ora la multinazionale americana, come da legge, ha dieci giorni di tempo per le sue repliche ed osservazioni.

Tra le ragioni del no al trasferimento c’è in particolare il fatto che la sostituzione degli infissi esterni e delle insegne, sebbene non ancora realizzata, non ha ancora avuto il parere della Soprintendenza, che con una nota del 17 luglio ha sospeso i termini per la richiesta di integrazioni, mentre non è stata presentata al Municipio alcuna variante alle opere.

Inoltre c’è la questione della parte terminale della canna fumaria che, come è risultato dai due blitz dei vigili del I Gruppo del comandante Maurizio Maggi e dell’ufficio tecnico del Municipio, è stata realizzata in modo difforme dal parere della Soprintendenza e violando i vincoli della legge di tutela del 1950.

E poi ci sono i problemi di carattere amministrativo, che riguardano soprattutto l’ampliamento della superficie dell’attività.

Infatti la McDonald’s ha comprato, sembra per un milione e duecentomila euro, da un bar gelateria al numero 64 di piazza della Rotonda, un locale di soli 34 metri quadrati, una licenza che vuole ora trasferire in spazi molto più grandi, ben 440 metri quadrati, al numero 1 della stessa piazza, a pochi metri dal pronao del Pantheon.

Così è arrivato un nuovo, e probabilmente decisivo, stop all’apertura del fast food.

Sempre giovedì la multinazionale era stata costretta, dopo la denuncia di Repubblica e le proteste degli abitanti, a smontare il comignolo della canna fumaria di acciaio abbagliante che era spuntato agli inizi di agosto sui tetti del palazzo davanti al monumento e che impattava lo skyline di Roma vicino alla cupola di Sant’Ivo alla Sapienza del Borromini.

La Soprintendenza invece aveva approvato un progetto che prevedeva una “mitizzazione visiva”, utilizzando per l’ultimo tratto dell’acciaio corten trattato in modo da farlo ossidare facendogli assumere un color ruggine, compatibile con gli antichi tetti di Roma.

Ad iniziare la campagna contro l’apertura del fast food di fronte al Pantheon era stata l’Associazione degli abitanti del centro storico, con una lettera- appello al ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli e alla sindaca Virginia Raggi.

E questo dopo il tentativo simile che si era verificato nel parco di un vivaio a Caracalla, sventato, anche qui dopo un’inchiesta di Repubblica, con l’intervento del Mibac.

Egregio Ministro, vista la sua attenzione alla vicenda del fast food a Caracalla – avevano scritto – riteniamo molto grave che ciò possa avvenire anche al Pantheon.

Per compensare lo stop di Caracalla sarà dato il via libera al Pantheon?

Sarebbe una violazione di delibere e regolamenti comunali“.

Non solo. La presidente dell’associazione, Viviana Piccirilli Di Capua, aveva ricordato che, “il McDonald’s che aveva aperto negli anni scorsi nella piazza aveva dovuto chiudere anche per gli odori della cucina che arrivavano fin dentro il monumento“.

E alla sindaca Raggi: “Ci sembra di avvertire una timidezza nell’affrontare questo caso in un’area super vincolata, monumentale e sito Unesco e ci preoccupa il timore nel gestirlo”.

“Il problema licenza è il vero nodo – aveva aggiunto – Il bar gelateria è aperto.

Quindi che licenza è stata venduta?

O quel locale aveva una doppia licenza?

E di che tipo?“.

 

(Articolo di Paolo Boccacci ed Arianna Di Cori, pubblicato con questo titolo il 31 agosto 2019 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)

 

 

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