Clima e fine vita, avanti i temi etici indietro la politica

 

Una ricerca dell’Università La Sapienza condotta insieme all’Eurispes mette in evidenza un piccolo, importante sorpasso: nell’ultima settimana di settembre i temi etici hanno superato quelli politici.

Clima, Greta, le manifestazioni del terzo Fridays for future con le dichiarazioni green del governo, ma anche il fine vita hanno avuto per giorni i titoli di quasi tutti i telegiornali e ne hanno caratterizzato le edizioni.

Una gran bella notizia se guardiamo alle ultime tabelle Agcom di agosto sul pluralismo sociale dei nostri telegiornali, che se non fosse l’Authority a diffonderli ci sarebbe da dubitarne.

Nei tg pubblici la politica si è mangiata l’87% del tempo di parola e il 98% di quello di notizia, ma anche a Mediaset, a La7 e a Sky è successo altrettanto se non peggio: a testimonianza di una anomalia che non riguarda solo il comparto pubblico della nostra televisione ma che investe dalle fondamenta tutto il sistema dell’informazione via etere.

Il Tg5 ad agosto ha riservato il 97% del tempo di parola e il 98% di quello di notizia alla politica.

Sulla stessa linea il TgLa7 di Mentana, che pure all’inizio della sua carriera di direttore si era distinto per una maggiore attenzione alla cronaca, dove la politica si appropria del 92% del tempo di parola e di oltre il 98% del tempo di notizia.

Ma è Sky, insieme a La7 forse la tv commerciale per eccellenza, che più ama il teatrino politico nazionale dedicando la cifra veramente spropositata del 70% dei suoi contenuti ai partiti e ai suoi esponenti, mentre un altro 29% lo riserva agli organi costituzionali, all’Unione europea, alle amministrazioni locali: insomma un 99% dedicato alla politica, un vero record per la rete di Murdoch.

E dire che c’è chi parla ancora della privatizzazione della Rai senza tenere conto di un sistema malato e senza regole che una privatizzazione dell’azienda pubblica finirebbe per peggiorare ulteriormente.

Qualcuno dirà che i dati di agosto sono viziati dalla crisi di governo.

Bene, si vada a vedere le tabelle sul pluralismo sociale di gennaio, le ultime disponibili, o quelle degli anni trascorsi, e ci si accorge che i numeri mutano di pochissimo.

(Articolo di Giandomenico Crapis, pubblicato con questo titolo il 9 ottobre 2019 sul sito online del quotidiano “il manifesto”)

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