La Russia istituisce la riserva naturale Dvinsko-Pinezhsky

 

Il governo della regione di Arkhangelsk, nel nordovest della Russia ha istituito la Riserva regionale del paesaggio di Dvina-Pinega, si tratta del coronamento di oltre 20 anni di campagne portate avanti da Greenpeace, Wwf e altre associazioni ambientaliste.

Con i suoi 300.000 ettari, la superficie del Belgio, la riserva naturale Dvinsko-Pinezhsky diventa uno dei più grandi Parchi del Paese e protegge una delle ultime foreste boreali intatte d’Europa, che si estende tra i fiumi Dvina settentrionale e Pinega, nel territorio dei distretti di Vinogradovsky, Verkhnetoemsky, Pinezhsky e Kholmogorsky.

Il Wwf Russia sottolinea che «queste foreste stanno rapidamente scomparendo e gli esperti stimano che, se non venissero protette, la Russia potrebbe perderle tutte in circa 80 anni. 

Le foreste intatte sono fondamentali per mantenere l’equilibrio ecologico della regione in quanto regolano il clima, assorbono i gas serra e rilasciano ossigeno, proteggono i corsi d’acqua principali e ospitano molti animali, piante e specie, tra cui le renne selvatiche che sono incluse nella Lista Rossa».

Circa il 60 per cento della Grande Foresta del Nord (950 milioni di ettari) si trova proprio in Russia, dove però le blande leggi forestali permettono la frammentazione o la radicale trasformazione delle foreste, spingendo le aziende del settore del legno e della carta a spostare la loro attenzione verso le foreste vergini, che scientificamente vengono chiamate Paesaggi forestali intatti.

Annunciando l’istituzione dell’area protetta, il governatore della regione di Arkhangelsk. Igor Orlov, ha detto: «Oggi è un giorno di fondamentale importanza, quello in cui prendiamo una decisione equilibrata per istituire la riserva naturale Dvina-Pinega a cui collaboriamo da molti anni.

Ringrazio tutti coloro che hanno preso parte ai lavori – WWf Russia, Greenpeace, che hanno dimostrato perseveranza che ci hanno aiutato a raggiungere una decisione di compromesso.

Ringraziamo molto le aziende forestali che sono consapevoli dell’importanza di questo lavoro.

È fondamentale che oggi tutti i partecipanti a questo processo comprendano che solo unendo le forze possiamo fare tutto il necessario per garantire che il sistema naturale sopravviva e svolga la sua funzione più importante nel preservare la diversità unica della natura che abbiamo ereditato».

Andrey Shchegolev, direttore del programma forestale del Wwf Russia, spiega che «una parte importante di questo processo comprendeva l’organizzazione del Wwf Russia, spedizioni interdisciplinari, un progetto di verifica ecologica ed economica dell’istituzione della riserva.

Sono stati realizzati negoziati con le aziende del legname locali che si sono rivelati la fase più difficile, in quanto il territorio della futura riserva è stato affittato da sette compagnie regionali.

Con la difficile e lunga perimetrazione delle frontiere, l’area della riserva è diminuita da 500.000 a 300.000 ettari, ma siamo riusciti a trovare una soluzione di compromesso che consentirà alle aziende locali presenti nell’area di continuare le loro attività, preservando allo stesso tempo i posti di lavoro per la gente del posto e proteggendo dal disboscamento la parte più ecologicamente preziosa della foresta intatta.

L’istituzione della riserva può essere definita un evento storico.

E per il WWF-Russia, che quest’anno celebra il suo 25esimo anniversario, è il miglior regalo che avremmo potuto chiedere».

E’ molto soddisfatta anche Martina Borghi, campagna Foreste di Greenpeace Italia, che sottolinea: «Dopo decenni di campagne, quest’area della Grande Foresta del Nord sarà finalmente protetta, per il bene delle generazioni future e del Pianeta.

Gli alberi, le piante e il suolo dell’ecosistema forestale boreale rappresentano il più grande deposito terrestre di carbonio: proteggere la Grande Foresta del Nord è essenziale per proteggere il clima del Pianeta.

Originariamente, il Paesaggio forestale intatto della Foresta Dvinsky si estendeva per oltre 1 milione e 500 mila ettari: oggi, a causa della deforestazione legata alla produzione di legno e carta, ne rimangono solo 700 mila.

La nuova riserva naturale ne protegge poco meno della metà, resta quindi ancora molto da fare».

Greenpeace ricorda che «nonostante il ruolo fondamentale della biodiversità nella conservazione della vita sul Pianeta, il prevalere degli interessi economici ha portato a un tale sfruttamento delle risorse naturali che ora rischiano conseguenze irreversibili.

Dal 1961, la produzione di polpa di legno e cellulosa è quasi triplicata in tutto il mondo, a scapito delle foreste.

Oggi, il mercato degli imballaggi a base di carta e quello dei prodotti in carta monouso continua a crescere, insieme a quello dei capi d’abbigliamento realizzati con filati derivati dalla polpa di legno, come la viscosa».  

Per questo Greenpeace chiede ai governi di «agire per fermare la deforestazione a livello globale e alle aziende che operano nel settore della carta e del legname di non acquistare carta, legname e derivati da aziende che non siano in grado di garantire la totale tracciabilità della catena di produzione e approvvigionamento, evitando così di rifornirsi da aziende che minacciano i Paesaggi forestali intatti e le Foreste con alto valore di conservazione».

Il direttore di FSC Russia, Nikolay Shmatkov , è fiducioso: «Il fruttuoso dialogo tra le organizzazioni ambientaliste e le aziende per la creazione della Riserva Dvina-Pinega e per la conservazione della taiga settentrionale unica è stato reso possibile grazie alla certificazione forestale volontaria dell’FSC. 

Nell’ambito dell’attuazione dello standard di certificazione, le aziende del legname devono tenere conto dell’opinione delle organizzazioni ambientaliste, degli scienziati e conservare gli ecosistemi forestali intatti. 

Per noi, la decisione di creare una riserva è anche un passo importante sulla strada per concordare un meccanismo per la gestione delle risorse naturali di valore ambientale nell’ambito della certificazione FSC in tutto il Paese».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 9 ottobre 2019 sul sito online “greenreport.it”)

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