Modena. Sara e i paladini dell’ambiente «Liberiamo la città dai rifiuti»

 

Acido muriatico.

Bottiglie.

Cemento a sacchi.

Detriti.

In rigoroso ordine alfabetico e l’Abc del degrado potrebbe andare avanti.

Siamo in via Stradella.

In una struttura abbandonata in cui un gruppo di modenesi ha raccolto oltre 50 sacchi di rifiuti.

Il gruppo si chiama Modena Pulita ed è nato per prendere posizione.

«Ci siamo guardati intorno – racconta Sara Giovanardi, co-fondatrice – e ci siamo accorti che le strade sono veramente sporche. A quel punto ci siamo detti che dobbiamo essere noi i primi a fare qualcosa».
Il degrado ai loro occhi è come un episodio di bullismo.

Non basta condannare a parole un atto violento contro una persona da chi bullizza o contro la natura da chi inquina.

Fare le foto, stare a guardare non sono atteggiamenti che fanno per loro.

«È completamente sbagliato buttare un rifiuto a terra – riprende Giovanardi – ma lo è anche pensare “tanto sono dell’altra parte di Modena” e andare avanti.

Il mondo è uno e serve senso civico».

Tale spirito ha guidato Sara, Dyron Lopez, Sara Vecchi, Giulia Passera e Matteo Caccetta a unirsi sotto la bandiera di Modena Pulita.

«Spesso vengono ad aiutarci persone che hanno già un’impronta e una spinta per fare qualcosa per l’ambiente – sottolinea Lopez – ma ne servirebbero di più».

Il gruppo ha mosso i primi passi ad agosto.

Pressoché ogni settimana sceglie un luogo in cui concentrare gli sforzi ecologici per almeno novanta minuti.

Dal parco Ferrari sono passati per esempio alla struttura abbandonata nella zona Villa Igea e non intendono fermarsi.

Guanti e sacchetti alla mano, riempiono sacchi senza svuotarsi della passione che li alimenta dall’interno.

Dai cinque di partenza sono diventati dodici nell’ultima spedizione.

Tra loro Matteo Cimitan, il giovane modenese messosi in evidenza d’estate per la pulizia al Lido Volano ferrarese.

«A inizio settembre ero stato dalle parti di Villa Igea per le riprese di un cortometraggio sulla presenza dei rifiuti – spiega Cimitan – e abbiamo iniziato a pulire un po’. In seguito ci siamo accorti che c’era tantissima roba».

Cimitan è entrato in contatto con Modena Pulita e ha compreso di condividere lo spirito della missione: «Non possiamo semplicemente dire “che schifo”, bisogna agire», riconosce il giovane.

Così è stata organizzata l’uscita per pulire dalle parti della struttura abbandonata.

Il quadro tracciato da Cimitan è eloquente. «C’erano bottiglie, coperte e tantissimi rifiuti – prosegue il giovane – perché le condizioni igieniche sono veramente molto brutte.

Ci saranno stati rifiuti di un anno, portati da senzatetto.

C’era una trentina di sacchi appoggiati tra pallet e mattoni.

Il mese scorso devono essere stati deposti sacchi di cemento e abbiamo pensato che si potesse trattare di un’azienda.

All’esterno sono stati posizionati blocchi di cemento, forse per evitare ingressi di furgoni di ditte.

C’erano oggetti di senzatetto datati; coperte; alimenti e imballaggi; radio; elettrodomestici; pneumatici».

Così i volontari si sono rimboccati le maniche e hanno raccolto più di mezzo centinaio di sacchi di rifiuti, separati per tipologia.

«I rifiuti veri e propri li abbiamo smistati in due bidoni dell’indifferenziata – aggiunge Cimitan – mentre con gli altri abbiamo riempito un contenitore per ogni tipologia».

Il gruppo ha iniziato a muoversi anche sui social, puntando a crescere come presenze e legami.

«Il nostro obiettivo è fare sempre più uscite – ribadisce Giovanardi – e sensibilizzare sempre più persone. Non abbiamo ancora partecipato agli scioperi globali del Fridays For Future, ma pensiamo di unirci a quel movimento».

«Possiamo continuare a spargere la voce – le fa eco Lopez – perché più persone siamo meglio è. Magari se le persone sanno che un gruppo giovane si prende cura dell’ambiente ci pensano due volte prima di sporcare il pianeta».

 

(Articolo di Gabriele Farina, pubblicato con questo titolo il 14 ottobre 2019 su la “Gazzetta di Modena”)

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