Il Consiglio di Stato autorizza la caccia in Puglia ma con limitazioni per le specie protette

 

C’è il via libera alla stagione venatoria in Puglia, ma ancora con restrizioni nei confronti di alcune specie.

È l’ultima puntata della querelle giudiziaria che vede contrapposti la Regione Puglia e l’associazione Verdi, Ambiente e Società.

A tornare sulla questione sono i giudici del Consiglio di Stato: il 18 ottobre la Terza Sezione del tribunale amministrativo di secondo grado ha accolto il ricorso presentato dai Vas contro il nuovo calendario venatorio pubblicato dalla Regione Puglia in seguito alla bocciatura del primo regolamento (pubblicato con delibera regionale 1560 del 26 agosto scorso).

Il primo no era arrivato il 4 ottobre scorso: il Consiglio di Stato aveva riscontrato la mancata formalizzazione del calendario al parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

Parere obbligatorio, ma non vincolante per legge, “a cui la Regione – scriveva la onlus nel primo ricorso – non ha ritenuto adeguarsi, senza peraltro motivare tale mancato integrato ricevimento“.

Provvedimento che di fatto aveva bloccato i cacciatori, per cui dalla Regione era arrivato una riforma ‘provvisoria’ del calendario in attesa della nuova riunione del Consiglio di Stato sul tema prevista il 24 ottobre.

Anche su questa, però, la storia si è ripetuta: il Vas ha chiesto il 14 ottobre scorso una sospensiva del calendario al Tar Puglia, che non è però stata accolta: “Il Presidente del Tar di Bari – I sez. – con decreto n. 405/2019, non ha concesso la sospensione – ha spiegato in una nota la Regione – e ha fissato l’udienza collegiale di discussione dell’istanza cautelare per il giorno 23 ottobre“.

Nel frattempo è intervenuto però il Consiglio di Stato, trovando nuove irregolarità per la mancata conformità al parere dell’Ispra, ma questa volta solo per alcune specie.

I giudici hanno così fissato i limiti temporali per i singoli esemplari: il Moriglione, la Pavoncella, il Tordo Bottaccio, la Cesena e il Tordo Sassello, ad esempio, non si potranno cacciare entro il 19 gennaio prossimo, mentre per il Beccaccino i cacciatori dovranno attendere il 29 dicembre.

Le limitazioni toccano poi le specie della Beccaccia, del Fagiano, della Cornacchia grigia, della Gazza, della Ghiandaia, dell’Alzavola, della Canapiglia, del Codone, della Folaga, del Germano Reale e del Porciglione.

Aggiungendo poi che “la chiusura posticipata della stagioni venatoria può essere autorizzata nei giorni 1, 2, 5, 8 e 9 febbraio 2020 unicamente per le specie cacciabili Cornacchia Grigia, Gazza, Ghiandaia e Colombaccio” si legge nel provvedimento.

Il tutto in attesa della nuova deliberazione del Tar Puglia sul calendario modificato, in programma a fine ottobre.

 

(Articolo di Natale Cassano, pubblicato con questo titolo il 18 ottobre 2019 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)

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