L’altra crisi che può estinguerci: la contaminazione da sostanze tossiche

 

Oltre alle minacce esistenziali del cambiamento climatico e della sesta estinzione di massa della biodiversità, l’umanità si trova ad affrontare un’altra crisi insidiosa quanto sottovalutata e che potrebbe portarci all’estinzione: l’intossicazione del nostro pianeta e dei nostri corpi.

E’ l’allarme lanciato all’Assemblea generale dell’Onu dal turco/statunitense Baskut Tuncak, nominato relatore speciale sulle implicazioni per i diritti umani della gestione e dello smaltimento ecologicamente corretti di sostanze e rifiuti pericolosi (relatore speciale sui tossici) nel 2014 e il cui mandato è stato rinnovato nel settembre 2017 per 3 anni.

Tuncak ha sottolineato che «la nostra incessante esposizione all’inquinamento e ad altre fonti di sostanze tossiche rappresenta una minaccia globale per i diritti umani, incluso il nostro diritto alla salute riproduttiva» e ha aggiunto che «quando si guarda attraverso la lente della salute riproduttiva e infantile, l’importanza e la gravità della prevenzione dell’esposizione a sostanze tossiche fin dai primi anni di vita so acutizza di molto.

La diminuzione delle fertilità, compresa la diminuzione della qualità e della quantità di sperma, è solo una delle molte tendenze preoccupanti per la salute legate all’esposizione tossica che persiste perché gli Stati non hanno dato realmente priorità alla prevenzione dell’esposizione».

Tuncak ha ricordato che «tutti gli Stati hanno obblighi vincolanti per i diritti umani che comportano il dovere di prendere decisioni attive per evitare l’esposizione a sostanze nocive degli individui e delle comunità alle sostanze tossiche.

Tuttavia, le persone e i popoli vengono consapevolmente esposti a una moltitudine di sostanze pericolose che potrebbero essere loro evitate.

La cura e il rimedio, nella misura limitata in cui si materializzano, sono spesso insufficienti e arrivano troppo tardi per coloro che sono esposti.

Nel contesto dei diritti alla vita, alla salute, alla dignità e all’integrità fisica, gli Stati hanno il dovere di evitare l’esposizione alle tossine.

E’ sempre più dimostrato che i cosiddetti livelli di esposizione sicuri per molte sostanze tossiche sono semplicemente presunti mentre per molte altre non esistono».

Il relatore speciale sui tossici ha avvertito che «esiste il pericolo che i diritti umani all’acqua potabile sicura, al cibo e ad abitazioni adeguate, all’aria pulita e a un ambiente sano e a un lavoro sicuro e salutare, tra gli altri, siano una falsa promessa e non si realizzeranno senza sforzi concertati per rendere la prevenzione dell’esposizione una priorità urgente.

Questo cocktail di inquinamento tossico è calcolato in modo conservativo come la più grande fonte di morte prematura al mondo.

Questo cocktail è la causa e, allo stesso tempo, contribuisce a una pandemia silenziosa di malattie e disabilità.

Non possiamo più guardare al problema sostanza per sostanza, ma dobbiamo affrontare l’effetto combinato di una moltitudine di esposizioni croniche, in particolare quelle dei più vulnerabili, come bambini, lavoratori, i diversi generi e le persone che vivono in povertà».

Concludendo, tra le altre preoccupazioni attuali legate a una moltitudine di impatti negativi sulla salute. il relatore dell’Onu ha parlato di «seri esempi di inazione di fronte a pressanti sfide globali, come il ciclo di vita dell’inquinamento da plastica, i pesticidi pericolosi, l’inquinamento atmosferico, i prodotti chimici nei prodotti di consumo la cui sicurezza non è stata verificata e l’inquinamento da metalli pesanti negli alimenti e nell’acqua.

Mentre le esposizioni tossiche erodono, abusano e violano silenziosamente e invisibilmente i diritti all’aria, acqua, cibo e luoghi di lavoro sicuri per miliardi di persone, in particolare di bambini e altri gruppi sensibili, gli Stati sono bloccati da anni o decenni in discussioni su ciò che dovrebbe essere considerato pulito, sano o adeguato.

Gli Stati devono adempiere al loro dovere di proteggere i diritti umani dall’inquinamento e da altre sostanze pericolose.

E l’unico modo per proteggere questi diritti umani per tutti e fornire un rimedio veramente efficace è evitare l’esposizione».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 28 ottobre 2019 sul sito online “greenreport.it”)

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