StoneWallsForLife: salvare i muretti a secco per contrastare i cambiamenti climatici

 

Oggi viene presentato a Vernazza, StoneWallsForLife, progetto europeo che punta a salvaguardare e recuperare il patrimonio monumentale di muri a secco del Parco Nazionale delle Cinque Terre e a dimostrare come un’antica tecnologia, se utilizzata in modo innovativo da un punto di vista sociale e tecnologico, possa contribuire a determinare un ambiente resiliente.

StoneWallsForLife, partito a luglio di quest’anno del 2019 e si concluderà a luglio 2024, è finanziato nell’ambito del Programma LIFE – “Adattamento al cambiamento climatico” e prevede il recupero e mantenimento di circa 6 ettari di terrazzamenti con muri a secco e delle relative opere di regimazione idraulica nelle Cinque Terre, per migliorare la capacità di resilienza del territorio ai fenomeni meteorologici resi più estremi dal cambiamento climatico.

In particolare, il progetto prevede di intervenire per il recupero dei terrazzamenti anche attraverso l’adozione di alcune metodologie innovative di rinforzo del terreno nell’area pilota individuate all’interno del Comune di Riomaggiore (anfiteatro di Manarola) grazie anche al dettagliato lavoro preparatorio dalla Fondazione Manarola; esso prevede inoltre l’avvio di corsi di formazione per operai da impegnare nella ricostruzione dei muri, un monitoraggio scientifico e tecnologico approfondito delle aree di progetto attraverso l’installazione di alcune stazioni di monitoraggio multiparametriche, lo studio di due ulteriori aree di intervento nei comuni di Monterosso e Vernazza per una potenziale replicazione dell’intervento e, come fortemente raccomandato da LIFE, di sviluppare una strategia per la replicazione del progetto sul territorio e il trasferimento dell’esperienza acquisita in altri contesti dell’Unione Europea quali il Parc del Garraf in Catalogna.

Il progetto comprende anche un importante aspetto sociale: la formazione di manodopera specializzata nella posa e nel mantenimento dei muri a secco, attraverso corsi didattici “sul campo”, per far sì che questa conoscenza venga preservata e tramandata.

Donatella Bianchi, presidente del Parco Nazionale e del Wwf Italia ricorda che «per secoli la comunità delle Cinque Terre ha convissuto con un territorio fragile ed estremo.

Intere generazioni si sono dedicate alla scomposizione e ricomposizione della montagna, alla ricerca dei rivi e delle sorgenti, di terra da coltivare.

Elementi preziosi destinati altrimenti a degradare verso il mare di queste pendici verticali.

Il sistema a fasce terrazzate confinate dai muri a secco non è stato realizzato a danno della natura, bensì ne ha favorito la biodiversità, la creazione di microhabitat, rifugio per piante ed animali. 

Attraverso l’agricoltura tradizionale, il “contadino ingegnere” delle Cinque Terre ha dato vita a servizi ecosistemici ante litteram contrastando cosi l’erosione, favorendo l’accumulo delle biomasse e il miglioramento dei nutrimenti, impostando una sapiente canalizzazione delle acque in cui hanno trovato opportunità di vita anche altri esseri viventi: anfibi come il Tritone alpestre, la Raganella e numerose essenze della macchia mediterranea.

Nelle Cinque Terre i contadini custodiscono ancora con parsimonia una grande ricchezza anche culturale; attraverso la posa delle pietre dei muri a secco per accogliere vigne e ulivi creano infine quel mosaico di ecosistemi che va dalla terra al cielo passando per il mare, in cui l’uomo stesso realizza la propria vita in armonia con l’ambiente che lo circonda. StoneWallsForLife“Muri a secco per la vita”, rappresenta per il Parco ed i partner del progetto un fiore all’occhiello per il suo alto valore scientifico e per la replicabilità delle buone pratiche che potranno essere adottate anche in altri territori accomunati dalla medesima sfida verso la salvaguardia del paesaggio».

Il partenariato del progetto è composto da partner con professionalità diverse e complementari: Parco Nazionale delle Cinque Terre che è leader capofila del progetto data la sua competenza e responsabilità nella tutela del territorio e del paesaggio; l’università di Genova-DISTAV come partner scientifico sarà responsabile della analisi tanto dell’effetto del cambiamento climatico sul territorio quanto della valutazione e del monitoraggio delle azioni e dei risultati del progetto; Fondazione Manarola che ha già svolto una parte propedeutica al progetto, sarà direttamente coinvolta nelle attività di mobilitazione sul territorio; ITRB Group metterà a disposizione la sua esperienza nella redazione di proposte a programmi Ue. 

Legambiente contribuirà all’analisi della replicabilità del progetto in altre località delle Cinque Terre e metterà in campo la sua esperienza in progetti di sostenibilità ambientale; Diputaciò Barcelona, partner internazionale, ha un ruolo chiave nella replicabilità del progetto in altre aree dell’Unione Europea con condizioni simili.

(Articolo pubblicato con questo titolo l’11 novembre 2019 sul sito online “greenreport.it”)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vas