FAITO L’ODISSEA SENZA FINE DI UN TERRITORIO DOVE VIGE L’ANARCHIA DEGLI ENTI

 

Vorrei capire che cosa sta succedendo a  proposito del Faito?

Leggo di una diffida  cha sa di surreale, in riscontro ad una nota del 04/11/2019,  partita dall’Area tecnica del Servizio Tecnico del Comune di Vico Equense, non leggo nessuna data di partenza in calce o in altro posto, firmata dal responsabile del servizio  arch. Catello Arpinodal tecnico del serviziol’ingegnera Giovanna Capuozzo dall’assessore al territorio e Protezione Civile, Gennaro Cinque.

In pratica i tre, per i rispettivi ruoli che rivestono,  fanno una diffida alla regione, alla Città metropolitana, alla Comunità  montana, all’Ente Parco e, segnata in grassetto, la fanno pure alla Polizia municipale/Protezione Civile, il cui responsabile è il dr. Ferdinando De Martino, ma il cui assessore è lo stesso Gennaro Cinque.

Cos’è?

Un’auto diffida?

Fossi il comandate della polizia municipale  chiederei: “ Assessore Cinque, ma che fa?

Mi diffida, ma io prendo ordini da Lei che è l’assessore al territorio e alla protezione civile e mi becco pure una diffida?”.

Questa diffida surreale si associa ad un’altra diffida, quella di una associazione “IVIX Faito 1444 – Associazione di Promozione Sociale (APS),  firmata dall’ avvocata Annunziata Somma,organizzazione per la tutela dell’ambiente e della comunità locale, di cui, ammetto, ignoravo l’esistenza, ma può succedere, visto che le associazioni di Faito sono tantissime e ne  spuntano ancora altre  come i chiodini dopo una nottata di pioggia.

Naturalmente questa mia nota, come quelle che in genere scrivo,  va nella direzione di smascherare le contraddizioni plateali che emergono quando si discute della gestione del monte Faito, un monte sul quale si intersecano  in un groviglio di interessi, siano essi economici da parte di chi vi abita e vi lavora, siano essi politici rispetto alle responsabilità di un luogo con una sua specifica morfologia.

Nella prima diffida, quella surrealel’assessore Gennaro Cinque e l’Area tecnica del Comune di Vico Equenseinvitano e diffidano gli enti in indirizzo, quindi pure loro, “ad attuare senza alcun  indugio” alla “ eliminazione delle piante rese  secche dall’incendio del 2017 ed all’alleggerimento della chioma (potatura dei rami) delle piante che insistono sui pali di sostegno e relativi cavi elettrici[…]al fine di pervenire con la massima urgenza al ripristino delle condizioni di sicurezza”.

Vorrei ricordare, per chiarezza, che il Comune di Vico Equense, per stipula e convenzione con la Regione è tenuto a provvedere alla viabilità e alla illuminazione. 

Nella seconda si chiedono le stesse medesime cose agli stessi enti evidenziando i rischi della pubblica incolumità.

Ormai, la gestione del Faito è da anni oggetto di contese tra enti pubblici, il dato è che sinora nessuno si è mai interessato realmente di valutare almeno lo stato degli alberi dopo l’incendio di due anni fa, senza parlare del dato più importante che sarebbe quello della manutenzione di un parco naturale, a tal proposito vorrei ricordare la vicenda della “DISCARICA DELLA VERGOGNA” o dell’interramento di rifiuti in altra area immediatamente prospiciente e sulla quale – a mio avviso forse andrebbero fatte delle verifiche.

Ora , che con queste “diffide”   ripeto, un po’ surreali  qualcuno pensi di lavarsi la coscienza con manifestazioni di disponibilità intenzionali   lo vedo davvero patetico oltre che inaccettabile, chi deve agire lo faccia veramente, anche in danno di coloro che stanno solo a guardare.

(Articolo di Franco Cuomo, responsabile del Circolo Territoriale di Vico Equense “Giovanni Esposito”, pubblicato con questo titolo il 14 novembre 2019 sul blog “Cronache da Agharta”)

 

 

 

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