Greta Thunberg è “Persona dell’Anno” di Time 2019

 

NEW YORK – Impegnata com’è coi lavori del Cop25 di Madrid, dov’è intervenuta stamattina, Greta Thunberg, c’è da giurarci, neanche se ne cura.

Ma intanto per quell’America dove ha trascorso l’estate, mobilitando i ragazzi dall’Alaska al Texas, è lei la  “Persona dell’anno 2019”.

Ovvero quella che, secondo la rivista Time, più d’ogni altro ha determinato l’anno che sta per concludersi.
La sedicenne attivista svedese ha battuto il presidente Donald Trump (d’altronde il presidente quell’onore lo aveva già avuto nel 2016, anno della sua elezione).

E pure la speaker della Camera Nancy Pelosi, la leader dem “madrina” dell’impeachment.

Così come il whistleblower, l’informatore interno alla Casa Bianca che per primo ha denunciato le pressioni del presidente americano sull’omologo ucraino: da molti dato in pole position per la copertina.

Time invece ha scelto di omaggiare “il potere della gioventù”.

Lo ha annunciato in diretta tv, nel corso del programma mattutino di Cbs Today Show il caporedattore della rivista Edward Felsenthal: “Ha dato voce a un problema globale.

Ed è il simbolo di un passaggio generazionale in ambito politico e culturale“.

Felsenthal ha poi mostrato la copertina “positiva” con Greta in piedi su uno scoglio affacciato sul mare, con addosso una felpa rosa.

Immagine accompagnata dalla dicitura: “Per aver dato l’allarme sulla attitudine predatoria dell’umanità verso l’unica cosa che abbiamo“.

Ma anche per “aver mostrato cosa succede quando una nuova generazione prende la guida della protesta“.

Riconoscendo a Greta, inventrice dei Fridays for Future, le proteste del venerdì iniziate in solitaria poco più di un anno fa, di fronte alla sua scuola, “di essere riuscita a trasformare vaghe ansie sul futuro del pianeta in un movimento globale“.

Come tutti gli anni, Greta non è l’unica ad essere omaggiata sul settimanale americano: per le sue sottocategorie Time ha indicato “i funzionari di stato“, cioè coloro che hanno testimoniato a Capitol Hill nelle audizioni per impeachment di Trump come “Guardiani dell’anno“.

Bog Iger, il ceo di Disney impegnato nel rilancio dell’azienda di Topolino attraverso lo streaming, come “uomo d’affari dell’anno“.

Ancora, la squadra di calcio femminile americana viene riconosciuta come “atleta dell’anno“.

E nella lunga lista trova spazio perfino la cantante 31enne Lizzo: “entertainer dell’anno“.

Solo stamattina, nel suo discorso nell’ambito del vertice organizzato dalle Nazioni Unite, Greta ha ricordato che “la società civile deve esercitare pressioni sui leader che non fanno nulla“.

Di sicuro, il riconoscimento alla giovane attivista infastidirà molto il presidente del Brasile Jair Bolsonaro: che solo ieri l’aveva attaccata per il tweet dove la ragazza denunciava l’uccisione di due

indigeni “assassinati perché volevano proteggere la foresta“.

Il presidente brasiliano l’aveva invitata a farsi i fatti suoi commentando: “È impressionante lo spazio che la stampa da a quella mocciosa“.

Ebbene quella mocciosa è la persona che più ha influenzato il 2019.

E nel 2020 non sarà certo da meno

 

(Articolo pubblicato con questo titolo l’11 dicembre 2’019 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)

 

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