Rifiuti Roma, il presidente M5s della commissione Ambiente contro il piano Ama: “La linea del Movimento è no all’inceneritore”

 

La linea del Movimento 5 stelle è ‘no agli inceneritori’ e ‘sì alla differenziata’ attraverso la strategia dei rifiuti zero”. 

Daniele Diaco rompe il silenzio nella fronda – per ora maggioritaria – dei pentastellati capitolini che si oppongono alla realizzazione di un nuovo termovalorizzatore, soluzione proposta dal presidente di Ama Spa, Stefano Zaghis, manager nominato nelle scorse settimane dalla sindaca Virginia Raggi.

Il presidente della commissione rifiuti in Campidoglio a Ilfattoquotidiano.it parla quasi da capogruppo, prendendosi la responsabilità di riferire a nome non solo del M5s romano ma anche nazionale.

Gli intendimenti fondanti del Movimento sono molto chiari. L’ambiente è una delle cinque stelle e non c’è alcuna possibilità che si possa derogare”, dice Diaco, molto vicino all’ex assessora ai rifiuti, Pinuccia Montanari, dimessasi a febbraio in polemica con Virginia Raggi e autrice, di fatto, del cosiddetto “piano di gestione dei materiali post-consumo” di aprile 2017 che portò la sindaca a esporsi annunciando l’obiettivo del 70% della raccolta differenziata entro il 2021.

La bozza di piano industriale di Ama, municipalizzata che si occupa della raccolta dei rifiuti in città, prevede la realizzazione nei prossimi anni di due nuovi impianti tmb, due centri di compostaggio con annessa produzione di biogas e un termovalorizzatore da 700mila tonnellate, tutti di proprietà dell’Ama e all’interno del territorio capitolino.

Stefano Zaghis – che fu responsabile della campagna elettorale alle comunali del 2013 – ha esposto la propria bozza di piano martedì sera a consiglieri e minisindaci pentastellati, ottenendo un mandato a rivedere la programmazione industriale.

Gli abbiamo chiesto di eliminare l’inceneritore”, assicura, risoluto, Diaco.

La discussione in realtà è in atto le linee di pensiero sono molto più articolate rispetto a quanto raccontino le dichiarazioni del presidente della commissione rifiuti.

Nella giornata di martedì l’Assemblea capitolina ha approvato un ordine del giorno contrario alla realizzazione del termovalorizzatore, “ma è un provvedimento che riguarda il medio-lungo termine”, specifica Angelo Diario, consigliere pentastellato che si è già espresso nei giorni scorsi a favore del piano-Zaghis.

Dobbiamo ammettere che qualcosa è stato sbagliato – ha spiegato il presidente della commissione Sport. – e dobbiamo fare i conti con un piano regionale che ci imporrà, nostro malgrado, di chiudere il ciclo dei rifiuti all’interno del territorio capitolino.

La mia opinione è che un impianto di dimensioni ridotte, cui conferire in modo sempre più ridotto, sia una soluzione inevitabile”.

Il compromesso potrebbe essere quello di chiedere ad Acea Spa, multi-utility al 51% di proprietà di Roma Capitale, di implementare con una 4° e magari anche una 5° linea il proprio impianto di San Vittore, in provincia di Frosinone (al confine con Molise e Campania) dove la città già porta gran parte del cdr prodotto dai suoi tmb. Zaghis, da manager Ama, potrebbe rispondere proponendo ai consiglieri un mini-inceneritore da 300mila tonnellate.

Cosa ne pensa Virginia Raggi?

La sindaca non ha preso ancora posizione, per ora ascolta e attende il pronunciamento della maggioranza”, fanno sapere fonti capitoline.

La “carenza impiantistica” della Capitale è stata messa in rilievo ieri mattina dall’Arco, Agenzia per il controllo della qualità dei servizi pubblici erogati da Roma Capitale, che nella sua relazione sul 2019, alla voce “igiene urbana”, ha sottolineato come la problematica abbia avuto “gravi ripercussioni anche sul servizio di raccolta in città, spesso in affanno per carenza di sbocchi; questo comporta difficoltà per gli utenti a conferire correttamente, con ricadute negative sulla qualità e sulla quantità della differenziata”.

Secondo l’Agenzia guidata da Carlo Sgandurra, “Ama ha dovuto spedire fuori regione complessivamente quasi 500 mila tonnellate fra rifiuti e residui di trattamento, per una distanzamedia di circa 450 km, con costi non indifferenti e un impatto ambientale significativo”.

E ancora: “Per il solo trasporto di questi quantitativi, l’Agenzia insieme al Dipartimentodi ingegneria ambientale della Sapienza ha stimato emissioni di Pm10 pari a 5 volte quelle medie annue del Tmb Salario”, andato distrutto da un incendio un anno fa.

 

(Articolo di Vincenzo Bisbiglia, pubblicato con questo titolo il 12 dicembre 2019 sul sito online “Ambiente & Veleni” del quotidiano “Il Fatto Quotidiano”)

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