La Raggi sta uccidendo AMA, dice l’ex-assessore Montanari

 

È stato approvato alla vigilia di Natale il bilancio di previsione di Roma Capitale per il 2020.

Nei giorni precedenti c’era stata però molta bagarre nel gruppo di maggioranza, a causa dell’improvvisa decisione della Giunta Capitolina di destinare 100 milioni alla costruzione di impianti per la gestione dei rifiuti, risorse precedentemente previste per i Municipi.

La cronaca della seduta del 20 dicembre dell’Assemblea Capitolina era stata raccontata in questo pezzo da Il Messaggero, dove si dava conto dei grossi mal di pancia di diversi esponenti del M5S. 

L’articolo de Il Messaggero ha, tra gli altri, ricevuto un commento particolare da parte dell’ex-assessore all’ambiente di Roma Capitale, Pinuccia Montanari, che essendo informata dei fatti può dare una lettura più attenta degli stessi.

Di seguito il testo che la Montanari ha pubblicato sulla sua pagina facebook.

Come attestano i quotidiani di oggi e come io avevo già anticipato nella mia audizione in Regione a inizio 2019, la strategia di Lemmetti sui rifiuti ha prevalso.

I 5 stelle, tradendo la propria visione, proclamata da Grillo nei suoi spettacoli e nella sua strategia politica, alla fine hanno scelto a Roma con la Raggi.

Financo superando le nuove direttive sui rifiuti dal 2008 dell’Unione europea, su che cosa si baserebbe la politica dei rifiuti dei 5 stelle a Roma?

Sulle discariche.

Me lo scriveva Lemmetti con la solita aria scanzonata di chi la sa lunga.

Altroché rifiuti zero, discariche ecco su cosa si dovrebbe basare la politica dei rifiuti.

I vari Enzo Favoino, Ganapini, Roberto Cavallo, Ercolini venivano da lui dichiarati venditori di fumo.

Siamo tornati indietro di anni, al secolo scorso con la nuova politica della Raggi sui rifiuti.

Discariche, e se ci metti pure le parole e il piano Zaghis, inceneritori.

È veramente una grande presa in giro di tutti coloro che hanno creduto nei 5 stelle.

Ma d’altra parte lo abbiamo sempre detto: con la raccolta differenziata si fa poco business.

Invece con le discariche il guadagno è tutto immediato subito e per pochi.

Ha vinto il passato che c’era nella cultura italiana.

Ma adesso si comprende perché noi ecologisti ed ambientalisti non abbiamo potuto continuare con il nostro progetto e perché Il CDA di Bagnacani sia stato cacciato.

Perché noi appartenevamo ad un’altra prospettiva, quella dell’economia circolare.

Noi eravamo continuamente sotto attacco.

Mentre oggi va tutto bene.

Certo!!!

I politici seri si dovrebbero almeno vergognare!!

In questo articolo c’è un pezzo della strategia di Lemmetti: lui diceva ai nostri tempi che Ama aveva le pezze al …. pertanto non avrebbe potuto fare gli impianti.

Bagnacani, stupito spiegava alla Sindaca che ciò non era vero e che il piano industriale di Bagnacani era il punto d’inizio della svolta, anzi con bilancio e piano industriale approvati si avrebbe avuto la possibilità, già verificata con le tre più importanti banche d’affari internazionali, di emettere bond sia per finanziare l’impiantistica, sia per ristrutturare gli inadeguati rapporti bancari, aprendo una nuova stagione in cui l’indebitamento sostenibile avrebbe dato maggio agio all’azienda nella gestione finanziaria e autosufficienza impiantistica.

Ama pertanto avrebbe potuto e dovuto realizzare gli impianti previsti a piano e, grazie a questa strategia, ridurre la tariffa.

Esattamente il contrario di quanto si va affermando, dimostrando di ignorare completamente la questione tariffaria e la questione finanziaria dell’azienda.

In tariffa scarichi la quota di ammortamento dell’impianto e gli interessi sul prestito, lo fai per quote annue e non carichi l’investimento al tempo zero sulla tari dei romani.

Se a questo costo di investimento, che carica la tariffa, si sottrae il beneficio del minor costo di trattamento della singola tonnellata di rifiuti, ora trattata in casa e non “regalata” all’esterno, è facile intuire, così come fu scritto nel piano industriale, che grazie agli investimenti impiantistici, la tariffa rifiuti dei romani sarebbe diminuita.

I ragazzi M5S romani, ad esclusione di alcuni, sembrerebbero poco avvezzi a studiare le materie di cui parlano, e omettono una grande novità del settore recentemente introdotta: si chiama ARERA, l’autority nazionale che è intervenuta a regolare il settore rifiuti.

Ebbene, ARERA ha introdotto la remunerazione del 6,3% del capitale investito nell’impiantistica, metodo analogo praticato da anni nel settore gas, acqua ed elettricità di più vecchia regolazione.

E’ stata la remunerazione del capitale investito il motore degli investimenti nei settori regolati.

Questo vuole dire che le società dei rifiuti avranno la certezza del rendimento del capitale investito in impianti.

Questo significa che privare Ama della possibilità di investimenti impiantistici è di fatto un altro modo per farla morire o per mantenerla in vita con un respiratore artificiale affinché altri possano fare ciò che avrebbe dovuto essere di diritto di Ama, in virtù di una concessione pluriennale. Pertanto la scelta annunciata dal Comune di fare gli impianti al posto di Ama è la certificazione che Ama “non deve essere”.

Per concludere è doveroso osservare il risvolto del possibile danno erariale.

Ai tempi della gestione Bagnacani l’azienda aveva la prospettiva di irrobustirsi e superare le sue ripetute crisi, attraverso la realizzazione di un contesto di autosufficienza, con relativo miglioramento dei conti aziendali e riduzione della tari per infrastrutture di proprietà ed efficienza ritrovata, progetto concreto che godeva dell’appoggio del mondo della finanza di caratura internazionale.
Oggi l’azienda è stata resa moribonda (si poteva evitare? Sicuramente si!), le banche tradizionali hanno revocato le linee di credito, i fornitori non credono più all’azienda e quelli che la praticano lo fanno a prezzi terribili, per remunerare il maggior rischio e l’azionista disintermedia l’azienda nella realizzazione degli impianti usando 100 milioni di soldi pubblici, sottratti ai servizi sociali, per costruire la discarica.

In questo contesto rispetto ai 100 milioni potrebbe configurarsi un danno erariale, a cui sommare il possibile danno erariale, per aver dilapidato il valore di Ama che ora non può più nulla, sia nell’erogazione dei servizi, sia nella costruzione del proprio futuro impiantistico.
Buona meditazione!!!

Volendo estrarre qualche elemento dal testo della Montanari diremmo:

– che per l’amministrazione Raggi lo slogan “rifiuti zero” è buono per prendere voti alle elezioni ma poi nei fatti sempre discariche e inceneritori servono,

– che AMA aveva la possibilità di finanziare impianti propri, come previsto dal piano industriale predisposto dall’allora amministratore delegato Bagnacani, ed anzi la cosa sarebbe stata di particolare vantaggio grazie alla retribuzione del capitale investito assicurata da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente),

– che il Comune ha deciso di costruire in proprio gli impianti, stornando risorse altrimenti destinate ai Municipi, ma così facendo ha privato AMA di elementi indispensabili per poter irrobustire sia il suo bilancio che l’operatività in termini di servizio rifiuti.

Quello descritto dall’ex-assessore sembrerebbe un piano deciso a tavolino per depotenziare sempre di più AMA, trattandola inspiegabilmente come una società in dissesto.

Come si può infatti considerare AMA incapace di reperire qualche decina di milioni per la costruzione degli impianti necessari al trattamenti dei rifiuti, se la stessa azienda ha in piedi col Comune un contratto di quindici anni del valore di circa 12 miliardi di euro (800 milioni di euro l’anno pagati dal comune ad AMA)?

Noi non abbiamo mai apprezzato particolarmente la Montanari, ne abbiamo anzi scritto molto male per le troppe volte in cui ha cercato di prendere in giro i cittadini romani, ma pensiamo che i suoi ragionamenti su AMA debbano essere quanto meno presi in considerazione per cercare di capire come si sta muovendo l’amministrazione capitolina su un tema tanto esplosivo come quello dei rifiuti a Roma.

La situazione appare ancora molto ingarbugliata, anche perché sempre di più sembra mettere bocca sui rifiuti un assessore con, in teoria, tutt’altre competenze.

Come disse qualcuno ad un recente convegno: “… a Roma abbiamo tre problemi con i rifiuti e sono: Lemmetti, Lemmetti e Lemmetti“.

Sulla questione rifiuti a Roma sembra essere scesa una cortina di silenzio dopo che il sindaco Raggi e il presidente Zingaretti pare abbiano raggiunto un accordo di non belligeranza.

I problemi di fondo sono però tutt’altro che risolti e, ad esempio, c’è il nuovo amministratore unico di AMA, Zaghis, che include la costruzione di un inceneritore nel suo piano mentre l’amministrazione capitolina non ne vuole proprio sentir parlare.

Mancano pochi giorni alla chiusura della discarica di Colleferro e con ogni probabilità a gennaio si moltiplicheranno le minidiscariche cittadine, ma questo non sembra più essere un problema per nessuno.

Siamo noi che esageriamo o l’amministrazione capitolina continua a dimostrarsi irresponsabile e criminale senza che qualcuno faccia qualcosa?

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 27 dicembre 2019 sul sito online “diarioromano”)

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