Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Il fiore Klasea lycopifolia, tutelato dalla direttiva europea 43/92/CEE, inserito nella lista rossa delle specie a rischio della flora italiana, vive sull’Altipiano delle Rocche a m 1260 s.l.m. in località “Prato della Madonna” del Comune di Rocca di Mezzo (Abruzzo), in un’area SIC (sito di importanza comunitaria) e ZPS (zona di protezione speciale) del Parco regionale naturale Sirente-Velino. Nel 2007 la Società Biocasa s.r.l. presentò al Comune di Rocca di Mezzo il progetto di lottizzazione per costruire edifici residenziali nel Prato della Madonna su un’area di 22.690 mq. Nel 2011 il Comune di Rocca di Mezzo adottava, con delibere nn. 8 e 41, il piano di lottizzazione prima preventivo e poi definitivo e nel 2016 lo approvava; il piano diventava esecutivo nel 2017 con la delibera n. 24. Le associazioni Italia Nostra, LIPU e Mountain Wilderness ricorrevano al TAR che nel 2018 bocciava il piano di lottizzazione. Biocasa allora si appellava al Consiglio di Stato, che nel 2019 rigettava l’appello e condannava Biocasa a risarcire le spese alle associazioni ambientaliste. Una lezione di giurisprudenza per amministratori pubblici e presidenti di aree protette (Mountain Wilderness, autunno 2019).
Archivi Giornalieri: 5 Gennaio 2020
Nonostante la qualità dell’aria che respiriamo in Italia sia migliorata nell’ultimo decennio, l’inquinamento atmosferico rappresenta ancora oggi una minaccia di primo piano alla salute: l’Agenzia europea dell’ambiente stima che su 412mila morti premature l’anno legate in Europa a soli tre inquinanti (Pm2,5, NO2, O3), 76.200 siano italiane. Un contesto dove le performance peggiori sono legate al bacino padano e in generale all’Italia del nord, come testimonia da ultimo l’allarme lanciato ieri dall’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della Provincia di Torino, in merito ai dati sulle elevate concentrazioni di Pm10 fatte registrare negli ultimi giorni in città e nei comuni della cintura. «Come è stato sottolineato anche nelle scorse settimane in occasione del convegno organizzato dall’Ordine sulla qualità dell’aria, il miglioramento delle concentrazioni di particolato riscontrato negli ultimi due anni sembra essere attribuibile sostanzialmente all’aumento delle precipitazioni (maggiori sono i giorni di pioggia, minori sono gli sforamenti oltre la soglia di legge). In ogni caso nei semestri ottobre-marzo, da sempre il periodo più difficile per quanto riguarda lo smog, le concentrazioni medie di Pm10 non sono diminuite: ad esempio, la centralina di rilevamento di via della Consolata ha addirittura registrato un lieve aumento, dello 0,61%, dal 2015 in avanti. Altre statistiche contribuiscono a descrivere la situazione: in città, nel corso del 2018, ci sono stati comunque oltre 120 giorni con aria insalubre, fra elevati livelli di particolato e concentrazioni di ozono nei mesi primaverili ed estivi e nell’ultimo rapporto “Ecosistema urbano”, Torino è risultata 88ª su 104 città italiane per performance ambientali». Criticità che continuano a permanere, come mostrano gli sformanti degli ultimi giorni, tanto che l’Ordine dei medici torinese chiede di «affrontare la problematica dell’inquinamento dell’aria con serietà e tempestività e con la consapevolezza che si tratta di un acclarato fattore di rischio per la salute». Del resto gli effetti nocivi a […]
Una verità scomoda, che fatica ad attecchire nel dibattito pubblico in virtù della macchinosa polarizzazione tra scientisti e anti scientisti, è quella che si cela dietro la questione xylella in Puglia. Il leitmotiv di questi anni che ha condizionato l’opinione pubblica e le scelte politiche può essere riassunto nei titoloni che in modo martellante si sono ripetuti sulle testate locali e nazionali. «Emergenza: milioni di ulivi infetti» è quello a cui siamo stati abituati. Peccato che i dati ufficiali differiscano ampiamente da quelli diffusi dalle maggiori associazioni di categoria. Basti pensare ai risultati del monitoraggio realizzato dall’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia quest’estate: su oltre 31mila piante campionate, in Salento, ovvero in zona infetta, solo il 2,5% presenta il batterio xylella fastidiosa che ne causerebbe, secondo la versione più in voga, il disseccamento. Andando più a nord, nella zona di contenimento, la percentuale diminuisce ancora ed è fissata all’1%. Lo scenario è più complesso delle semplificazioni che imputano alla sola xylella la causa del disseccamento. Tant’è che vi sono ulivi secchi che non presentano il batterio. Altri, invece, pur rigogliosi, che risultano contagiati. E altri ancora, emblematico il caso di un ulivo in provincia di Bari a Monopoli, rivelatisi falsi positivi. In questo marasma di constatazioni hanno provato a fare chiarezza l’autrice Elena Tioli, i due giornalisti Francesca Della Giovampaola e Filippo Bellantoni, assieme al videomaker Simone Cannone. Il risultato è un raffinato lavoro documentaristico. Legno vivo. Xylella, oltre il batterio ha la capacità di raccontare le verità scomode che si celano dietro quella che da più parti viene considerata esclusivamente un’epidemia, e non una questione scientifica, agricola, economica, ambientale, sanitaria e sociale. La potenza delle immagini aiuta a veicolare le numerose contraddizioni che persistono nella gestione del fenomeno del disseccamento degli ulivi. Fa da sfondo l’aspetto identitario di un […]
Dopo il crollo per corruzione del governo di coalizione tra i democristiani dell’Österreichische Volkspartei (ÖVP) e la destra sovranista del Freiheitliche Partei Österreichs (FPÖ), i due vincitori delle elezioni anticipate, il cancelliere Sebastian Kurz (ÖVP) e i Die Grünen (Verdi), hanno firmato un accordo di programma che prevede la conferma di Kurz a premier e la nomina del verde Werner Kogler a vicecancelliere, con 10 ministri ÖVP e 4 Grünen e 9 ministri donne, compreso il segretario di Stato, su 17 componenti del governo. Quindi il nuovo governo turchese-verde sarà il più rosa nella storia dell’Austria. L’entrata del verdi al governo ha portato Kurz ad accettare un programma di 300 pagine che anticipa l’European Green Deal e che sembra fantascienza rispetto alla prudentissima finanziaria italiana: entro il 2030 tutta l’energia elettrica austriaca sarà prodotta con energie rinnovabili e che «l’Austria può raggiungere la carbon neutrality entro il 2040 al più tardi e diventare un pioniere in Europa per la protezione dell’ambiente». L’accordo di governo prevede anche il graduale aumento delle tasse sui voli aerei per favorire gli spostamenti in treno e la revisione delle direttive Ue sui trasporti, per aumentare il pedaggio dei Tir e introdurre una eco-tassa nelle zone più critiche – compreso il Brennero – arrivando anche a proibire il transito di camion stranieri. Inoltre c’è l’impegno a lavorare a una carbon tax. I verdi sono d’accordo con l’ ÖVP per sgravi fiscali per i redditi più bassi ma hanno dovuto cedere sul divieto di indossare a scuola il velo islamico per le bambine fino a 14 anni e sulla possibilità di arrestare immigrati considerati pericolosi anche senza che abbiano commesso un qualsiasi reato, un rospo molto difficile da inghiottire per il congresso straordinario dei Die Grünen che domani dovrebbe – e con tutta probabilità lo farà – ratificare l’accordo di […]