il presidente iraniano Rouhani ispeziona una turbina per l’arricchimento uranio Con l‘Iran pronto a dar seguito al suo programma nucleare “senza limiti”, e le truppe straniere ormai ospiti indesiderati sul territorio iracheno, la tensione tra Stati Uniti e il regime di Teheran è al suo livello di massimo climax. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un’intervista a ‘la Repubblica’, si è fatto promotore di un’azione europea per richiamare tutti a “moderazione e responsabilità“. “Ho sentito poco fa il Presidente iracheno Salih – ha detto Conte – parlerò presto con la Cancelliera Merkel e continuerò a mantenere in queste ore i contatti con tutti i principali leader“. Ma l’appello è destinato a cadere nel vuoto. Il presidente Donald Trump ha minacciato severe sanzioni contro l’Iraq dopo che il Parlamento di Baghdad ha approvato una risoluzione nella quale si chiede “l’uscita dal Paese di tutte le truppe straniere presenti” in seguito all’uccisione del comandante iraniano Qassem Soleimani. “Abbiamo una base aerea straordinariamente costosa lì. La sua costruzione è costata miliardi di dollari. Non ce ne andremo a meno che non ci rimborsino”, ha detto Trump ai giornalisti mentre tornava a Washington dalla Florida, minacciando di imporre loro “sanzioni come non hanno mai visto prima“. “Faranno sembrare le sanzioni iraniane qualcosa di morbido“, ha detto Trump. Intanto sull’altra riva del Golfo il successore di Soleimani, Esmail Ghaani, ha promesso di cacciare gli Stati Uniti dalla regione, confermando le parole del leader supremo della rivoluzione islamica, l’ayatollah Ali Khamenei. Il generale ombra, il cavaliere oscuro, il guerriero imprendibile, ma soprattutto il “martire vivente“. Molte sono state le definizioni attribuite in vita a Qassem Soleimani, il comandante delle brigate al Qods del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, responsabile delle operazioni all’estero della Repubblica Islamica iraniana: dalla lotta allo Stato Islamico al puntellamento dell’Iraq post-Isis, fino all’assedio di Aleppo e alla riconquista della Siria […]
Archivi Giornalieri: 6 Gennaio 2020
L’art. 5, comma 1, lettera i), numero 5), della legge regionale del Lazio n. 7 del 22 ottobre 2018 ha introdotto, dopo il comma 1 dell’art. 31 della legge regionale del Lazio n. 29 del 6 ottobre 1997, il comma 1-bis, secondo cui «sono consentiti e non rientrano negli obblighi di cui all’articolo 28 le ricorrenti pratiche di conduzione delle aziende agricole che non comportino modificazioni sostanziali del territorio ed in particolare: a) la manutenzione ordinaria del sistema idraulico agrario e del sistema infrastrutturale aziendale esistenti; b) l’impianto o l’espianto delle colture arboree e le relative tecniche utilizzate; c) l’utilizzo delle serre stagionali non stabilmente infisse al suolo; d) il transito e la sosta di mezzi motorizzati fuori dalle strade statali, provinciali, comunali, vicinali gravate dai servizi di pubblico passaggio e private per i mezzi collegati all’esercizio delle attività agricole di cui al presente articolo; e) l’ordinamento produttivo ed i relativi piani colturali promossi e gestiti dall’impresa agricola; f) la raccolta e il danneggiamento della flora spontanea derivanti dall’esercizio delle attività aziendali di cui all’articolo 2 della L.R. 14/2006». Con ricorso notificato il 24-28 dicembre 2018 e depositato il 28 dicembre 2018, il Presidente del Consiglio dei ministri, rappresentato e difeso dall’Avvocatura generale dello Stato, ha promosso questione di legittimità costituzionale della suddetta disposizione, per violazione dell’art. 117, secondo comma, lettera s), Cost., in relazione all’art. 13 della legge n. 394 del 1991, perché escluderebbe dall’obbligo del nulla osta, di cui all’art. 28 della stessa legge regionale n. 29/1997, «interventi e attività che possono arrecare impatti, anche notevoli, sull’ambiente naturale, consentendone la realizzazione/svolgimento in tutte le zone dell’area protetta», compresa la zona A di riserva integrale, senza prevedere alcuna modalità di verifica e di controllo sugli interventi. Va fatto presente al riguardo che il Governo ha considerato solo il […]
Gli incendi che stanno devastando l’Australia sono diventati un motivo di polemica per il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, ritenuto da molti uno dei responsabili degli incendi che invece hanno colpito l’Amazzonia e il Brasile, a causa del suo sostegno ad agricoltori e aziende che traggono vantaggi dalla deforestazione. La polemica L’esponente dell’estrema destra se l’è presa con il suo omologo francese, Emmanuel Macron invitandolo a prendere posizioni simile a quelle che aveva assunto nei suoi confronti anche con la leadership australiana. Come se non bastasse Bolsonaro ha anche inviato delle frecciatine all’attivista svedese Greta Thunberg, descrivendola come “marmocchia” durante la sua tradizionale trasmissione in diretta il giovedì attraverso i social network, il primo del nuovo anno. “Signor Macron, che cosa hai intenzione di dire in Australia? E Greta? Quella ragazzina?“, ha detto ironicamente il presidente brasiliano, chiedendosi se la sua controparte francese avesse messo in dubbio la sovranità di quella nazione come, secondo lui, fece con il Brasile l’anno scorso. “Ora ci sono incendi in Australia, non so se Macron abbia detto qualcosa, ha messo in dubbio la sovranità australiana? Quella ragazza (Greta Thunberg, ndr), ha detto anche qualcosa?”, ha chiesto il capo di Stato brasiliano, che ha festeggiato il suo primo anno al potere. Le critiche di Macron Macron aveva accusato Bolsonaro in un’intervista alla televisione pubblica francese “France 2” di “sostenere progetti economici disastrosi per la foresta amazzonica” e lo aveva avvertito che non gli sarà permesso di “distruggere tutto“. “Rispettiamo la sua sovranità, ma sulla questione dell’Amazzonia non possiamo lasciargli distruggere tutto“, aveva detto, e poi lasciato in sospeso la ratifica dell’accordo commerciale tra l’Unione Europea (Ue) e il Mercosur (Argentina, Argentina, Paraguay e Uruguay). Macron aveva anche affermato che a un certo punto sarebbe necessario discutere della possibilità di conferire all’Amazzonia uno “status internazionale” per impedire la sua distruzione o che […]
Riceviamo e volentieri pubblichiamo Una sentenza del Tribunale superiore di giustizia di Castiglia e León ha annullato il programma di abbattimento del lupo per il 2016-2019. Sono stati abbattuti 91 lupi nel 2016 e 82 lupi nel 2017. La Giunta è stata condannata a pagare € 842.751 di risarcimento, cioè € 9.261 per ciascuno dei 91 lupi abbattuti nel 2016 (LAC Liguria, 3 gennaio)
«Dal primo gennaio 2020 il tenore massimo di zolfo dei combustibili per uso marittimo scende dal 3,5% allo 0,5% a livello globale. In questo modo – si legge in una nota della Commissione europea – si riduce l’inquinamento atmosferico a tutela della salute e dell’ambiente. Le emissioni di ossidi di zolfo (SOx) prodotte dai motori a combustione delle navi causano le piogge acide e generano polveri sottili che possono portare a malattie respiratorie e cardiovascolari e a una riduzione dell’aspettativa di vita». I trasporti marittimi hanno un impatto diretto sulla qualità dell’aria in molte città costiere europee. I gas di scarico delle navi costituiscono una fonte importante di inquinamento atmosferico, anche a causa delle emissioni di ossidi di zolfo derivanti dall’olio combustibile utilizzato. Gli ossidi di zolfo sono nocivi per le vie respiratorie umane e rendono difficoltosa la respirazione. Il tenore di zolfo degli oli combustibili tradizionalmente utilizzati per la propulsione può arrivare fino al 3,50%. Per fare un paragone, il tenore di zolfo dei combustibili utilizzati per camion e auto non deve superare lo 0,001%. La direttiva europea sul tenore di zolfo del 2012, riveduta nel 2016, ha ridotto le emissioni di SOx fissando un tenore massimo di zolfo consentito per i combustibili per uso marittimo e ha integrato nel diritto dell’Ue nuove norme stabilite dall’Organizzazione marittima internazionale, applicabili sia all’interno che all’esterno delle aree protette a livello regionale. Secondo l’International marine organization (IMO),«limitare le emissioni di ossidi di zolfo (SOx) provenienti dalle navi permette di ridurre l’inquinamento atmosferico e di offrire un ambiente più sano. La riduzione delle emissioni di SOx permette anche di ridurre i particolati che sono delle minuscole particelle nocive che si formano quando il combustibile viene bruciato. Nel 2016, la Finlandia ha presentato uno studio al Marine Environment Protection Committee (MEPC) dell’IMO che esaminava gli […]