MARCHE, UN MILIONE DI ANIMALI UCCISI IN OGNI STAGIONE VENATORIA!

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Finalmente la Regione Marche ha reso noti i dati relativi agli abbattimenti nelle stagioni venatorie 2016/17 e 2017/18.

I numeri sono veramente impressionanti e danno il quadro dell’impatto dell’attività venatoria sulla fauna selvatica marchigiana e dei danni irreversibili alla biodiversità.

Ogni anno, secondo i dati della Regione Marche, vengono uccisi per divertimento dagli oltre 24.000 cacciatori marchigiani circa 500.000 esemplari di fauna selvatica, in maggioranza uccelli migratori.

Ma il numero è sicuramente e ampiamente sottostimato, se si considerano i criteri con cui vengono elaborati e forniti i dati.

Innanzitutto quello rilevato dai tesserini di caccia è relativo al numero di abbattimenti effettuati dai cacciatori con residenza venatoria nell’ATC indicato, quindi non tiene conto degli abbattimenti effettuati in altri ATC.

Di questo abbiamo una prova empirica, per lo meno per la specie storno: la Regione, nelle tabelle pubblicate sul nuovo Piano Faunistico Venatorio, dichiara 93.282 esemplari abbattuti nel 2016 e 78.033 nel 2017.

Ma da documenti della stessa Regione Marche trasmessi nel 2018 all’ISPRA (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale) sappiamo che nel 2016 vennero abbattuti 114.108 esemplari di Storno, mentre nel 2017 gli abbattimenti furono 87.621, numeri quindi di gran lunga superiori di almeno il 15%!

Inoltre, esso non tiene conto di tutti gli abbattimenti non annotati e quindi che di fatto spariscono dal conteggio, come i capi abbattuti o mortalmente feriti e mai ritrovati, ad esempio nella caccia ai colombacci, dove i capi non recuperati sono moltissimi.

Se consideriamo che la mancata annotazione sul tesserino regionale è la violazione più comune accertata dagli organi di vigilanza, possiamo solo immaginare quanti animali uccisi scompaiano dalle statistiche!

Infine, non sono conteggiati tutti gli animali vittime di bracconaggio, di catture illegali e delle catture legali dei corvidi, di cui non si hanno dati disponibili per la maggior parte degli ATC.

Anche gli stessi dati forniti dalla Regione appaiono quantomeno contraddittori: per tre specie ad esempio (beccaccino, combattente e cornacchia grigia) i dati sono identici, per cui c’è sicuramente un grossolano errore, frutto del copia-incolla o della superficialità.

Possiamo quindi valutare, con buona approssimazione, che la vera cifra dell’impatto della caccia sulla fauna selvatica delle Marche sia di circa un milione di esemplari abbattuti ad ogni stagione venatoria.

Questo vuol dire che mediamente ogni anno, ogni cacciatore abbatte circa 40 animali che appartengono all’intera collettività, essendo la fauna selvatica patrimonio indisponibile dello Stato, pagando oltretutto una cifra irrisoria per appropriarsi di questo preziosissimo bene ambientale 

(Associazione Amici Animali Osimo, ENPA Marche, LAC Marche, LAV Marche, LIPU Marche, Bird Life, La Lupus in Fabula, WWF Marche, 7 gennaio 2020).

 

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