“L’umanità sta combattendo una guerra suicida contro la natura che reagisce e risponde con uragani, incendi e gravi siccità in molte regioni del mondo” ma l’azione dell’uomo “non distruggerà il pianeta che continuerà a girare intorno al sole per milioni di anni ma distruggerà se stessa e la possibilità di vivere sulla terra“. Lo ha dichiarato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres nel corso della cerimonia che ha designato Lisbona capitale verde d’Europa per il 2020. Il Segretario generale ha ricordato che le emissioni globali di gas a effetto serra sono in aumento e con l’innalzamento delle temperature crescono le catastrofi naturali. Per Guterres il 2020 può essere l’anno in cui la lotta ai cambiamenti climatici diventa più efficace e tre sono le occasioni per fermare la guerra dell’uomo contro la natura: la conferenza degli Stati sulla biodiversità, la conferenza sugli oceani che si terrà a Lisbona in giugno e la riunione COP26 che permetterà ai Paesi di adottare misure concrete contro i cambiamenti climatici. Guterres ha sottolineato che tutti questi grandi eventi si svolgeranno in un momento in cui tre battaglie sono in corso: quella per la biodiversità, dove un milione di specie stanno scomparendo, la battaglia per il degrado degli oceani, con crescente inquinamento, plastica, e, infine, la battaglia per rendere l’accordo di Parigi uno strumento efficace per combattere il cambiamento climatico. Secondo il capo dell’Onu la comunità internazionale sa esattamente cosa fare: “Non possiamo lasciare che le temperature aumentino di oltre 1,5 gradi entro la fine del secolo, e per questo è necessario abbandonare i combustibili fossili”. Guterres ha infine sottolineato che un altro fattore di speranza è la crescente mobilitazione dei giovani, che richiede “la volontà politica di guidare queste trasformazioni“. (ANSA del 15 gennaio 2020, ore 11:36)
Archivi Giornalieri: 15 Gennaio 2020
La decisione dell’antiterrorismo britannica di inserire nella lista delle organizzazioni “ideologicamente estremiste” gli ambientalisti radicali ma pacifisti di Extinction Rebellion sta dividendo il Regno Unito. I militanti ecologisti sono stati protagonisti di insistite azioni di protesta e di blocco dei trasporti pubblici nei mesi scorsi in giro per globo per denunciare i cambiamenti climatici e Londra è stata uno degli epicentri della protesta. La lista I suoi militanti l’anno scorso sono stati già oggetto di un divieto di manifestazione imposto da Scotland Yard dopo che oltre mille di loro erano stati fermati in seguito all’ultima ondata di proteste. Il divieto è stato però contestato in tribunale e infine ritenuto illegale da una Corte del Paese. Ora Extinction Rebellio è tornata alla ribalta dopo che il Guardian ha rivelato che a novembre è stata inserita, insieme ad organizzazioni neonaziste e islamiche radicali, nell’elenco delle ideologie estremiste destinata a funzionari di polizia, organizzazioni governative e insegnanti, che per legge devono denunciare eventuali rischi di radicalizzazione. Paese diviso La stessa polizia ha fatto poi autocritica, affermando che la mossa è stata forse troppo azzardata, ma solo dopo che nel Paese è scoppiata la polemica che ha diviso le forze politiche. La ministra Tory dell’Interno, Priti Patel, pur affermando che non si tratta certo di terroristi, ha sostenuto che ER pone comunque “una serie di rischi per la sicurezza“. Keir Starmer, il candidato più probabile alla successione di Jeremy Corbyn alla guida del Labour, ha invece bollato la scelta come “completamente sbagliata e controproducente” difendendo il “diritto alla protesta” e affermando che “le campagna per un’azione sulla crisi climatica sono estremamente importanti”. (Articolo pubblicato con questo titolo il 13 gennaio 2020 sul sito online “Europa Today”)
La Commissione europea ha presentato oggi nuovi dettagli sul piano d’investimenti che dovrà dare corpo al Green deal – una nuova strategia di sviluppo per l’Ue, che punta a raggiungere al contempo un impatto climatico zero entro il 2050 –, e delineato i contorni del meccanismo pensato affinché questa transizione sia giusta anche dal punto di vista sociale. «Al centro del Green deal europeo, che racchiude la nostra visione per un’Europa climaticamente neutra entro il 2050, ci sono le persone. La trasformazione che ci si prospetta è senza precedenti e avrà successo solo se è giusta e va a beneficio di tutti – argomenta la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen – Il piano presentato oggi, finalizzato a mobilitare (tra fondi pubblici e privati, ndr) almeno 1000 miliardi di euro, indicherà la rotta da seguire e provocherà un’ondata di investimenti verdi». Mille miliardi di euro nei prossimi dieci anni, con un piano che si articola in tre dimensioni: quello prettamente economico, dove il bilancio Ue «destinerà all’azione per il clima e l’ambiente una quota di spesa pubblica senza precedenti, attirando i fondi privati», attraverso un ruolo di primo piano da parte della Banca europea per gli investimenti; la definizione di un quadro normativo con incentivi per sbloccare e riorientare gli investimenti pubblici e privati; la Commissione fornirà infine sostegno alle autorità pubbliche e ai promotori in fase di pianificazione, elaborazione e attuazione dei progetti sostenibili. In questo contesto, un ruolo chiave sarà rivestito dal “meccanismo per una transizione giusta”, ovvero uno strumento che fornirà un sostegno mirato a quelle regioni dove la transizione ecologica dovrà essere particolarmente intensa, nell’intento di mobilitare almeno 100 miliardi di euro nel periodo 2021-2027 per attenuare l’impatto socioeconomico del cambiamento. «L’indispensabile transizione verso la neutralità climatica migliorerà il benessere delle persone e aumenterà la competitività europea, ma – spiega […]
Si comunica che Domenica 2 Febbraio 2020 alle 10,30 è convocata a Rende (CS) presso l’agriturismo Quercia (la casa del contadino, via Rocchi 3) l’ Assemblea di VAS ONLUS – Verdi Ambiente e Società, per discutere dei seguenti punti: 1. Relazione del coordinatore sullo stato dell’ associazione 2. Rinnovo delle cariche 3. Presentazione del programma di Vasecoturismo 2020 4. Tesseramento 2020 Al termine dell’ assemblea per chi lo vorrà, potrà rimanere a pranzo presso l’agriturismo costo 20,00euro (Antipasto della casa, primo, secondo, contorno, frutta acqua e vino). Invio in allegato programma Vasecoturismo. Cordiali saluti Pino Boccia Vascalabria
Secondo il nuovo studio “Intense human pressure is widespread across terrestrial vertebrate ranges” – pubblicato su Global Ecology and Conservation da un team internazionale di ricercatori e della Wildlife Conservation Society (Wcs) al quale ha partecipato anche Moreno Di Marco del Dipartimento di biologia e biotecnologie dell’università La Sapienza di Roma – la fauna selvatica del pianeta sta subendo sempre di più il peso dell’umanità. L’impronta umana esamina l’impatto della popolazione umana (densità di popolazione, densità di abitazioni), accessi umani (strade, ferrovie), utilizzo antropico del suolo (aree urbane, agricoltura, silvicoltura, miniere, grandi dighe) e infrastrutture elettriche (corridoi delle utility), pressioni umane note come volani dell’attuale crisi di estinzione delle specie. Utilizzando il data-set più completo sull’“human footprint”, i ricercatori hanno riscontrato fortissime pressioni umane in tutti gli areali di 20.529 specie di vertebrati terrestri. Ben 17.517 specie, l’85% di quelle valutate, hanno la metà dei loro reali esposti a un’intensa pressione umana, con 3.328 specie, il 16%, che vedono il loro areale interamente invaso dagli esseri umani. Lo studio evidenzia che «i vertebrati terrestri minacciati di estinzione e le specie con piccoli areali sono esposti in modo sproporzionato all’intensa pressione umana». Altre 2.478 specie ritenute “meno preoccupanti” presentano considerevoli estensioni dei loro areali che si sovrappongono a aree interessate da forti pressioni antropiche, «il che può indicare un rischio di un loro declino», dicono alla Wcs Gli autori dello studio sono convinti che questi risultati possano migliorare il modo in cui viene valutata la vulnerabilità delle specie, con ricadute positive per molte altre aree della conservazione: «Ad esempio – sottolinea la Wcs – i dati possono aiutare le attuali valutazioni dei progressi rispetto agli obiettivi di Aichi del 2020, in particolare l’obiettivo 12, che si occupa di prevenire le estinzioni, e l’obiettivo 5, che si occupa di prevenire la perdita di habitat naturali». Il principale autore dello […]
La Banca europea per gli investimenti (Bei) ha pubblicato la seconda edizione della sua Indagine sul clima, condotta insieme alla Bva, una società di consulenza specializzata in ricerche di mercato. Bei e Bva spiegano che «l’indagine è un indicatore di come i cittadini percepiscono il fenomeno dei cambiamenti climatici nell’Unione europea, negli Stati Uniti d’America e in Cina. La seconda serie di risultati fa luce sulle azioni che i singoli cittadini contano di fare per contrastare i cambiamenti climatici». Il rapporto evidenzia che «anche i cittadini di altre parti del mondo si dimostrano disposti ad agire fattivamente contro i cambiamenti climatici nel 2020. Sul tema del ridurre il consumo della plastica il consenso è chiaro: l’81% degli americani, il 93% degli europei e il 98% dei cinesi dicono di aver l’intenzione di comprare meno prodotti di plastica. In ogni caso, per quanto riguarda l’abitazione, gli atteggiamenti non sono uniformi: oltre il 94% degli intervistati cinesi intende passare a un fornitore di energia verde, mentre solo il 70% degli europei e il 64% degli americani ha in conto di farlo. Un andamento analogo emerge nella propensione a investire in fondi verdi: oltre l’86% della popolazione in Cina è ben disposta a farlo nel 2020, mentre quella degli Stati Uniti lo è per il 56% e quella europea per il 52%». Commentando il rapporto, la vicepresidente della Bei Emma Navarro, responsabile dell’Azione per il clima e dell’ambiente, ha detto: «Mi entusiasma vedere quanto i cittadini europei si impegnino nella nostra lotta comune contro i cambiamenti climatici. Le azioni individuali positive per il clima creano quelle tendenze economiche e sociali nelle nostre società che saranno d’aiuto nel risolvere la problematica dei cambiamenti climatici. La Banca europea per gli investimenti è decisamente impegnata a fornire i mezzi che consentono ai cittadini di portare […]
Virginia Raggi e Dario D’Innocenti a Falcognana Troppo vicini ai centri abitati e agli aeroporti: anche i nostri siti, è il messaggio lanciato, non sono idonei. Fare un passo indietro su Monte Carnevale e realizzare la discarica di Roma nel IX municipio? Non se ne parla. Così il minisindaco grillino Dario D’Innocenti, con una lettera inviata oggi alla sindaca Raggi, ha cominciato ad alzare le sue barricate. Per il momento resta ferma l’ipotesi di allestire l’invaso a Monte Carnevale, nella Valle Galeria. Nessun passo indietro ufficiale. Ma alla luce dei pareri tecnici negativi, quattro in totale, arrivati sulla scrivania della prima cittadina, si starebbero comunque valutando altri luoghi possibili. “Stiamo guardando al IX municipio, Raggi si è detta disponibile a fare delle valutazioni in merito” ha ammesso ai nostri taccuini lo stesso presidente della commissione Ambiente Daniele Diaco, presente sabato scorso alla grande manifestazione organizzata dai comitati contro la “Malagrotta bis”. Parole sufficienti per mettere le mani avanti. “Abbiamo rilevato almeno due fattori escludenti la possibilità di realizzare degli impianti di conferimento, anche temporanei e/o aree di stoccaggio nei siti di cui in oggetto: la distanza minima di 1000 metri dai centri abitati; la distanza minima di 13 km dagli aeroporti”, scrive il presidente del parlamentino, come riporta l’agenzia di stampa Dire. Aveva giusto terminato i festeggiamenti a Falcognana prima di Natale, con tanto di brindisi a fianco di Raggi che prometteva: “Mai una discarica su questo territorio”. Ed ecco che nemmeno un mese dopo il quadro potrebbe addirittura ribaltarsi. In testa ai siti possibili c’è la discarica di inerti della Adrastea a via Canestrini (alla quale di recente la regione Lazio è stato autorizzato un ampliamento di circa 460mila metri cubi). Troppo vicina al centro abitato di Selvotta, “distante 968 metri” all’aeroporto di Ciampino, a 8,3 chilometri. Scorrendo l’elenco dei siti troviamo l’impianto QuattroA in via della Selvotta, […]