Il Green deal europeo prende forma, 1000 miliardi di euro in dieci anni per clima e lavoro

 

La Commissione europea ha presentato oggi nuovi dettagli sul piano d’investimenti che dovrà dare corpo al Green deal – una nuova strategia di sviluppo per l’Ue, che punta a raggiungere al contempo un impatto climatico zero entro il 2050 –, e delineato i contorni del  meccanismo pensato affinché questa transizione sia giusta anche dal punto di vista sociale.

«Al centro del Green deal europeo, che racchiude la nostra visione per un’Europa climaticamente neutra entro il 2050, ci sono le persone.

La trasformazione che ci si prospetta è senza precedenti e avrà successo solo se è giusta e va a beneficio di tutti – argomenta  la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen – Il piano presentato oggi, finalizzato a mobilitare (tra fondi pubblici e privati, ndr) almeno 1000 miliardi di euro, indicherà la rotta da seguire e provocherà un’ondata di investimenti verdi».

Mille miliardi di euro nei prossimi dieci anni, con un piano che si articola in tre dimensioni: quello prettamente economico, dove il bilancio Ue «destinerà all’azione per il clima e l’ambiente una quota di spesa pubblica senza precedenti, attirando i fondi privati», attraverso un ruolo di primo piano da parte della Banca europea per gli investimenti; la definizione di un quadro normativo con incentivi per sbloccare e riorientare gli investimenti pubblici e privati; la Commissione fornirà infine sostegno alle autorità pubbliche e ai promotori in fase di pianificazione, elaborazione e attuazione dei progetti sostenibili.

In questo contesto, un ruolo chiave sarà rivestito dal “meccanismo per una transizione giusta”, ovvero uno strumento che fornirà un sostegno mirato a quelle regioni dove la transizione ecologica dovrà essere particolarmente intensa, nell’intento di mobilitare almeno 100 miliardi di euro nel periodo 2021-2027 per attenuare l’impatto socioeconomico del cambiamento.

«L’indispensabile transizione verso la neutralità climatica migliorerà il benessere delle persone e aumenterà la competitività europea, ma – spiega Frans Timmermans, vicepresidente per il Green deal – sarà più impegnativa per i cittadini, i settori e le regioni che dipendono in maggior misura dai combustibili fossili.

Il meccanismo per una transizione giusta aiuterà chi ne ha più bisogno, è così che ci impegniamo a perseguire la solidarietà e l’equità».

In sostanza il meccanismo sarà composto da tre fonti principali di finanziamento: il Fondo per una transizione giusta, per il quale saranno stanziati 7,5 miliardi di euro di nuovi fondi Ue, per attingere ai quali gli Stati membri dovranno individuare i territori ammissibili mediante appositi piani territoriali per una transizione giusta, di concerto con la Commissione (ciò dovrebbe tradursi in finanziamenti totali dell’ordine di 30-50 miliardi di euro); un sistema specifico nell’ambito di InvestEU, che punta a mobilitare fino a 45 miliardi di euro; uno strumento di prestito per il settore pubblico in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti (col quale si conta di mobilitare 25-30 miliardi di euro).

«Nei prossimi anni la vita lavorativa di milioni di europei cambierà. Dobbiamo intervenire affinché la futura forza lavoro possa prosperare – aggiunge il commissario per il Lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit – Nessuno Stato, nessuna regione e nessuna persona possono essere lasciati indietro».

Sarà un cambiamento epocale, dove la crisi climatica è uno dei più importanti fattori di transizione ma non l’unico.

La transizione verso un’economia a impatto climatico zero, la digitalizzazione e i cambiamenti demografici di un continente che sta invecchiando impongono una nuova strategia di sviluppo e al contempo nuovi strumenti a sostegno dei diritti sociali: salari minimi equi per i lavoratori Ue, una strategia per la parità di genere, l’aggiornamento della garanzia per i giovani e un regime europeo di riassicurazione contro la disoccupazione sono i principali pilastri sui quali la Commissione Ue propone di impostare il salto verso il futuro del Vecchio continente.

(Articolo di Luca Aterini, pubblicato con questo titolo il 14 gennaio 2020 sul sito online “Greenreport.it”)

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