Smog: a Torino è allerta viola e a Roma è Mal’Aria. «Siamo in emergenza, la stessa emergenza, da 40 anni»

 

Dopo l’Emilia Romagna, In osservanza dell’accordo di bacino Padano per il miglioramento della qualità dell’aria in vigore dal 1 ottobre 2019, sono scattati nuovi blocchi al traffico veicolare in 24 comuni della Città Metropolitana di Torino.

Dopo 20 giorni consecutivi di sforamento del limite di 50 µg/m3 di PM10, è infatti scattata l’allerta “viola”.

Il presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Giorgio Prino, ironizza: «Con il raggiungimento dell’allarme viola, il nostro territorio ha raggiunto un nuovo record da inserire in bacheca e di cui essere orgogliosi Da settimane registriamo livelli di PM10 quasi costantemente doppi rispetto ai limiti di legge, non solo a Torino e nei 24 Comuni della cintura , ma su tutto il territorio regionale: Asti, Alessandria, Novara, Alba, Bra, Tortona, Casale, Novi sono solo alcuni dei Comuni che hanno registrato concentrazioni fuori legge.

Ormai da tempo immemore ci dobbiamo confrontare con lo stesso problema tutti gli anni e si continua a farlo con provvedimenti “emergenziali”.

Siamo in emergenza, la stessa emergenza, da quarant’anni, ed è inaccettabile che la politica si sia fatta cogliere ancora una volta impreparata! I novecento morti di smog all’anno nella sola città di Torino dimostrano chiaramente come nel nome della “libertà” personale si stia mettendo fortemente a rischio la salute pubblica. Riteniamo la misura colma: è giunto il momento di pensare seriamente a misure strutturali».

In Piemonte il dossier Green New Deal Italiano di Legambiente individua 7 opere incomplete ma strategiche, alcune delle quali essenziali per la lotta all’inquinamento atmosferico.

Innanzitutto il completamento della Metropolitana torinese: è impensabile che a 14 anni dall’inaugurazione della prima tratta, ancora non si sia completata la Linea 1 e che della Linea 2 sia solo sulla carta.

In secondo luogo l’ultimazione e la messa in funzione delle stazioni ferroviarie sotterranee di Dora e Zapata che darebbero nuovo respiro e nuove possibilità al Servizio Ferroviario Metropolitano di Torino. Infine la riapertura delle 14 linee ferroviarie soppresse a seguito dei tagli regionali del 2011-12:  480 km di linee in un bacino che conta quasi un decimo della popolazione regionale.

Prino evidenzia che «sulla città di Torino i dati Arpa dicono che la prima fonte di inquinamento è il traffico veicolare.

È dunque necessario favorire nuove forme di mobilità urbana meno impattanti ed inquinanti a partire da quella ciclistica con nuove e più sicure tratte ciclabili, per arrivare all’implementazione di un sistema di trasporto pubblico dalla maggiore efficienza ed efficacia, che non si fermi ad un semplice rinnovo della flotta (peraltro necessario) e senza sottovalutare nuove forme di mobilità urbana (penso al microelettrico) e la possibilità di spostamenti intermodali.

Politica ed aziende devono dialogare maggiormente, per pensare insieme a giuste incentivazioni, economiche ma non solo, per la mobilità dolce casa-lavoro e casa-scuola e per rendere lo smartworking realmente assimilato e diffuso. Insomma, nella città che ha il maggior numero di auto per abitante è necessario cambiare mentalità, instaurare un nuovo rapporto col mezzo automobilistico privato, limitandone fortemente l’uso, ed è necessario creare le possibilità perché ciò possa accadere».

E anche a Roma la prima metà di gennaio 2020 si è conclusa all’insegna dello Smog e Legambiente Lazio ricorda che dai dati delle centraline di Ara Lazio emerge che «a Roma c’è Mal’aria da inizio anno» e che il 15 gennaio «ben 9 centraline su 13 hanno continuato a segnare sforamenti dei limiti: record negativo nella centralina su Via Tiburtina con 74 ug/m3 e 13 giorni su 15  oltre i limiti, picco romano registrato alla centralina Preneste con 140 ug/m3 il 1 gennaio».

Ancora peggio nella provincia di Frosinone con 14 giorni su 15 fuori i limiti alle centraline di Frosinone Scalo, Cassino e Caccano; 13 giorni di smog ad Alatri e 11 a Ferentino.

A Latina anche 11 giorni di superamenti alla centralina di Via Tasso, nella città metropolitana di Roma 12 superamenti a Ciampino.

In provincia di Viterbo 7 superamenti nel comune di Civita Castellana, inclusa la giornata di ieri.

Intanto i modelli previsionali di ARPA Lazio prevedono almeno per altri 3 giorni una condizione costantemente inquinata.

Il picco registrato di polveri sottili nel Lazio da inizio anno è stato segnato a Ceccano (FR) con 179 ug/m3 il 4 gennaio, peggior situazione di ieri (15 gennaio) a Cassino (FR) con 147 ug/m3.

Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, conclude: «La situazione per ambiente e salute è grave e i comuni si permettono di proporre provvedimenti tardivi o deboli o di non fare assolutamente nulla.

Roma ha bloccato i diesel e va bene, ma con troppi giorni di ritardo rispetto all’inizio dell’emergenza e visto il perdurare della problematica è chiaramente ancora troppo poco, lo stop che ora è previsto in due fasce orarie di mattina e di sera, deve durare tutto il giorno e riguardare anche le altre vetture.

Gravissima la situazione anche in tante altre città dove l’aria è inquinata da inizio anno, poche amministrazioni hanno messo in campo provvedimenti e, laddove ci sono stati sono a dir poco deboli per contrastare le emissioni di smog: bisogna abbattere le emissioni inquinanti con regole stringenti sul trasporto e sulle modalità di riscaldamento.

Per il lungo periodo la cura del ferro, il potenziamento e l’ammodernamento dei mezzi pubblici collettivi, è l’unica vera ricetta che può garantire un futuro senza Mal’Aria».

Sulla questione interviene anche il Wwf che ricorda che «con i limiti alla circolazione dei veicoli diesel imposto dal Comune di Roma, così come da altri comuni soprattutto del Nord, a seguito dei livelli allarmanti di inquinamento è ricominciata la polemica sui blocchi del traffico che sono stati disposti.

Si è poi aperto un dibattito sul fatto che inquinano molto più il riscaldamento che non i diesel e dunque i blocchi del traffico sarebbero inutili.

Che i veicoli diesel inquinino, anche gli euro 6, lo hanno dimostrato i test effettuati a livello europeo da Transport&Environment.

Per di più gli stessi test hanno dimostrato che i livelli di emissioni delle polveri ultrafini, più dannose per la salute anche se attualmente non regolamentate, sono aumentati in modo esponenziale nei nuovi veicoli.

È ovvio che occorre dettare regole anche per i riscaldamenti, altra importantissima fonte di inquinamento, ma una scelta non esclude l’altra.

Che i blocchi del traffico non siano una soluzione è vero perché rientrare nei parametri di legge per un breve periodo non è certo una soluzione, ma non per questo non devono essere fatti.

Hanno il merito di indicare ai cittadini che abbiamo raggiunto e superato i livelli di guardia ricordando quanto stretto sia il legame tra le patologie e l’inquinamento specie nel nostro Paese che in questo settore è spesso in testa alle classifiche Ue.

In molti Paesi si stanno proponendo misure per la messa al bando della vendita dei veicoli diesel ed anche in Italia occorrerebbe prevedere scadenze precise rivedendo il modello dei trasporti nella sua interezza, favorendo e diversificando l’offerta di trasporto pubblico pulito e dando un impulso straordinario alle infrastrutture per l’elettrificazione del trasporto. Il blocco del traffico da parte dei Sindaci in caso di superamento dei limiti delle polveri sottili è comunque un atto dovuto.

I parametri sono fissati per legge ed applicano una precisa direttiva comunitaria finalizzata alla tutela della salute dei cittadini».

Secondo il Panda, «ha fatto bene Gianfranco Amendola (noto magistrato e caposcuola del diritto ambientale) ad evidenziare come lo smog nella capitale sia in stretta relazione con il traffico veicolare e come sia urgente una soluzione strutturale che attraverso il potenziamento dei trasporti pubblici porti alla costruzione di una città a misura di autoveicolo: una direzione sulla quale bisogna investire subito e con determinazione per migliorare la qualità della vita e la salute dei cittadini».
Anche per il Wwf il tema degli investimenti strutturali che non è rimandabile ma ci sono altre 3 questioni spinose che vanno affrontate: «Il numero abnorme dei veicoli circolanti in Italia, soprattutto all’interno delle città; l’effetto “monito” dei blocchi del traffico e la necessità ed efficacia dei controlli; il rapporto che esiste tra emissioni e velocità dei veicoli.

In Italia si stimano circa oltre 62 auto ogni 100 abitanti, contro le circa 56 della Germania, le 50 della Spagna, le 48 della Francia e del Regno Unito.

Sono troppe e le nostre città (non solo quelle storiche) non sono state né pensate, né costruite per un traffico veicolare di questa portata.

Così come non è pensabile aggiungere acqua ad una vasca da bagno straboccante, non è pensabile poter aggiungere altre auto alle nostre città.

Non è solo una questione di inquinamento ma di spazio, di vivibilità. Il blocco del traffico, motivato dalle polveri sottili, diminuendo i veicoli produce sprazzi di “normalità” nella circolazione e richiama tutti alle proprie responsabilità rispetto alle modalità con cui scegliamo di muoverci».

E il Wwf fa notare a sua volta che «l’inquinamento da traffico delle aree metropolitane (specie quelle del Nord) non è determinato solo dal traffico veicolare metropolitano, ma anche da quello di attraversamento che interessa tangenziali, raccordi ed autostrade in prossimità dei grandi centri urbani.

Questo incide direttamente sulla qualità dell’aria. In Olanda, per diminuire le emissioni la velocità sulle autostrade il limite di velocità è stato ridotto a 100km/h durante il giorno.

Da noi è un tema che, semplicemente, non si affronta. In conclusione, non sarà mai un solo intervento a migliorare la situazione, ma una strategia in cui l’effetto sarà ottenuto dalla sommatoria di più misure.

Una strategia che ormai è indifferibili visto i livelli di inquinamento a cui sono sottoposte le nostre città».

(Articolo pubblicato con questo titolo il 17 gennaio 2020 sul sito online “greenreport.it”)

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