Luci e ombre del riconoscimento dei parchi nazionali come Zone Economiche Ambientali (ZEA)

 

La prima idea di una ZEA (Zona Economica Ambientale) è nata nel Cilento e precisamente nel 2018 quando durante una sua visita a Valle dell’Angelo del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa gli fu portata questa idea, che un anno dopo lui ha voluto inserire all’interno della bozza del decreto legge n. 111 “per il contrasto dei cambiamenti climatici e la promozione dell’economia verde“, cosiddetto “Decreto clima”, approdato in Consiglio dei Ministri il 19 settembre 2019.

Vi viene introdotta la Zona Economica Ambientale, area beneficiaria di un regime economico speciale il cui ambito territoriale coincide con quello dei Parchi nazionali italiani.

Nella mattinata del 14 ottobre 2019 il Ministro Costa si è recato a Pescasseroli per l’insediamento ufficiale dei nuovi vertici del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, alla guida del quale aveva nominato di recente Giovanni Cannata, facendo chiaramente capire che la nuova battaglia per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente parte proprio dall’Abruzzo.

Ha motivato questa sua visita nel seguente modo: «Sono venuto prima qui per un fatto affettivo: le mie radici sono marsicane (Luco dei Marsi e Collelongo ndr).

Ma anche e soprattutto perché, vista la complessità, la bellezza e la storia di questo Parco, ho sempre pensato l’Italia come un “Paese Parco”, che non vuol dire vincolare l’Italia, ma fare in modo che gli scrigni della natura di cui è composta la nostra Penisola siano un hub di crescita economica, naturale, green.

Sia qualcosa di nuovo rispetto al panorama non italiano ma europeo.

Ed è, quindi, giusto che io canalizzi per quei cittadini, per quelle istituzioni che si trovano a vivere nei Parchi che danno un valore aggiunto al Paese Italia, dal punto di vista del cambiamento climatico, dal punto di vista culturale, naturalistico, etico le giuste risorse economiche per sostenere questa visione».

Ha quindi fatto il seguente annuncio: «Abbiamo in animo, con la legge di stabilità, di costituire le Zone economiche ambientali per i Parchi affinché possano godere delle fiscalità di vantaggio.

Vuol dire dare un di più non solo in termini economici, ma anche normativi, alle persone che vivono nei Parchi.

In questo modo riusciamo a trattenere le persone, a non desertificare questi territori, ma anche a creare sviluppo».

Ha ribadito la stessa intenzione nel pomeriggio, quando si è recato nel centro dell’Aquila insieme al sindaco Pierluigi Biondi e al Presidente della Regione Marco Marsilio:  «Sto negoziando perché nella legge di Stabilità ci sia la misura che fa dei parchi delle zone economiche ambientali (Zea), ossia luoghi con una fiscalità di vantaggio e delle facilitazioni normative per aziende e cittadini che operino investimenti green».

Quello stesso giorno il Governo ha comunicato alla Presidenza del Senato il disegno di legge AS 1547 concernente la “Conversione in legge del decreto legge n. 111, recante misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell’aria e proroga del termine di cui all’articolo 48, commi 11 e 13, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229”.

L’art. 4 prevedeva soltanto  azioni per la riforestazione urbana: in sede di emendamenti è stata proposta l’aggiunta di un art. 4-ter dedicato alle “Misure per contrastare i cambiamenti climatici e migliorare la qualità dell’aria nelle aree protette nazionali e nei centri urbani”.

Due giorni dopo, 16 ottobre 2019, il Ministro Costa ha partecipato al Forum dell’ANSA ed ha parlato di una norma «pensata e nata nelle stanze del ministero» contemplata dal decreto Clima, che riguarda i parchi nazionali.

Per il ministro «ai cittadini e alle aziende verdi che vivono lì vogliamo dire che li aiutiamo a preservare quel territorio.

E per questa mission possono avere un vantaggio fiscale

Penso che in Italia si debbano creare le Zea, Zone economiche ambientali, i parchi che producono benefici economici ambientali e culturali, oltre che vantaggi eco-sistemici

Il 21 novembre 2019 il Senato ha approvato Il disegno di legge AS 1547 con l’aggiunta dell’art. 4-ter
relativo alle “Misure per contrastare i cambiamenti climatici e migliorare la qualità dell’aria nelle aree protette nazionali e nei centri urbani”.

Il Ministro Costa ha rilasciato al riguardo la seguente dichiarazione: «Primo pilastro del Green New Deal.

Il dibattito parlamentare lo ha arricchito e migliorato.

E ora velocemente alla Camera per approvare la prima legge del governo sul clima. »

Il 22 novembre 2019 il deputato del M5S Fabio Berardini ha rilasciato a sua volta la seguente dichiarazione riguardo agli emendamenti governativi al decreto-clima: «Uno di questi, riguarda l’istituzione delle ZEA, Zone Economiche Ambientali.

Parliamo di zone che prevedono agevolazioni e vantaggi fiscali per i comuni che sono nelle aree dei Parchi nazionali o per tutte le persone che volessero aprire al loro interno attività imprenditoriali, chiaramente ecosostenibili.

In Abruzzo, polmone verde d’Europa, quindi saranno costituite diverse Zea.

L’obiettivo è supportare la cittadinanza attiva di coloro che vi risiedono, attraverso forme di sostegno alle nuove imprese ed a quelle già esistenti. 

Il programma di attività economiche imprenditoriali dovrà essere orientato al contrasto ai cambiamenti climatici, all’efficientamento energetico, all’economia circolare, alla protezione della biodiversità.

Inoltre, le imprese beneficiare beneficiarie dovranno mantenere la loro attività nell’area ZEA per almeno sette anni dopo il completamento dell’investimento oggetto delle agevolazioni, pena la revoca dei benefici concessi. 

Quindi un’ottima opportunità per le micro, piccole e medie imprese con sede legale e operativa nei Comuni aventi almeno il 45% della propria superficie compreso all’interno di una ZEA.

Inoltre sempre in ambito di miglioramento della qualità ambientale dell’aria e della riduzione delle emissioni di polveri sottili in atmosfera, sono previsti finanziamenti ai comuni.

I centri urbani che programmeranno interventi di riduzione delle emissioni climalteranti degli impianti di riscaldamento alimentati a biomassa, di diffusione del trasporto pubblico a basse emissioni, di efficientamento energetico degli edifici, potranno beneficiare anche di questo fondo».

Da notare che secondo il deputato grillino l’intero territorio del parco nazionale d’Abruzzo (e con lui di tutti gli altri 23 parchi nazionali) non è riconosciuto come un’unica Zona Economiche Ambientale, dal momento che prevede che vi verranno costituite diverse ZEA.

Il 10 dicembre 2019 la Camera ha votato la fiducia posta dal Governo sul decreto legge clima, fortemente voluto dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

A favore, 305 voti, 215 i contrari.

Il giorno dopo Nardo Marino, deputato del Movimento 5 Stelle, ha commentato positivamente il passaggio dell’articolo che prevede agevolazioni e vantaggi fiscali per i Comuni che ricadono nelle aree parco e per le attività imprenditoriali ecosostenibili: «Il Comune di La Maddalena, ricadendo interamente nell’area parco dell’omonimo arcipelago, godrà dei benefici previsti dal Decreto Clima che disciplina forme di sostegno alle nuove imprese ed a quelle già esistenti.

Il programma di attività economiche imprenditoriali dovrà essere orientato al contrasto ai cambiamenti climatici, all’efficientamento energetico, all’economia circolare, alla protezione della biodiversità

Le imprese beneficiare dovranno mantenere la loro attività nell’area ZEA per almeno sette anni, pena la revoca dei benefici concessi.

Si tratta di un’ottima opportunità che potrà contribuire al tanto atteso rilancio dell’Isola di La Maddalena.

Questo gioiello ambientale, uno tra i più importanti in Italia, dopo gli anni di militarizzazione e la beffa legata al G8, merita di avere una corsia preferenziale per poter sviluppare la propria economia nella direzione più naturale, quella turistica con servizi e imprese attente all’ambiente».

Il 12 dicembre 2019 è stato convertito in legge il decreto-clima.

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 292 del 13 dicembre 2019 è stata pubblicata la legge 12 dicembre 2019, n. 141 recante “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 ottobre 2019, n. 111, recante misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell’aria e proroga del termine di cui all’articolo 48, commi 11 e 13, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229”.

L’articolo 4-ter, introdotto dal Senato, ha il seguente testo:

«Art. 4-ter (Misure per contrastare i cambiamenti climatici e migliorare la qualità’ dell’aria nelle aree protette nazionali e nei centri urbani).

1. Al fine di potenziare il contributo delle aree naturalistiche a livello nazionale per il contenimento delle emissioni climalteranti e di assicurare il rispetto dei limiti previsti dalla direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell’aria, nonché di favorire in tali aree investimenti orientati al contrasto ai cambiamenti climatici, all’efficientamento energetico, all’economia circolare, alla protezione della biodiversità e alla coesione sociale e territoriale e di supportare la cittadinanza attiva di coloro che vi risiedono, IL TERRITORIO DI CIASCUNO DEI PARCHI NAZIONALI COSTITUISCE UNA ZONA ECONOMICA AMBIENTALE (ZEA).

Nell’ambito delle suddette zone possono essere concesse, nel limite delle risorse disponibili a legislazione vigente e nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato, forme di sostegno alle nuove imprese e a quelle già esistenti che avviano un programma di attività economiche imprenditoriali o di investimenti di natura incrementale compatibile con le finalità di cui all’articolo 19, comma 6, lettere a), b), d), d-bis) e h), del decreto legislativo 13 marzo 2013, n. 30, a condizione che le imprese beneficiarie mantengano la loro attività nell’area ZEA per almeno sette anni dopo il completamento dell’investimento oggetto delle agevolazioni di cui al presente comma, pena la revoca dei benefici concessi, che non siano in stato di liquidazione o scioglimento e che le attività oggetto di sostegno siano coerenti con le finalità di cui alla legge 6 dicembre 1991, n. 394.

Con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, da adottare ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono stabiliti criteri e modalità per la concessione delle misure di sostegno di cui al presente comma, assicurando il rispetto del limite delle risorse disponibili.

2. Per le finalità di cui al comma 1, nell’ambito dei progetti finanziati ai sensi dell’articolo 19, comma 6, lettere a), b), d), d-bis) e h), del decreto legislativo 13 marzo 2013, n. 30, una quota dei proventi delle aste di competenza del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare per gli anni 2020, 2021 e 2022 è destinata a contributi in favore delle micro, piccole e medie imprese con sede legale e operativa nei comuni aventi almeno il 45 per cento della propria superficie compreso all’interno di una ZEA, che svolgono attività economiche eco-compatibili, secondo modalità e condizioni definite ai sensi del comma 1.

3. Nell’ambito dei progetti finanziati ai sensi dell’articolo 19, comma 6, del decreto legislativo 13 marzo 2013, n. 30, una quota dei proventi delle aste di competenza del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare per gli anni 2020, 2021 e 2022 è destinata al rifinanziamento del fondo per le esigenze di tutela ambientale connesse al miglioramento della qualità ambientale dell’aria e alla riduzione delle emissioni di polveri sottili in atmosfera nei centri urbani, di cui all’articolo 1, comma 1, del decreto-legge 21 febbraio 2005, n. 16, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 aprile 2005, n. 58, anche per finalità di riduzione delle emissioni climalteranti e di adattamento ai cambiamenti climatici mediante interventi di riduzione delle emissioni climalteranti degli impianti di riscaldamento alimentati a biomassa, di diffusione del trasporto pubblico a basse emissioni, di efficientamento energetico degli edifici, nonché per la riduzione delle emissioni di CO2 nelle aree portuali.»

Le citate lettere a), b), d), d-bis) e h), del 6° comma dell’art. 19 del decreto legislativo n. 30 del 13 marzo 2013 riguardano nell’ordine le seguenti attività:

«a) ridurre le emissioni dei gas a effetto serra, anche contribuendo al Fondo globale per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili e al Fondo di adattamento, così come reso operativo dalla conferenza di Poznan sui cambiamenti climatici (COP 14 e COP/MOP 4), favorire l’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici e finanziare attività di ricerca e di sviluppo e progetti dimostrativi volti all’abbattimento delle emissioni e all’adattamento ai cambiamenti climatici, compresa la partecipazione alle iniziative realizzate nell’ambito del Piano strategico europeo per le tecnologie energetiche e delle piattaforme tecnologiche europee;

b) sviluppare le energie rinnovabili al fine di rispettare l’impegno comunitario di utilizzare il 20 per cento di energia rinnovabile entro il 2020 e sviluppare altre tecnologie che contribuiscano alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio sicura e sostenibile e aiutare a rispettare l’impegno comunitario di incrementare l’efficienza energetica del 20 per cento per il 2020;

d) favorire il sequestro mediante silvicoltura nella Comunità;

d-bis) rafforzare la tutela degli ecosistemi terrestri e marini, a partire dalle aree e dai siti protetti nazionali, internazionali e dell’Unione europea, anche mediante l’impiego di idonei mezzi e strutture per il monitoraggio, il controllo e il contrasto dell’inquinamento;

h) favorire misure intese ad aumentare l’efficienza energetica e l’isolamento delle abitazioni o a fornire un sostegno finanziario per affrontare le problematiche sociali dei nuclei a reddito medio-basso».

Il 16 dicembre 2019 il Senato ha approvato con 116 sì e due contrari il testo del maxiemendamento alla legge di bilancio 2020, che prevede un finanziamento fino 20  milioni  di  euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 destinati alle iniziative  da  avviare nelle  zone  economiche  ambientali.

In occasione di un incontro con i giornalisti per il consueto brindisi natalizio e la presentazione del portale ‘Sapore dei parchi’ e delle Zone economiche ambientali il 20 dicembre 2019 il Ministro Costa ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Con la legge di Bilancio arrivano 20 milioni milioni di euro per il finanziamento delle Zea, zone economiche ambientali, su base annua: un provvedimento fondamentale che darà lavoro nei Parchi Nazionali a patto che si facciano produzioni green in tutta la filiera.

Nella legge Clima abbiamo già inserito quindi la costituzione delle Zea in ogni parco nazionale.

Le aziende e le imprese green interne ai parchi o quelle che vorranno entrare nei parchi potranno quindi accedere al finanziamento e quindi alle agevolazioni.

Questo fa parte di una «visione per creare un mix di tutela della biodiversità e di promozione dell’economia sociale» ha aggiunto Costa: «l’idea delle Zea esprime questo concetto» anche perché «il Parco è fatto per vivere insieme alle persone sempre».

Il rigore del generale dei carabinieri non si è sciolto nelle vesti del ministro: «Per le nomine alla presidenza dei parchi mi arrivano pacchi e pacchi di curriculum, e li valuto tutti con grande attenzione seguendo regole e procedure» ha detto infatti il titolare del dicastero dell’Ambiente .

Poi quando Dorina Bianchi – l’unica donna tra i venti presidenti dei parchi nazionali – ha chiesto al ministro di mettere almeno tre donne tra le prossime nomine ai parchi, il ministro Costa ha scosso la testa e non ha esitato: «Per me il sesso non può essere un criterio di valutazione».

Le quote rosa non sono colorate di verde.

La successiva occasione del convegno sui parchi nazionali è stata quella di ricordare che la legge che istituisce le ZEA (approvata il precedente 12 dicembre) verrà finanziata con 20 milioni messi nella legge Finanziaria.

Le zone economiche ambientali corrispondono ai parchi nazionali e prevedono agevolazioni e vantaggi fiscali per i comuni ricadenti nelle aree del parco e per chi volesse aprire al loro interno attività imprenditoriali, chiaramente ecosostenibili.

«Per adesso dentro le Zea ci sono dentro oltre cinquecento comuni sui poco più degli ottomila che abbiano in Italia, ma speriamo siano destinati ad aumentare», ha spiegato il ministro Costa aggiungendo che «quello che l’Italia sta facendo per i parchi nazionali è unico in tutti i paesi d’Europa».

Il 23 dicembre 2019 il testo della legge di bilancio è stato approvato anche dalla Camera con 312 favorevoli e 153 contrari.

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 304 del 30 dicembre 2019 è stata pubblicata la legge di bilancio n. 160 del 27 dicembre 2019 che al comma 85 dell’art. 1 detta la seguente disposizione:

«85. Nello stato di previsione del Ministero dell’economia  e  delle finanze è istituito un fondo da ripartire con una dotazione  di  470 milioni di euro per l’anno 2020, di 930 milioni di  euro  per  l’anno 2021 e di 1.420 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e  2023, di cui una quota non inferiore a 150 milioni  di  euro  per  ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 è destinata ad interventi coerenti  con le  finalità  previste  dall’articolo  19,  comma  6,  del   decreto legislativo 13 marzo 2013, n. 30, di cui fino a 20  milioni  di  euro per ciascuno dei predetti anni destinati alle iniziative  da  avviare nelle  zone  economiche  ambientali. 

Alla  costituzione  del   fondo concorrono i proventi delle aste delle quote di emissione di  CO2  di

cui all’articolo 19 del decreto legislativo 13  marzo  2013,  n.  30, versati all’entrata del bilancio dello Stato negli anni 2020, 2021  e 2022, a valere sulla quota di pertinenza del Ministero  dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, per un importo pari  a  150 milioni di euro per ciascuno dei predetti anni, che  resta  acquisito all’erario.»

La legge di bilancio n. 160 del 27 dicembre 2019 è entrata in vigore dal 1 gennaio 2020.

Subito dopo l’approvazione della legge di bilancio il Ministro Costa ha messo in atto un tour natalizio per spiegare le ZEA.

Venerdì 27 dicembre 2019, alle ore 11.00, Costa é stato  presso la Sala Conferenze della nuova sede della Comunità Montana Vallo di Diano, a Padula per presentare le ZEA ovvero ai  sindaci dei Comuni del territorio dell’Area protetta.

Con lui, ad accompagnarlo c’è stato  il presidente del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni Tommaso Pellegrino.

«La legge delle Zone Economiche Ambientali, nata nel Cilento, dimostra che un percorso fatto insieme, senza appartenenze, lo possiamo fare – ha commentato quel giorno il ministro dell’Ambiente – voi sindaci scrivetemi cosa serve al territorio, perché lo conoscete».

Grande soddisfazione per il sindaco di Valle dell’Angelo, e presidente della comunità del Parco, Salvatore Iannuzzi, ideatore della proposta diventata legge: «Sono molto contento che la  proposta sulla fiscalità di vantaggio elaborata d’intesa con la Comunità Montana Calore Salernitano sia diventata legge» ha affermato Iannuzzi.

La proposta è partita dalla considerazione che, per chi vive nelle aree protette, la vita sia più cara a causa dei limiti e le restrizioni imposte dal regime protezionistico della natura.

«Perché vivere nell’area protetta costa di più che vivere fuori. 

Disagi e costi – ha spiegato Iannuzzi – a carico delle comunità locali  che vanno compensati con incentivi speciali dello Stato».

Da qui è nata l’idea della costituzione delle ZEA, oggi diventata legge,contemplata dal decreto Clima.

«Avranno dei benefici soprattutto – ha evidenziato  Iannuzzi – coloro che subiscono il maggiore danno in termini vincolistici.

Su questa tematica abbiamo realizzato uno studio con la comunità montana Calore Salernitano, consegnato al ministro Costa come Comunità del Parco».

«E’ per noi una grande soddisfazione, che dimostra l’efficacia della proposta per la defiscalizzazione delle aree protette.

Le ZEA daranno più soldi ai cittadini e meno alla politica assicurando il decollo delle piccole e medie imprese operanti nei Parchi» ha concluso Iannuzzi.

Quel giorno il Ministro Costa ha avuto modo di fare anche le seguenti affermazioni: «La mia visita qui non ha alcun senso elettorale, le polemiche e la caciara lasciano il tempo che trovano, abbiamo cose più importanti a cui pensare per far diventare il Parco del Cilento e tutti i Parchi italiani degli strumenti per creare lavoro».

Con queste parole il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha risposto al duro attacco mosso nei suoi confronti da alcuni sindaci della provincia di Salerno, capeggiati dal Presidente della Provincia Michele Strianese che, con un documento congiunto, avevano definito la visita di Costa a Padula «una inopportuna passerella», accusandolo di non aver fatto arrivare risorse per l’emergenza legata al dissesto idrogeologico.

Sono stati circa 30 i sindaci che hanno firmato il documento contro Costa: un attacco che a molti è sembrato essere stato programmato per sollevare un polverone dietro la spinta della paura che il Generale dei Carabinieri possa candidarsi a primavera alla presidenza della Regione Campania.

Eventualità che, almeno per ora, pare non faccia parte dei programmi futuri del Ministro.

«Non ho mai chiesto ai sindaci quale sia il loro colore politico e mai lo farò – ha detto Costa rivolgendosi alla platea di primi cittadini – il Parco non è più una cristalleria dove nulla si tocca, dare lavoro non vuol dire distruggere l’ambiente e stiamo dimostrando che le due cose si possono unire incentivando coloro che vogliono fare impresa nelle aree protette, nella legge di stabilità approvata qualche giorno abbiamo messo 56 miliardi di euro nel green.

Approfittate del fatto che entro il 31 gennaio 2020 io sono chiamato a depositare il collegato ambientale, una legge che ha una procedura più veloce delle altre leggi, datemi una base su cui lavorare e io la faccio diventare legge dello Stato.

La legge scrivetemela voi, perché voi conoscete il territorio. Dimostriamo che il Cilento e il Vallo di Diano sono in grado di produrre una ulteriore idea che vada bene al sistema Parco in Italia e allora quei 56 miliardi di euro avranno una canalizzazione reale. Accettate la sfida».

«Oggi sono qui – ha sottolineato – perché la ZEA è nata nel Cilento e precisamente nel 2018 quando durante una mia visita a Valle dell’Angelo mi fu portata questa idea. Io sono tornato qui per dirvi grazie per l’idea che mi avete dato e che è andata oltre il confine nazionale.

Nei giorni scorsi a Bruxelles ho incontrato il Commissario Europeo per l’Ambiente e mi ha chiesto questa legge perché vuole estenderla a tutta l’Europa».

«Le ZEA in linea di massima riprendono quanto già previsto nella legge 394 che nel 1991 ha istituito il Parco»: a farlo presente è stato Rosario Carione, sindaco di Trentinara e componente del Consiglio Direttivo del Parco.

«La possibilità di accedere alle agevolazioni con la ZEA – ha dichiarato il primo cittadino – riprende in sostanza quello che era già previsto dall’articolo 7 della legge 394 del 1991, da allora sono passati quasi 30 anni ma di concreto non è stato fatto nulla, ora la mia speranza è che all’istituzione delle Zone Economiche Ambientali seguano anche le risorse e non resti tutto lettera morta come 30 anni fa perché ogni giorno che passa i nostri paesi muoiono sempre di più».
«Non ho mai chiesto ai sindaci quale sia il loro colore politico e mai lo farò – ha detto Costa rivolgendosi alla platea di primi cittadini – il Parco non è più una cristalleria dove nulla si tocca, dare lavoro non vuol dire distruggere l’ambiente e stiamo dimostrando che le due cose si possono unire incentivando coloro che vogliono fare impresa nelle aree protette, nella legge di stabilità approvata qualche giorno abbiamo messo 56 miliardi di euro nel green.

Approfittate del fatto che entro il 31 gennaio 2020 io sono chiamato a depositare il collegato ambientale, una legge che ha una procedura più veloce delle altre leggi, datemi una base su cui lavorare e io la faccio diventare legge dello Stato.

La legge scrivetemela voi, perché voi conoscete il territorio. Dimostriamo che il Cilento e il Vallo di Diano sono in grado di produrre una ulteriore idea che vada bene al sistema Parco in Italia e allora quei 56 miliardi di euro avranno una canalizzazione reale.

Accettate la sfida».

La giornata valdianese di Sergio Costa si è conclusa con un incontro a porte chiuse con i sindaci del Vallo di Diano per fare il punto della situazione sulle emergenze legate all’inquinamento ambientale alla luce anche della recente operazione dei carabinieri che ha bloccato un possibile sversamento di sostanze chimiche in alcuni terreni del comprensorio.

Il Ministro ha dato la disponibilità a mettere in campo le risorse per un monitoraggio ambientale del territorio.

Alle ore 16,30 di quello stesso giorno ha partecipato all’incontro organizzato dal Parco Nazionale della Sila che si è tenuto a Camigliatello Silano (CS).

 «Le ZEA – è stato spiegato – si identificano con i parchi nazionali, la cui esistenza stessa produce nel Paese benefici economici, ambientali e culturali, oltre che vantaggi eco-sistemici

La normativa di recente istituita, che tra le altre cose prevede forme di sostegno alle imprese impegnate in programmi o investimenti che rispettino l’ambiente, nonché agevolazioni e vantaggi fiscali per chi voglia rilanciare attività imprenditoriali nei parchi, è stata accolta con favore dal Presidente della Comunità del Parco Nazionale della Sila Nicola Belcastro («le Zea segnano un passo in avanti e la possibilità di consegnare alle future generazioni un territorio migliore», ha chiosato), dal Direttore facente funzioni Giuseppe Luzzi («un modo per salvaguardare un prezioso patrimonio di civiltà») e dal Presidente Francesco Curcio, i quali, insieme alle più alte autorità militari e civili, alle associazioni e ai rappresentanti dei territori, hanno partecipato all’evento con il ministro Costa.

Proprio il Presidente del Parco Nazionale della Sila, Curcio, ha commentato positivamente le cosiddette Zea «attraverso cui – ha dichiarato – i parchi, compreso quello della Sila, potranno godere di benefici importantissimi in termini di biodiversità, sostenibilità e di risparmio energetico».

Il 14 gennaio 2020 è stato pubblicato un articolo online che ha riguardato il Parco di Pantelleria nel seguente modo: «In provincia di Trapani il Parco di Pantelleria potrà usufruire, quindi, di questi strumenti “straordinari”.

Il vantaggio di tale misura consiste, per esempio, nella detrazione fiscale per interventi di manutenzioni del territorio; nel caso di Pantelleria i muretti a secco, i giardini panteschi, i percorsi interpoderali.

Sostegni in termini di detrazione fiscali sono previsti anche per autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e mobilità elettrica, gestione del patrimonio boschivo privato, sistemazione realizzazione di percorsi di visita (sentieristica) e riqualificazione della viabilità, riqualificazione delle cave dismesse e ridestinazione d’uso funzionale, interventi su fenomeni di dissesto.

Le richieste, relative alle attività e alle iniziative economiche e produttive presentate da cittadini ed imprese del Parco di Pantelleria, saranno esaminate da una conferenza dei servizi convocata dallo Sportello unico.

Le somme investite per misure volontarie di tutela e valorizzazione dell’area protetta saranno destinatarie della detrazione fiscale

Rispetto alla quasi generale condivisione delle ZEA, il 30 dicembre 2019 sul sul sito online “Il Vaglio” è stato pubblicato un comunicato stampa di Bruna Varrone, nata a Telese Terme nel 1966, laureata in fisica a Napoli, ha lavorato fino al 2002 a Roma nel settore informatico, successivamente a Benevento per il CED di Unisannio e il Marsec: attualmente vive a Telese Terme, consulente IT  e docente di Matematica e Fisica. Ideatrice e web-master di Telesianarrando.

Il comunicato ha il seguente titolo: “Ambiente e natura: la necessità di dettare scelte politiche“.

Fa una serie di critiche alle ZEA spiegate all’incontro con il Parco Nazionale della Sila  del 27 dicembre 2029: ne riportiamo i passi più salienti, rimandando all’intero testo pubblicato contestualmente su questo stesso sito.

«E’ stata da poco coniata una nuova sigla per “allodole” ZEA, Zone Economiche Ambientali, così le ha chiamate Costa, presentandone l’idea nel parco della Sila, le “Zone dove si produce sviluppo economico senza contrastare l’ambiente”.

Peccato che si continui a parlare di sviluppo in un periodo in cui dovrebbe essere chiaro che PIL e ambiente non potranno mai andare d’accordo, peccato che non sia stata stilata una lista di quali siano queste attività compatibili con l’ambiente, peccato che sul “banco” del convegno campeggi una locandina che al solito inneggia alle rinnovabili, mentre noi sappiamo bene quale danno di cementificazione e distruzione di biodiversità abbiano operato le pale eoliche sul Matese.

Peccato che le allodole ambientaliste (tirate per la giacchetta da Costa) abbocchino, capisco che il simbolismo pascoliano del fanciullino sia molto forte e porti a confondere amore per la natura e osservazione scientifica, con la capacità di essere veramente attivi nella salvaguardia della natura. …. Se la politica e i movimenti non dettano uno stop chiaro alle industrie, non si va da nessuna parte, vale per l’energia, vale per lo spreco alimentare, vale per le opere inutili e vale anche per i parchi dove qualcuno dovrebbe avere il coraggio di dire chiaramente quello che si intende fare e quello che non si può assolutamente fare e se non sia meglio non farci assolutamente nulla, definire cioè nel dettaglio le metodologie e le regole per il settore pubblico e privato. ….».

Si condivide la critica suddetta per i seguenti motivi.

A Zone Economiche Ambientali non può essere riconosciuto l’intero territorio dei 24 parchi nazionali, sia i regime di misure di salvaguardia che ancor più con piano di assetto approvato.

1 – Nel 1° caso il 3° comma dell’art. 6 della legge quadro n. 394 del 6 dicembre 1991, che +è dedicato alle “misure di salvaguardia”, prescrive che «sono vietati fuori dei centri edificati …, e, per gravi motivi di salvaguardia ambientale, con provvedimento motivato, anche nei centri edificati, l’esecuzione di nuove costruzioni e la trasformazione di quelle esistenti, qualsiasi mutamento dell’utilizzazione dei terreni con destinazione diversa da quella agricola e quant’altro possa incidere sulla morfologia del territorio, sugli equilibri ecologici, idraulici ed idrogeotermici e sulle finalità istitutive dell’area protetta.»

È di tutta evidenza che ad incidere (anche pesantemente)  sulla morfologia del territorio di un parco nazionale potrebbero essere pannelli fotovoltaici disseminati per ettari ed ettari sulle zone agricole così come pale eoliche in violazione delle visuali di un paesaggio soggetto automaticamente a vincolo paesaggistico ai sensi della lettera f) del 1° comma dell’art. 142 del D.Lgs. n. 42/2004 (“Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”).

2 – Nel 2° caso ogni Piano di assetto di un parco nazionale  deve essere redatto ed approvato suddividendo il territorio nelle 4 zone (ed eventuali sottozone):

«a) riserve integrali nelle quali l’ambiente naturale è conservato nella sua integrità;

b) riserve generali orientate, nelle quali è vietato costruire nuove opere edilizie, ampliare le costruzioni esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio. Possono essere tuttavia consentite le utilizzazioni produttive tradizionali, la realizzazione delle infrastrutture strettamente necessarie, nonché interventi di gestione delle risorse naturali a cura dell’Ente parco. Sono altresì ammesse opere di manutenzione delle opere esistenti, ai sensi delle lettere a) e b) del primo comma dell’articolo 31 della legge 5 agosto 1978, n. 457;

c) aree di protezione nelle quali, in armonia con le finalità istitutive ed in conformità ai criteri generali fissati dall’Ente parco, possono continuare, secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica, le attività agro-silvo-pastorali nonché di pesca e raccolta di prodotti naturali, ed è incoraggiata anche la produzione artigianale di qualità. Sono ammessi gli interventi autorizzati ai sensi delle lettere a), b) e c) del primo comma dell’articolo 31 della citata legge n. 457 del 1978, salvo l’osservanza delle norme di piano sulle destinazioni d’uso;

d) aree di promozione economica e sociale facenti parte del medesimo ecosistema, più estesamente modificate dai processi di antropizzazione, nelle quali sono consentite attività compatibili con le finalità istitutive del parco e finalizzate al miglioramento della vita socio-culturale delle collettività locali e al miglior godimento del parco da parte dei visitatori.»

È di tutta evidenza che le riserve integrali non possono essere considerate zone economiche ambientali e che nelle riserve generali orientate e nelle aree di protezione gli investimenti da Zone Economiche Ambientali dovranno essere selezionati nel rispetto della normativa dettata per ognuna di esse, considerato che non vi si possono realizzare nuove costruzioni o ampliamento di quelle esistenti, ma solo manutenzione ordinaria e straordinaria ed interventi di restauro e risanamento conservativo.

Ne deriva in conclusione che a zone economiche ambientali dovrebbero essere assimilate solo le aree di promozione economica e sociale.

L’art. 4-ter della legge n. 141 del 12 dicembre 2019 dispone che «con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, …. sono stabiliti criteri e modalità per la concessione delle misure di sostegno».

È opportuno che le associazioni ambientaliste contribuiscano, si spera concordemente, a redigere un testo da presentare al Ministro Costa per stabilire nei criteri quali siano i paletti insormontabili che possano dire chiaramente quello che si intende fare e quello che non si può assolutamente fare nei parchi nazionali, precisando tutti i possibili investimenti ammissibili nelle parti di territorio dei parchi nazionali assimilabili a Zone Economiche Ambientali

Dott. Arch. Rodolfo Bosi

 

 

 

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