World Wildlife Day, Federcaccia: «I cacciatori in prima linea per la tutela dell’ambiente e un uso sostenibile delle risorse naturali»

 

Il 20 dicembre 2013,la 68a sessione, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite proclamò UN World Wildlife Day il 3 marzo, il giorno in cui, nel 1973 venne firmata la Convention on international trade in endangered species of wild fauna and flora (CITES) per celebrare animali e le piante selvatiche del mondo e sensibilizzare l’opinione pubblica globale sulla necessità di una loro salvaguardia.

Quest’anno il World Wildlife Day ha come tema “Sostenere tutta la vita sulla Terra”, definendo così «tutte le specie animali e vegetali selvatiche come componenti chiave della biodiversità mondiale» e sottolineando che «questo è in linea con gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile 1, 12, 14 e 15 delle Nazioni Unite e con i loro impegni ad ampio raggio per alleviare la povertà, garantire un uso sostenibile delle risorse e preservare la vita sia sulla terra che sott’acqua per arrestare la perdita di biodiversità».

Cites e Onu ricordano che «la Terra ospita innumerevoli specie di fauna e flora: troppe per tentare persino di contarle. 

Questa ricca diversità, e i miliardi di anni durante i quali i suoi innumerevoli elementi hanno interagito, sono precisamente ciò che ha reso il nostro pianeta abitabile per tutte le creature viventi, compresi gli esseri umani. 

Storicamente, dipendiamo dalla costante interazione e dalle interconnessioni tra tutti gli elementi della biosfera per tutti i nostri bisogni: l’aria che respiriamo, il cibo che mangiamo, l’energia che usiamo e i materiali di cui abbiamo bisogno per tutti gli scopi. 

Tuttavia, attività umane insostenibili e sfruttamento eccessivo delle specie e delle risorse naturali che compongono gli habitat e gli ecosistemi di tutta la fauna selvatica stanno mettendo in pericolo la biodiversità del mondo. 

Quasi un quarto di tutte le specie sono attualmente a rischio di estinzione nei prossimi decenni».

E, in questo contesto di richiesta di una maggiore tutela della fauna e flora selvatiche, dall’Italia arriva una celebrazione del World Wildlife Day da parte di chi meno ce la si aspetterebbe.

I cacciatori.

Infatti, il presidente di Federazione Italiana della Caccia Massimo Buconi evidenzia che «nonostante siano vitali per la nostra sopravvivenza e il nostro benessere, come ha ricordato il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, flora e fauna selvatica sono a rischio soprattutto a causa dello sfruttamento da parte dell’uomo. 

Oggi, quasi un quarto di tutte le specie del pianeta è in pericolo di estinzione nei prossimi decenni e contro questo rischio i cacciatori sono sempre più in prima linea. 

Dal contrasto all’odioso fenomeno del bracconaggio al recupero di habitat e zone umide; da essere parte attiva nel combattere incendi, ripulire boschi e campagne alla denuncia di illeciti ambientali; dal controllo delle specie aliene alla tutela e recupero di specie protette, per arrivare a iniziative volte a limitare il consumo di suolo, il mondo venatorio è in azione ogni giorno per preservare la biodiversità in tutto il pianeta».

In realtà Guterres nel suo messaggio in occasione del World Wildlife Day non cita mai la caccia e sottolinea che «l’umanità è una parte inestricabile del ricco arazzo della vita che costituisce la diversità biologica del nostro mondo. 

Tutte le civiltà umane sono state e continuano ad essere costruite sull’uso di specie selvatiche e allevate di flora e fauna, dal cibo che mangiamo all’aria che respiriamo.

Tuttavia, sembra che l’umanità abbia dimenticato quanto abbiamo bisogno della natura per la nostra sopravvivenza e il nostro benessere. 

Man mano che la nostra popolazione e le nostre esigenze continuano a crescere, continuiamo a sfruttare le risorse naturali – comprese le piante e gli animali selvatici e i loro habitat – in modo insostenibile.

Nel suo 2019 Global Assessment, l’ Intergovernmental Panel for Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES) ha messo in evidenza come l’attuale tasso globale di estinzione delle specie sia dilagante e in accelerazione: decine a centinaia di volte superiore rispetto a prima che gli umani abitassero il pianeta. 

Sfruttando eccessivamente la fauna selvatica, gli habitat e gli ecosistemi, l’umanità sta mettendo in pericolo sia sé stessa che la sopravvivenza di innumerevoli specie di piante e animali selvatici. 

Oggi, quasi un quarto di tutte le specie del pianeta è in pericolo di estinzione nei prossimi decenni».

Ma Buconi asserisce che «dove la caccia viene esercitata in maniera sostenibile e regolata, come avviene nel nostro Paese, si mantiene anche alto l’interesse per tutte le specie e si investe nel mantenimento e nel recupero degli ambienti naturali.

La caccia è infatti riconosciuta come una attività in grado di gestire e tutelare la fauna selvatica, gli habitat e gli ecosistemi.

Raccogliamo quindi con impegno e serietà il monito del segretario generale dell’Onu, pienamente consapevoli delle conseguenze del nostro agire e altrettanto convinti di avere un ruolo importante nel preservare e utilizzare in modo sostenibile la vasta varietà di vita presente sulla terra». Affermazioni che probabilmente non troveranno concordi le associazioni animaliste e ambientaliste, sempre più in rotta di collisione con il mondo venatorio italiano accusato di voler stravolgere le Direttive europee Habitat e Uccelli, di voler abbattere specie protette come lupi e orsi, di aver introdotto a fini venatori specie invasive che stanno causando gravissimi danni alla biodiversità autoctona  e di condannare il bracconaggio solo a parole, senza poi isolare davvero chi se ne rende colpevole.

Lo stesso Guterres conclude: «In questo World Wildlife Day, ricordiamo a noi stessi il nostro dovere di preservare e utilizzare in modo sostenibile la vasta varietà di vita sul pianeta. 

Promuoviamo un rapporto più attento, premuroso e sostenibile con la natura. 

Un mondo fiorente di biodiversità fornisce le basi di cui abbiamo bisogno per raggiungere i nostri obiettivi di sviluppo sostenibile di un mondo di dignità e opportunità per tutte le persone, su un pianeta sano».

Ivonne Higuero, segretaria generale del segretariato Cites, aggiunge: «Siamo estremamente fortunati a contare sulla presenza di un’infinita diversità di animali selvatici, piante e altre forme di vita che insieme formano la vita sul nostro pianeta.

Gli esseri umani di tutto il mondo beneficiano ogni giorno della fauna selvatica. 

In molti modi, la nostra storia è la storia dell’interazione e adattamento della nostra specie con le diverse forme di vita presenti nelle nostre immediate vicinanze. 

Da tempo immemorabile, abbiamo utilizzato piante e animali selvatici per soddisfare le esigenze più elementari: dall’aria che respiriamo, al cibo che mangiamo, ai materiali che utilizziamo come riparo e comfort.

Il benessere e la prosperità umana derivati ​​dallo sfruttamento diretto della fauna selvatica, degli habitat e degli ecosistemi non dovrebbero andare a scapito dei mattoni che formano una biosfera ricca e diversificata. 

La CITES è stata concordata nel 1973 per evitarlo regolando il commercio internazionale di specie selvatiche e garantendo che tale commercio sia legale, sostenibile e tracciabile».

E tra i problemi evidenziati dalla Cites, dall’Unep, dall’Iucn e dalle associazioni ambientaliste c’è proprio il mercato della selvaggina rimpinguato dalla caccia legale e illegale.

Ma la Higuero evidenzia qualcosa che non è proprio collimante con quel che dice Buconi celebrando a modo suo il World Wildlife Day: «Sempre più, tuttavia, lo sfruttamento insostenibile della fauna e della flora selvatiche e dei loro ecosistemi sta minacciando la loro sopravvivenza. 

Ogni singolo pezzo del puzzle della vita è essenziale e perdere anche il più piccolo di questi pezzi lascia noi e l’intero pianeta, più poveri. 

Quando le azioni umane mettono in pericolo centinaia di migliaia di specie, come stanno facendo oggi, è l’intera biosfera – di cui anche noi facciamo parte – che viene minacciata.

Ora stiamo affrontando l’immensa sfida di vivere in armonia con la natura in modo da poter soddisfare i nostri bisogni senza trascurare quelli delle molte forme di vita con cui condividiamo questo pianeta sul mare, la terra e in aria.

L’inclusione di specie minacciate di estinzione nelle Appendici CITES, gli sforzi di conservazione intrapresi dalle nostre Parti e gli ulteriori sforzi dei partner in altre Convenzioni o organizzazioni che lavorano sulla biodiversità e lo sviluppo aiutano a contrastare la perdita di biodiversità sul pianeta».

E, come ha più volte evidenziato la Cites, la caccia legale e illegale sono spesso uno dei principali pericoli per le specie minacciate di estinzione e infatti la Higuero ricorda che «tuttavia, sono necessari cambiamenti trasformativi quando ci troviamo in una svolta critica sia per la nostra specie che per l’intera biosfera. 

Ora più che mai dobbiamo riunirci in uno sforzo congiunto per sostenere tutta la vita sulla Terra».

(Articolo pubblicato con questo titolo il 3 marzo 2020 sul sito online “greenreport.it”)

 

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