Coronavirus, Onu: «Gli Stati non devono abusare delle misure di emergenza per sopprimere i diritti umani»

 

Degli esperti indipendenti di diritti umani dell’Onu hanno esortato gli Stati ad evitare di oltrepassare i limiti posti dai diritti umani nel prendere le misure di sicurezza per rispondere all’epidemia di Coronavirus e hanno ricordato ai governi che il ricorso ai poteri eccezionali non deve essere utilizzato per soffocare la dissidenza.

In una dichiarazione congiunta gli esperti indipendenti e altri relatori speciali dell’Onu hanno sottolineato che «pur riconoscendo la gravità dell’attuale crisi sanitaria e ammettendo che l’utilizzo dei poteri di emergenza è autorizzato dal diritto internazionale in risposta a delle minacce importanti, ricordiamo agli Stati che ogni risposta di emergenza al Coronavirus deve essere proporzionata, necessaria e non discriminatoria».

Un comunicato che riecheggia il recente appello delle responsabile dei diritti umani dell’Onu, la ex presidente cilena Michelle Bachelet che diceva che i Paesi mettano i diritti umani al centro di ogni risposta all’epidemia di Coronavirus.

Oltre al Gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria, hanno firmato l’appello un’altra quindicina di esperti indipendenti dell’Onu, tra i quali Agnès Callamard, relatrice speciale sulle esecuzioni extragiudiziarie, David Kaye, relatore speciale sulla libertà di espressione, e Michel Forst, relatore speciale sulla situazione dei difensori dei diritti umani e per tutti loro «le restrizioni prese per rispondere al virus devono essere motivate da degli obiettivi legittimi di salute pubblica e non devono essere utilizzati semplicemente per soffocare i dissidenti».

Gli esperti Onu sono convinti che alcuni Stati e istituzioni di sicurezza possono trovare «attraente l’utilizzo di poteri di emergenza perché offre delle scorciatoie.

Per evitare che tali poteri eccessivi non siano integrati nei sistemi giuridici e politici, le restrizioni dovrebbero essere strettamente ad hoc e costituire il modo meno intrusivo possibile per proteggere la salute pubblica.

Le dichiarazioni di stato di emergenza, sia per ragioni di salute che di sicurezza, sono chiaramente guidate dal diritto internazionale» e gli esperti Onu insistono sul fatto che «i poteri di emergenza devono essere dichiarati pubblicamente e devono essere notificati agli organi dei Trattati interessati quando i diritti fondamentali, in particolare la libertà di movimento, la vita familiare e il diritto di riunione sono considerevolmente limitati.

Inoltre, le dichiarazioni di emergenza basate sull’epidemia di Covid-19 non devono servire come base per prendere di mira dei gruppi, delle minoranze o degli individui in particolare».

Gli esperti di diritti umani sono preoccupati del fatto che alcuni regimi – e gli esempi già non mancano – approfittino dell’approvazione delle decisioni sul Coronoavirus per servirsene come «copertura per delle azioni repressive sotto le spoglie della protezione della salute» e per questo chiedono con forza che non vengano usate nemmeno «per mettere a tacere il lavoro dei difensori dei diritti umani».

L’appello incoraggia gli Stati a restare «fermi nel mantenimento di un approccio basato sui diritti umani per regolare questa pandemia, al fine di facilitare l’emergere di società sane con uno stato di diritto e delle protezioni dei diritti umani».

Per quanto riguarda i Paesi dove il virus è in declino gli esperti concludono che «le autorità devono cercare di ristabilire il normale corso della vita quotidiana.

I Paesi devono evitare di ricorrere in maniera eccessiva ai poteri di emergenza per regolamentare indefinitivamente la vita quotidiana».

(Articolo pubblicato con questo titolo il 17 marzo 2020 sul sito online “greenreport.it”)

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