Senza interventi, quest’anno Covid-19 avrebbe provocato 40 milioni di morti e 7 miliardi di infezioni in tutto il mondo

 

L’Imperial College London ha presentato il Report 12 “The Global Impact of COVID-19 and Strategies for Mitigation and Suppression” che conferma che il modo in cui i singoli Paesi risponderanno nelle prossime settimane alla pandemia di Covid-19 «sarà fondamentale per influenzare la traiettoria delle epidemie nazionali».

Il rapporto, il 12esimo pubblicato nell’ambito del The WHO Collaborating Centre for Infectious Disease Modelling tra  Imperial College, MRC Centre for Global Infectious Disease Analysis (GIDA), Abdul Latif Jameel Institute for Disease ed Emergency Analytics (J-IDEA), mette insieme i dati sui modelli di contatto specifici per età e sulla gravità del Covid-19 per prevedere l’impatto della pandemia sulla salute in 202 paesi. 

I ricercatori britannici spiegano: «Confrontiamo gli impatti previsti sulla mortalità in assenza di interventi o il distanziamento sociale spontaneo con ciò che potrebbe essere ottenuto con politiche volte a mitigare o sopprimere la trasmissione. 

Le nostre stime sulla mortalità e sulla domanda di assistenza sanitaria si basano sui dati provenienti dalla Cina e dai Paesi ad alto reddito; le differenze nelle sottostanti condizioni sanitarie e nella capacità del sistema sanitario comporteranno probabilmente modelli diversi in contesti a basso reddito».

Ma a chi si lamenta delle misure draconiane prese finora o a chi minimizza irresponsabilmente come il presidente brasilano Jair Bolsonaro (e prima di lui Donald Trump e Boris Jhonson) gli scienziati dell’Imperial College COVID-19 Response Team mandano a dire che «stimiamo che in assenza di interventi, quest’anno Covid-19 avrebbe provocato 7,0 miliardi di infezioni e 40 milioni di decessi a livello globale. 

Le strategie di mitigazione incentrate sulla protezione degli anziani (riduzione del 60% dei contatti sociali) e sul rallentamento ma non sull’interruzione della trasmissione (riduzione del 40% dei contatti sociali per una popolazione più ampia) potrebbero ridurre della metà questo onere, salvando 20 milioni di vite, ma prevediamo che anche in questo scenario, i sistemi sanitari di tutti i Paesi saranno rapidamente sopraffatti».

Come già avevano avvertito, Onu, Oms e molte ONG, il Report 12 conferma che «è probabile che questo effetto sia più grave in contesti di reddito più bassi in cui la capacità è più bassa: i nostri scenari mitigati portano a un picco della domanda di letti di terapia intensiva in un tipico ambiente a basso reddito a superare l’offerta di un fattore di 25, in contrasto con un tipico ambiente ad alto reddito in cui questo fattore è 7.

Di conseguenza, prevediamo che l’onere reale in contesti a basso reddito che perseguono strategie di mitigazione potrebbe essere sostanzialmente più elevato di quanto riflesso in queste stime».

All’Imperial College COVID-19 Response Team dicono che la loro analisi suggerisce quindi che «la domanda di assistenza sanitaria può essere mantenuta entro livelli gestibili solo attraverso la rapida adozione di misure di sanità pubblica (inclusi test e isolamento dei casi e misure di distanziamento sociale più ampie) per sopprimere la trasmissione, simili a quelle attualmente adottate in molti Paesi. 

Se una strategia di soppressione viene implementata precocemente (con 0,2 decessi per 100.000 abitanti a settimana) e sostenuta, allora potrebbero essere salvati 38,7 milioni di vite mentre se venisse iniziata quando il numero di decessi è più elevato (1,6 decessi per 100.000 abitanti a settimana), allora potrebbero essere salvate 30,7 milioni di vite. 

I ritardi nell’attuazione delle strategie per la soppressione della trasmissione porteranno a risultati peggiori e a meno vite salvate».

Uno degli autori del rapporto, Patrick Walker dell’Imperial COllege, spiega: «Stimiamo che nelle prossime settimane e mesi il mondo affronterà un’emergenza acuta di salute pubblica senza precedenti.

I nostri risultati suggeriscono che tutti i paesi devono affrontare una scelta tra misure intensive e costose per sopprimere la trasmissione o c’è il rischio che i loro sistemi sanitari vengano rapidamente sopraffatti.

Tuttavia, i nostri risultati evidenziano che un’azione rapida, decisa e collettiva, presa ora, salverà milioni di vite nel prossimo anno».

Un’altra autrice del Report 12, Azra Ghani del MRC GIDA, non ha dubbi: «Un’azione rapida, decisa e collettiva è richiesta a tutti i Paesi per limitare l’effetto di questa pandemia.

Agire in anticipo ha il potenziale per ridurre la mortalità fino al 95%, salvando 38,7 milioni di vite. 

Allo stesso tempo, è necessario considerare l’impatto più ampio di tutte le misure messe in atto per garantire che le persone più vulnerabili siano protette dai più ampi impatti sanitari, sociali ed economici di tale azione».

Infatti, iI Report 12 non ha preso in considerazione gli ampi costi sociali ed economici della soppressione, «che saranno alti e potrebbero essere sproporzionati in contesti di reddito più bassi». 

Inoltre, «le strategie di soppressione dovranno essere mantenute in qualche modo fino a quando non saranno disponibili vaccini o trattamenti efficaci per evitare il rischio di epidemie successive».

I risultati del Report dimostrano comunque che i Paesi a basso e medio reddito potrebbero doversi trovare ad affrontare un costo troppo elevato: «Per la maggior parte degli scenari, è probabile che la pandemia Covid-19 travolga i sistemi sanitari già troppo sovra-stressati in questi contesti e i costi sociali ed economici più ampi della soppressione saranno elevati».

Neil Ferguson, direttore MRC GIDA e J-IDE all’Imperial College evidenzia che «la nostra ricerca si aggiunge alla crescente evidenza che la pandemia di Covid-19 rappresenta una grave minaccia globale per la salute pubblica. 

I Paesi devono agire collettivamente per rispondere rapidamente a questa epidemia in rapida crescita. 

Se gli impatti potenzialmente catastrofici della pandemia devono essere prevenuti a livello globale, la condivisione sia delle risorse che delle migliori pratiche è di fondamentale importanza».

Un altro autore del rapporto,  Charlie Whittaker  dell’Imperial, aggiunge: «Questo lavoro evidenzia la necessità di una rapida ed efficace attuazione delle misure di soppressione per evitare la catastrofe, ma anche cosa bisogna tenere seriamente in considerazione in queste strategie, in particolare per le risorse contesti sfavorevoli in cui il grande impatto sociale ed economico di tali approcci intensivi potrebbe essere maggiore».

L’Imperial College COVID-19 Response Team conclude ricordando che «i modelli non sono previsioni di ciò che accadrà, ma illustrano l’entità del problema e i benefici di un’azione rapida, decisa e collettiva.

La nostra analisi evidenzia le difficili decisioni che dovranno affrontare tutti i governi nelle prossime settimane e mesi, ma dimostra fino a che punto un’azione rapida, decisa e collettiva attuata ora può salvare milioni di vite».

(Articolo pubblicato con questo titolo il 30 marzo 2020 sul sito online “greenreport.it”)

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