Nidi in balcone: in attesa dell’ordinanza della Sindaca ecco come gestire la convivenza con rondini e tortore

 

L’arrivo delle primavera coincide con il ritorno di alcune specie volatili.

Rondini e balestrucci riprendono così possesso dei vecchi nidi lasciati nella Capitale.

I rondoni ne fanno di nuovi nelle fessure che trovano a disposizione.

Ma con la primavera aumentano in generale il numero di uccelli che depongono le proprie uova.

Niente cibo agli uccelli

Non ci sono soltanto i migratori in città.

Su davanzali e balconi, con sempre meno timore, si affacciano anche tortore e piccioni.

Addirittura, talvolta, vi si spingono anche i gabbiani.

Ma come bisogna comportarsi con questi uccelli, è giusto fornirgli un riparo e, all’occorrenza, somministrargli anche da mangiare?

Dare del cibo a delle specie selvatiche è sempre sbagliato  – ha premesso Francesca Manzia, del Centro di Recupero Fauna Selvatica della Lipu – ne va infatti a discapito della loro salute e del loro grado di autonomia.

Un animale abituato a mangiare in questo modo, infatti, perde gradualmente l’istinto a procacciarselo da solo.

E potrebbe anche finire con il trasmettere, ai piccoli, questo comportamento del tutto innaturale”.

Piccioni e tortore vanno dissuasi

Chiarito quindi che non bisogna incedere alla tentazione di nutrirli, resta il dubbio su come doversi compare in presenza di uova e nidi.

Un problema che hanno già iniziato ad avere alcuni romani e che, col passare delle settimane, potrebbe aumentare.

Bisogna fare delle distinzioni. 

Specie come i piccioni e le tortore vanno dissuasi dal nidificare nei nostri spazi.

Anche per ragioni sanitarie – ha osservato la responsabile Lipu – tendono a privilegiare la caldaia, ma anche i vasi e tutte le superfici piane, come può essere ad esempio un armadietto esterno.

Il consiglio è di evitare di fornire questo genere di facilitazioni sapendo anche che, ad esempio con il piccione, bisogna essere più vigili perché tenderà a trovare uno spazio vicino”.

I nidi da proteggere

Discorso a parte invece va fatto per rondini e balestrucci.

Nella seconda metà di aprile, solitamente, arriva l’ordinanza con cui la Sindaca avverte i romani che i loro nidi vanno salvaguardati.

Sono specie che, progressivamente, stanno diminuendo.

Per questo viene chiesto di non danneggiare i loro nidi, prendendosene cura anche durante il resto dell’anno.

Le dovute distinzioni

 “Esiste una legge nazionale, la 157/92 che tutela tutta la fauna selvatica.

Non si possono distruggere i nidi, né rompere le uova e non è consentito causare la morte di nessun tipo di volatile.

Una volta che gli uccelli hanno deposto, bisogna attendere che i piccoli volino via” ha specificato la responsabile.

Per questo è importante dissuadere specie come gabbiani e piccioni dal “prendere dimora” sui balconi di casa.

E va fatto prima che inizi la loro riproduzione.

Discorso diverso vale per rondini e balestrucci.

La loro presenza va invece accettata ed i loro nidi vanno preservati.

Meglio saperlo adesso perché, tra un mese circa, li cercheranno per andare a deporvi le uova.

(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo il 1 aprile 2020 sul sito online “Roma Today”)

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