Salvini: condono edilizio o altrimenti ci sarà la fame. Legambiente: «Parole assurde. Al Paese serve ben altro»

 

Il leader leghista Matteo Salvini, in uno dei suoi innumerevoli slalom e giravolte sull’emergenza Covid-2019, è ritornato a proporre il condono edilizio al quale aveva accennato qualche giorno fa, demolendo così definitivamente un altro dei mattoni (in salsa antimeridionalista) sui quali era stata costruita la Lega Nord secessionista/federalista.

Nel suo impeto populista e semplificatorio di tutto quel che è complesso e nella banalizzazione di una situazione di difficoltà che l’Italia non ha mai vissuto dal dopoguerra, Salvini propone di uscire dalla crisi avanzando le peggiori ricette del passato, nel chiaro tentativo di portare ancora più indietro il Paese.

Molto probabilmente era dai tempi del Governo Scelba che non si vedeva una così dichiarata ed esibita politica reazionaria, in una corsa continua con Giorgia Meloni a chi la spara più grossa e più a destra.

Oggi l’ex ministro degli interni, colui che avrebbe dovuto far rispettare la legge in Italia, in due interviste televisive ha detto: «Condono è una brutta parola in tempi di pace, ma in tempi di guerra penso che una soluzione di tutte le controversie vada trovata.

La pace fiscale, pace edilizia, il blocco del codice degli appalti.

Questo mi aspetto dal governo: cancellare la burocrazia e lasciare fare: quello che non è vietato è permesso.

Altrimenti dopo il virus ci sarà la fame che rischia di essere anche peggio».

Cosa c’entri il condono di abusi con la fame è un mistero, ma l’uomo ormai ci ha abituato a capriole dialettiche di questo tipo che parlano allo stomaco famelico di un Paese che pretende assistenza dallo Stato senza però rispettare leggi, doveri e ambiente.

Decisa la reazione del presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani: «In piena emergenza coronavirus, il leader leghista Matteo Salvini torna nuovamente a parlare di condono edilizio e pace fiscale sostenendo che seppur la parola condono sia una brutta parola in tempi di pace, ma in tempi di guerra una soluzione di tutte le controversie vada trovata.

Un’affermazione assurda perché ogni volta che si annuncia o si parla di un’ipotesi di condono si mette carburante nelle ruspe dei cantieri abusivi invece che in quelle delle demolitrici. 

Al Paese serve ben altro.

Bisogna da un lato investire, come hanno chiesto insieme Legambiente e Fillea-CGIL, sulla messa in sicurezza del patrimonio edilizio, su interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica degli edifici, sulla rigenerazione urbana.

E dall’altro far partire davvero le demolizioni delle case abusive in tutta Italia.

Per ripristinare la legalità tanto cara a Salvini, occorre approvare una legge che passi dai Sindaci ai Prefetti la competenza delle operazioni di abbattimento, perché non condizionati dal ricatto elettorale, lasciando ai Comuni solo il controllo urbanistico del territorio e la repressione dei reati, compresa l’emissione delle ordinanze di demolizione.

Cosa aspetta il leader leghista a promuovere una norma del genere?

O preferisce perseguire la via della “legalità all’italiana”, perché le demolizioni vanno a toccare gli interessi degli abusivi che poi vanno a votare?»

(Articolo pubblicato con questo titolo il 14 aprile 2020 sul sito online “greenreport.it”)

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