Oggi sciopero per il clima. In digitale

 

161 Paesi nel mondo, 115 città in Italia, 1 solo messaggio: giustizia climatica.

Si presenta così il quinto sciopero globale per il clima dei Fridays For Future (Fff) che va in scena oggi.

L’ultima volta che la nuova generazione di attivisti ambientali ha colorato di verde il venerdì del pianeta era il 29 novembre dello scorso anno.

Sono passati solo cinque mesi, ma sembra già un’epoca fa.

La pandemia di Covid-19 ha mischiato le carte e ribaltato il tavolo in tutti i settori.

Il movimento ecologista non fa eccezione.

Il quinto Climate Strike sarà il primo a svolgersi interamente sul web.

«Anche dove si sarebbe potuto manifestare fisicamente i nodi locali hanno deciso di non convocare delle piazze – afferma Luca Sardo, attivista Fff Torino – In alcune città tedesche hanno discusso fino all’ultimo, ma alla fine hanno preferito mantenere la mobilitazione nello spazio digitale, almeno per questa volta.

È troppo grosso il rischio che si diffonda il virus e la mobilitazione diventi un boomerang».

IN ITALIA le attività inizieranno alle 10 di mattina e si concluderanno alle 8 di sera.

La giornata sarà aperta da una manifestazione virtuale, a cui i partecipanti possono prendere parte postando una foto sui social network con l’hashtag #DigitalStrike e geolocalizzandosi con tanto di cartello nei pressi di Palazzo Chigi attraverso una piattaforma ospitata dal sito della campagna «Ritorno al futuro».

Dalle 11 alle 12 si svolgerà invece un webinar con una ricercatrice, Elisa Palazzi del Centro nazionale delle ricerche, e un ricercatore, Giorgio Vacchiano dell’università di Milano.

Ci saranno poi delle dirette Instagram dalla pagina nazionale dei Fff con il musicista Alessandro Mannarino e l’attore Roberto Mercadini.

Nel pomeriggio, invece, le iniziative saranno «dislocate» sulle pagine dei nodi locali del movimento.

SE LA MOBILITAZIONE non potrà essere incisiva come nei precedenti scioperi, particolarmente forte è il messaggio che i Fff vogliono lanciare con la campagna «Ritorno al futuro», sostenuta anche da Greenpeace, Wwf, Legambiente, Extinction rebellion e Rete di reti.

«Ritorno al futuro significa che non possiamo tornare alla normalità del passato, quella responsabile della crisi climatica che stiamo vivendo e che se non agiamo subito diventerà più devastante del coronavirus – dice Sardo – Serve una normalità nuova, in cui l’economia riparta dalla riconversione del sistema produttivo.

I finanziamenti che saranno stanziati per superare la recessione devono essere indirizzati nel settore della transizione ecologica».

QUESTA MATTINA I FFF hanno pubblicato i sette punti che ritengono necessari a determinare la svolta: riconversione ecologica (100% di fonti rinnovabili, efficienza energetica degli edifici, ricollocamento dei lavoratori nei nuovi posti di lavoro); ruolo pubblico dell’economia (sussidi vincolati all’impatto ambientale e roadmap precisa per la transizione); sinergia tra giustizia climatica e sociale (protezione delle fasce più deboli e del diritto universale alla salute attraverso la redistribuzione delle risorse); trasformazione del sistema agroalimentare (evitando sfruttamento e inquinamento di suolo ed ecosistemi); tutela di territorio e comunità (contrasto al dissesto idrogeologico, no alle grandi opere inquinanti, lotta agli abusi edilizi e implementazione del piano rifiuti nazionale); promozione di democrazia, istruzione e ricerca (maggiore partecipazione, aumento dei fondi e formazione ecologica a ogni livello educativo); costruzione dell’Europa della riconversione (con un Green New Deal europeo più incisivo).

«Due crisi, una soluzione» è lo slogan della campagna ma anche un programma concreto affinché il mondo post-Covdi19 sia un luogo migliore.

(Articolo di Giansandro Merli, pubblicato con questo titolo il 24 aprile 2020 sul sito online del quotidiano “il manifesto”)

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N.B. – Anche VAS ha aderito alla campagna «Ritorno al futuro»  

 

 

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