Per il 72% degli italiani quella climatica è una crisi grave come quella da coronavirus

 

La crisi da coronavirus Sars-Cov-2 e quella climatica hanno molte cause e molte soluzioni in comune: entrambe originano da un atteggiamento predatorio dell’uomo nei confronti della natura, ed entrambe impongono la transizione a un modello di sviluppo più sostenibile.

Un legame che non sembra sfuggire all’opinione pubblica mondiale – compresa quella italiana – secondo i risultati di un sondaggio condotto da Ipsos in 14 Paesi.

Globalmente il 71% dei cittadini – e il 72% degli italiani – concorda infatti che il cambiamento climatico è un evento grave tanto quanto la pandemia.

L’indagine mostra un ampio sostegno alle azioni dei governi per dare priorità al cambiamento climatico nella ripresa economica dopo il Covid-19, con il 65% degli intervistati a livello globale (63% in Italia) che concorda sull’importanza di questo aspetto.

La maggioranza dell’opinione pubblica mondiale (68%, in Italia si arriva al 71%) è d’accordo sul fatto che se i governi nazionali non agiscono ora per combattere il cambiamento climatico deluderanno i propri cittadini, e il 57% afferma che sarebbe scoraggiato dal votare per un partito politico le cui politiche non prendono sul serio il cambiamento climatico: in Italia si arriva al 66%.

«La pandemia – commentano da Ipsos – sembrerebbe avere avuto un certo effetto sulla coscienza ambientale dei cittadini, anche degli italiani.

Resta da vedere se e quanto, la consapevolezza si tradurrà in comportamenti concerti di uso, acquisto e consumo e se i cittadini, una volta che le piazze, i parchi e gli spazi pubblici italiani riapriranno, vorranno fare sentire la propria voce a sostegno di un equilibrio ambientale più sostenibile».

Sotto quest’aspetto sarebbe auspicabile pesassero più i fatti delle opinioni.

Nel sondaggio condotto da Ipsos non sempre le opinioni espresse dagli intervistati sembrano concordare coi fatti – come mai la Lega che denigra il cambiamento climatico e propone di condonare abusi edilizi è ancora il primo partito nelle intenzioni di voto, ad esempio? –, ma i fatti sono molto ostinati.

E se il Documento di economia e finanza (Def) che si appresta ad approvare il Governo sembra orientato a misurare il crollo del Pil italiano nell’ordine dell’8% per quest’anno, un recente dossier elaborato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile insieme all’European institute on economics and the environment dà le dimensioni economiche della crisi climatica: «Sulla base di un approccio innovativo basato su migliaia di osservazioni climatiche ed economiche, stima per l’Italia una perdita progressiva di Pil fino all’8% nella seconda metà del secolo: ai valori attuali un danno di circa 130 miliardi di euro ogni anno».

Lo stesso crollo economico imputato al coronavirus, con la differenza che non sarebbe una tantum.

(Articolo di Luca Aterini, pubblicato con questo titolo il 23 aprile 2020 sul sito online “greenreport.it”)

 

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