Catturato in Trentino l’orso M49. Wwf: «E’ una triste notizia per la conservazione»

 

La Provincia autonoma di Trento ha annunciato che «verso le 21.30 di ieri l’orso M49 è stato catturato dagli uomini del Corpo Forestale del Trentino sui monti sopra Tione nelle Giudicarie ed è stato trasportato al Casteller presso la nota struttura a suo tempo realizzata per la gestione degli esemplari problematici.

L’animale, del peso di 167 kg ed in buone condizioni fisiche, è stato catturato mediante una trappola tubo; il trasporto è avvenuto seguendo la prassi, ossia con l’animale sveglio e sotto il costante controllo veterinario.

Giunto presso l’area del Casteller l’orso è stato immesso nell’area di preambientamento (tana e recinto interno).

Questo per consentire un suo inserimento nell’area faunistica per gradi, passando dall’area dove si trova attualmente all’intero recinto, che – ricordiamo – ospita in questo momento anche un altro esemplare (DJ3, femmina adulta)».

Dopo che aveva attaccato qualche capo di bestiame, M49 era già stato catturato il 15 luglio 2019 e portato nel recinto dell’area faunistica del Casteller, ma dopo poche ore l’orso era però riuscito a fuggire, scavalcando recinzioni elettrificate e un muro alto 4 metri, mettendo tra l’altro in evidenza gravi errori e mancanze nella gestione dell’intervento e nelle attività di manutenzione e controllo del recinto.

Da allora l’orso, diventato una specie di primula rossa imprendibile per ambientalisti e animalisti, aveva vagato per mesi, con spostamenti ampi che lo hanno portato fino al Monte Carega, in Lessinia.

M49 aveva fatto ritorno negli ultimi giorni nella zona delle Giudicarie, dove stanotte è stato catturato da un’apposita squadra di cattura.

Per il Wwf, «questo storia, conclusasi oggi con la cattura di M49, è una triste pagina per la conservazione e gestione di una specie protetta nel nostro Paese».

La Lega antivivisezione (LAV), fa notare che  «colpisce che in un periodo in cui tutta la collettività, lo Stato e i governi locali sono impegnati nel contrasto alla pandemia, Fugatti e la provincia di Trento abbiano trovato risorse, tempo e modo per imprigionare M49, impegnando sul territorio uomini e mezzi in un’attività che non aveva alcun carattere di urgenza.

Inoltre, la prossima stagione turistica estiva si annuncia quanto meno ridotta; le possibilità di interazione tra M49 e le persone sarebbero state prossime allo zero. 

Questo animale viene imprigionato per evitare che rompa una finestra o manometta una porta… stante il fatto che le popolazioni locali sono puntualmente già rimborsate per ogni danno di questo tipo».

Secondo l’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa) «la cattura di M49, “colpevole” di essersi comportato da Orso, e la sua reclusione nel recinto del Casteller, da dove peraltro era già fuggito una volta, dimostra l’incapacità della Provincia di Trento di gestione degli orsi e di applicazione di un programma europeo; programma grazie al quale la Provincia ha ricevuto negli anni cospicui fondi.

Il caso di M49, diventato per l’opinione pubblica un simbolo di libertà e natura, è oggi ormai simbolo del fallimento di politiche vecchie e punitive e di amministratori indisponibili anche a studiare, assieme a scienziati e ad esperti, soluzioni alternative alle troppo facili catture”, sulla cattura dell’orso M49, che nei giorni scorsi si è avvicinato a malghe disabitate e ha tentato, come è naturale, la predazione di animali lasciati incustoditi e privi di qualsiasi protezione».

Anche per l’Enpa «Il Casteller è una struttura di prigionia che non solo ha spazi risibili per un orso, ma si trova in una zona periferica della città di Trento e quindi vicino alle abitazioni: ricordiamo che M49 lo scorso anno riuscì ad evadere da lì e sottolineiamo che non ci fu comunque da parte dell’orso nessun tentativo di avvicinamento all’uomo e che mantenne sempre un comportamento elusivo.

Inoltre, il Casteller non è certo un santuario, non dispone di spazi sufficienti, di isolamento in contesti naturali e non lavora per delle possibili liberazioni in ambienti non antropizzati.

Al contrario, come abbiamo chiesto tante volte, occorre lavorare anche oltre le Province e a livello europeo ed extra europeo, dove i santuari esistono e svolgono un buon lavoro.

E’ proprio la politica della cattura che oggi torniamo ancora una volta a condannare: scelta ingiusta e profondamente sbagliata, segnale di una ingiustificabile improvvisazione a danno degli animali.

È mancata totalmente la corretta informazione e la sensibilizzazione dei cittadini e degli allevatori, mirata alla convivenza con i selvatici.

Non sono stati applicati metodi di prevenzione dei danni – previsti dal pacobace e prioritari nella gestione – azioni che sono state volutamente ignorate dall’attuale amministrazione della Provincia».

La Provincia di Trento sottolinea che «l’azione ha consentito di dare attuazione alle due ordinanze del Presidente della Provincia dell’estate scorsa, ed è stata pianificata dopo che M49 si era reso protagonista, nelle scorse settimane, di un lungo spostamento che dal Trentino orientale lo aveva portato nelle sue aree d’origine.

Anche durante tale spostamento l’orso ha effettuato numerose intrusioni in abitazioni, baite, rifugi, malghe ed altri stabili, confermando il comportamento pericoloso per l’uomo già manifestato chiaramente l’anno precedente.

Il presidente Maurizio Fugatti ha provveduto ad informare il ministro Costa ed analoga comunicazione è stata effettuata all’Ispra che già in precedenza aveva attestato la pericolosità dell’esemplare per l’uomo.

Dal presidente Fugatti e dall’assessore Giulia Zanotelli è stato espresso un ringraziamento agli uomini della forestale ed in particolare alla squadra che è stata impegnata fino alle prime luci dell’alba per portare a termine la delicata operazione».

Se la provincia di Trento esulta, altrettanto non fa il Wwf: «La cattura dell’orso M49, alias Papillon come affettuosamente ribattezzato dal nostro Presidente Onorario, Fulco Pratesi e subito ripreso dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, è una pessima e triste  notizia per la conservazione della natura nel nostro Paese.

Nonostante nelle ultime settimane, dopo il risveglio dal periodo di ibernazione, abbia effettuato alcune intrusioni in baite, malghe ed altri stabili (sempre disabitati), Papillon non si è mai reso protagonista di attacchi o comportamenti pericolosi verso l’uomo, al contrario di quanto avrebbe affermato la Provincia Autonoma di Trento, che oggi spiega che l’intervento è stato reso necessario dal comportamento di M49, pericoloso per l’uomo».

Il Wwf ricorda alla giunta della Provincia autonoma di Trento che «l’orso è una specie protetta sia da Direttive internazionali che da leggi nazionali (Legge 157/92), e che interventi di cattura e captivazione di un individuo devono rispettare alcune fondamentali condizioni di necessità.

Chiediamo dunque delucidazioni alla Provincia Autonoma di Trento (PAT) su necessità, tempi e modalità dell’intervento messo in atto, e sul destino di M49, già oggi rinchiuso nel recinto del Casteller, che ha tra l’altro già mostrato in passato evidenti carenze strutturali e gestionali.

La cattura di M49 rappresenta una sconfitta per tutti, e mette in luce la necessità di investire sempre più energie e risorse economiche nella prevenzione dei danni, per lavorare attivamente per la convivenza con l’uomo e evitare che simili episodi si ripetano in futuro, considerato anche che la popolazione trentina di orsi è in continua espansione spaziale e numerica, come riportato nell’ultimo Report Grandi Carnivori 2019 della PAT».

La LAV  commenta: «Si conclude così la fuga per la libertà di un animale che, dopo avere esplorato le province di Trento, Bolzano e Verona, se ne era tornato da pochi giorni nei suoi luoghi di origine, nel Trentino occidentale.

Un animale che, pur avendo percorso centinaia di chilometri, non ha mai costituito alcun pericolo per l’uomo e che ora sarà condannato all’ergastolo solo per avere mangiato del cibo malamente custodito in alcune baite in alta quota».

Secondo Massimo Vitturi, responsabile animali selvatici LAV, «la sentenza emessa dalla Provincia di Trento è inutilmente crudele perché si accanisce su un animale che ha dimostrato eccezionali capacità di adattamento e sopravvivenza, aspetti che ne fanno un individuo particolarmente dotato che dovrebbe essere per questo ancora più rispettato e accettato, anche se si è reso responsabile di qualche danno, esclusivamente di carattere economico».

Simone Stefani, vicepresidente nazionale LAV e responsabile della sede LAV di Trento, aggiunge: «A quali interessi politici risponde veramente la sua prigionia? 

Chiediamo l’immediato rilascio e diffidiamo la Provincia di Trento, anche perché Casteller non può assicurare una detenzione compatibile con le caratteristiche etologiche di questo animale, da un punto di vista anche legale. Per questo motivo, saremo pronti a procedere contro la Provincia di Trento, per il reato di maltrattamento di animali ai sensi dell’art. 544 ter del Codice Penale».

L’Enpa conclude. «Basta con la gestione localistica e improvvisata!

Basta con le catture facili.

Basta con gli allarmismi.

Basta con queste azioni che hanno come reale motivazione la ricerca del consenso politico.

Occorre una visione ampia, di alto livello, e scientifica.

Ricordiamo che gli orsi non sono proprietà del Trentino, ma dell’intera comunità nazionale, riconosciuti dal legislatore come animali particolarmente protetti.

Di fronte a questa ferita alle politiche di tutela che stanno a cuore agli italiani, chiediamo che M49 possa avere a disposizione una equipe di etologi, di veterinari e di scienziati che possano adoperarsi per la sua liberazione, e che la Provincia di Trento non lo condanni a condurre una miserabile esistenza di prigionia all’interno del Casteller.

Da parte nostra, considereremo direttamente responsabili i vertici della Provincia se all’animale dovesse succedere qualcosa di ulteriormente grave o irreparabile».

Poi è arrivato l’intervento del ministro dell’ambiente Sergio Costa che prende le distanze dalla scelta della Provincia ma rassicura sulla salute dell’orso: «Questa mattina sono stato informato dal presidente della provincia di Trento della cattura di Papillon.

Dopo 289 giorni di libertà e dopo essere stato avvistato anche in Veneto,  era ritornato in Trentino e ieri sera è stato catturato.

Ci hanno assicurato che Papillon sta bene, è seguito h24 da un’equipe di tecnici della Provincia, ma immediatamente ho allertato l’Ispra, che con i propri esperti sta seguendo l’orso per garantire la massima attenzione in queste ore delicate.

Non ho mai fatto mistero di come la pensassi: ho sempre chiesto che non venisse ammazzato e credo che la cattura non sia assolutamente una soluzione.

Ma è una scelta della provincia autonoma di Trento a cui la legge assegna piena facoltà di azione.

Non mi fa affatto piacere sapere che M49, che ho soprannominato Papillon dopo la sua fuga, abbia perso la sua libertà.

Lo abbiamo seguito in queste settimane in tutti i suoi spostamenti, lo abbiamo visto sulla neve, mentre giocava, e nei boschi.

Sappiamo che si è introdotto in  baite vuote e non ha mai attaccato l’uomo.

Vogliamo che sia trattato bene, e ci stanno rassicurando su questo.

Attualmente si trova nella zona di Casteller, da dove era  fuggito, e per gradi sarà inserito nell’area faunistica.

Mi sto adoperando con tutti i canali possibili, per trovargli una nuova casa.

Stiamo sondando parchi europei, contattando Paesi dove questo tipo di orso potrebbe vivere bene e senza rischi, attivando anche i canali diplomatici.

L’obiettivo poi è regalare a questo orso, che abbiamo imparato a conoscere e a cui vogliamo bene, la migliore casa possibile».

(Articolo pubblicato con questo titolo il 29 aprile 2020 sul sito online “greenreport.it”)

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