In Olanda la Corte cambia il clima

 

La giustizia climatica fa il suo corso in Olanda.

Il governo del popolare Mark Rutte ha dovuto, suo malgrado, ridurre del 75% l’attività delle centrali a carbone e stanziare 3 miliardi di euro in varie misure per mitigare i cambiamenti climatici.

A questo risultato si è giunti grazie alla causa intentata nel 2013 da 886 cittadini olandesi della fondazione ambientalista Urgenda contro il governo olandese che si è risolta con un verdetto definitivo che ha inchiodato Rutte alle sue responsabilità.

Nella sentenza emessa il 20 dicembre 2019, la Corte Suprema olandese ha ritenuto il governo olandese colpevole di non aver fatto abbastanza contro il caos climatico e scritto nero su bianco gli obiettivi da raggiungere: entro la fine di quest’anno l’Olanda è tenuta ridurre le emissioni almeno del 25% rispetto ai livelli del 1990, come sancito in diversi trattati internazionali e come lo stesso governo si era impegnato a fare, ma a parole.

Infatti, le emissioni erano state tagliate solo del 18-20% all’inizio di quest’anno, quindi mancava un 5-7% che in concreto equivale a 15 mega tonnellate di CO2.

Il governo aveva fatto ricorso contro le sentenze di primo e secondo grado che avevano già dato ragione alla società civile, negando di avere obblighi legali per la salvaguardia del clima.

Invece secondo la giustizia olandese ce li ha, eccome: la mancata assunzione di responsabilità del governo sul clima viola la Convenzione Europea dei Diritti dell’uomo, in particolare gli articoli 2 e 8 che tutelano il diritto alla vita e al benessere delle persone.

Lo spegnimento di una parte delle centrali a carbone rappresenta un deciso cambio di passo della politica energetica di Amsterdam, oltre che una vittoria degli ambientalisti.

Un paio di centrali a carbone erano state aperte in Olanda nel 2015 e nel 2017.

Anche dopo la firma dell’accordo di Parigi sul clima si continuava a fare affidamento sul più inquinante dei combustibili fossili: infatti l’Olanda è tra dei paesi che hanno il più alto tasso di emissioni pro capite.

«Malgrado il ritardo del governo, il piano annunciato a fine aprile per il taglio delle emissioni ci sembra significativo e compatibile con la sentenza della Corte Suprema», scrive in una nota la fondazione Urgenda, presieduta da Marjan Minnesma, una delle più riconosciute leader ambientaliste olandesi.

Oltre al taglio delle centrali a carbone il governo ha deciso di adottare decine di misure minori che avranno effetti positivi, oltre che sul clima, sull’inquinamento, sulle bollette dei cittadini e sulla biodiversità.

ENERGIE RINNOVABILI. 

Due miliardi sono stati destinati dal governo nel 2020 per aumentare la quota di energie rinnovabili, soprattutto per aumentare le superfici dei pannelli solari, che vengono incentivati anche grazie a leggi e regolamenti che semplificano le procedure e installati a partire dagli edifici pubblici.

Oltre al fotovoltaico, per migliorare le prestazioni energetiche dell’edilizia sono stati stanziati 300 milioni di euro per incentivare l’isolamento, l’installazione di boiler solari, i doppi vetri e per razionalizzare l’uso dell’energia degli impianti.

ALLEVAMENTI E AGRICOLTURA. 

L’Olanda è il paese con la più alta concentrazione di allevamenti di animali in Europa.

Il raggiungimento degli obiettivi climatici passa anche per una riduzione dei capi di bestiame (mucche da latte e da carne, ma anche maiali, pecore, capre e pollame).

Sono 360 i milioni di euro stanziati per il 2020 per incentivare il pensionamento degli allevatori e la chiusura di stalle e porcili.

Alle serre, che sono l’elemento caratterizzante l’agricoltura olandese, vengono dati 30 milioni di per passare all’illuminazione a Led.

AUTOMOBILI.

Per ridurre i consumi dei veicoli sono stati posti limiti di velocità, da 130 km/h a 100 km/h nelle ore diurne.

Si tratta di una misura a costo zero, ma di certo è quella che dev’essere costata di più a Rutte, di cui è nota la passione per i motori e il sostegno incondizionato ai desiderata degli automobilisti (non per caso il suo è stato soprannominato il «partito del vroom vroom»).

Incentivi vengono dati alle meno prestanti auto elettriche e per rendere la produzione dell’asfalto meno energivora.

INDUSTRIA E TRASPORTI. 

Anche i grandi complessi industriali dovranno fare la loro parte.

Una riduzione delle emissioni di metano è stata richiesta al grande petrolchimico Chemelot, uno dei 10 complessi che emettono più gas ad effetto serra del paese.

Misure sono state prese anche per migliorare le prestazioni della navigazione interna del paese, seppure con parziale ricorso a biocarburanti.

Circa 30 delle misure adottate dal governo sono comprese nel piano delle «54 soluzioni climatiche» elaborate da Urgenda con un metodo partecipativo che ha coinvolto esperti ed esponenti di oltre 800 associazioni e organizzazioni di vari settori economici che rappresentano milioni di cittadini olandesi.

Si tratta di una meticolosa lista di decine di azioni che si possono intraprendere a vari livelli per migliorare la qualità ambientale.

Però quella decisiva è stata far causa al governo.

(Articolo di Daniela Passeri, pubblicato con questo titolo il 4 giugno 2020 sul “L’Extraterrestre”  allegato al quotidiano “il Manifesto” di pari data)

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