Regno Unito, nido distrutto a sassate. Il cigno se ne va, la femmina non sopravvive

 

Nel canale di Manchester, a Kearsley (Regno Unito) alcuni ragazzini – ora ricercati – hanno lanciato mattoni verso una coppia di cigni, nel tentativo di colpirli e distruggere le loro uova.

Delle sei uova, tre sono andate distrutte subito e poco dopo sembra che altre due, forse a causa di qualche predatore come dei cani randagi, siano sparite.

I cigni, che da tempo vivevano in un riparo su una isoletta del canale, erano rimasti a prendersi cura delle uova, ma dopo pochi giorni il maschio ha deciso di lasciare il nido rompendo così il legame fortissimo e di fedeltà che lo vedeva da tempo al fianco della femmina e che è caratteristico di questi animali. 

L’episodio brutale è avvenuto il 20 maggio e gli attivisti inglesi che hanno seguito la vicenda, ritengono che l’uccello possa essersi allontanato a causa del “troppo stress”.

A quel punto la femmina, rimasta sola, è andata avanti per alcuni giorni a prendersi cura dell’uovo, finché non è stata ritrovata morta nelle scorse ore.

Secondo gli ambientalisti, potrebbe essere morta di ‘crepacuore’.

Non c’è molto che io possa dire.

Probabilmente è morta per il cuore spezzato, dopo aver perso le sue uova e il fedele compagno volato via” ha spiegato l’attivista per la fauna selvatica Sam Woodrow.

Della vicenda si sta occupando ora  il Rspca (Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals) che ha deciso di approfondire le indagini sui vandali che hanno lanciato le pietre.

I cigni, i loro nidi e le loro uova sono protetti dal Wildlife and Countryside Act del 1981. Chiediamo a chiunque abbia informazioni di contattarci” scrivono dalla Rspca.

Abbiamo solo voglia di piangere per tanta crudeltà” dicono gli attivisti.

E’ uno sviluppo davvero triste ed è molto sconvolgente sapere della morte di questo povero cigno – chiosano dalla Rspca -. Preghiamo chiunque abbia qualche informazioni sull’accaduto di contattarci al più presto“.

(Articolo di Giacomo Talignani, pubblicato con questo titolo il 22 giugno 2020 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)

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