Archivi Giornalieri: 7 Luglio 2020
Tavolini nel rione Monti (immagine d’archivio) “Siamo al fianco di chi lavora. Un aiuto concreto alle attività produttive della nostra città” twitta in serata la sindaca Virginia Raggi. Già, meglio tardi che mai. A tre mesi dai primi annunci, tra polemiche, strappi in maggioranza, divisioni con la giunta e il braccio di ferro con la Soprintendenza, finalmente il Consiglio comunale ha votato le nuove regole per l’occupazione di suolo pubblico, quella da concedere in più a bar e ristoranti per risollevarsi dall’emergenza economica legata alla pandemia di coronavirus. Quanto spazio in più e per quanto Estensione delle occupazioni di suolo pubblico già esistenti fino al 50% nel Centro storico e al 70% nel resto della città, unici limiti il Codice della strada e la distanza minima di 5 metri dai monumenti, con possibilità di presentare domanda agli uffici entro il 31 ottobre 2020 e durata dell’occupazione di 18 mesi e non più 6, come inizialmente previsto. Sono i punti cardine del nuovo testo normativo. L’Assemblea capitolina, oggi riunita in seconda convocazione dopo il flop di venerdì scorso e quattro sedute di discussione, ha approvato la delibera con 20 voti favorevoli (di M5S, Lega e Fratelli d’Italia), 5 contrari e nessun astenuto. Via libera anche per le librerie Gli emendamenti passati grazie anche ai voti del centrodestra sono arrivati dalla stessa maggioranza M5s, non soddisfatta della prima versione del testo partorita dall’assessore al Commercio Carlo Cafarotti. Che, come la Sovrintendenza, ha espresso in parte parere negativo alle modifiche apportate, fortemente volute invece dal presidente di commissione Andrea Coia. Primo punto: le percentuali di allargamento dei tavolini dall’iniziale 35% sono passate per il Centro storico al 50, modifica arrivata nonostante i pareri contrari della Soprintendenza. E non solo. Le estensioni riguarderanno anche le librerie, i centri sportivi e le attività ricettive, ma non i laboratori […]
Alla fine la delibera sui tavolini è passata in Consiglio comunale. Per i ristoratori di Roma è possibile aumentare l’occupazione di suolo pubblico fino al 50% in Centro storico e fino al 70% nelle altre zone della città (qui tutte le regole). Ma il voto in Aula non è stato indolore. Sulla delibera si è consumato l’ennesimo scontro tra i pentastellati. Da una parte il presidente della commissione commercio Andrea Coia, sostenitore di una rivoluzione seppur temporanea del settore, un “tavolino libera tutti” per andare incontro al massimo ai commercianti. Dall’altra parte l’assessore Carlo Cafarotti, autore della versione originaria della delibera, licenziata in giunta a maggio, con un impianto più severo e regole volte a limitare la possibile “deregulation”. Subito osteggiata, fuori e dentro l’Aula, dal presidente Coia. Per i ristoratori romani si può e si deve fare di più. Questo il messaggio. Da qui gli emendamenti in Assemblea capitolina per allargare le maglie, in barba ai pareri tecnici negativi degli uffici e della Sovrintendenza capitolina e Soprintendenza statale, votati ieri da 18 consiglieri M5s (nove assenti) e due del centrodestra, FdI e Lega. Più spazio disponibile sui marciapiedi e nelle piazze pedonali (ma anche sulle strisce blu della sosta tariffata) e soprattutto per un tempo decisamente più lungo rispetto a quanto fissato dall’assessore: da 6 mesi a 18. Fino cioè al 31 ottobre 2021. Un epilogo che a Cafarotti non è piaciuto affatto. Tanto da spingerlo a un passo dalle dimissioni. “La proposta di giunta era stata pensata come forma di equilibrio inattaccabile e robusto – ha spiegato durante l’intervento in Aula – basata su tre perni fondamentali: la percentuale, giudicata fisiologica, di un ampliamento del 35%, la durata delle misure straordinarie fino a fine anno concordata con gli enti di tutela e i criteri minimi da rispettare, sempre di concerto […]
Da piazza Navona a piazza di Spagna fino a piazza di Pietra: sono 28 le piazze preservate dal rischio di tavolino selvaggio in base all’emendamento alla delibera tavolini, presentato dalla presidente della commissione capitolina Cultura Eleonora Guadagno, e approvato dall’assemblea capitolina con 28 sì e due astenuti. In queste piazze «non potrà essere applicata la possibilità di richiedere l’estensione delle occupazioni di suolo pubblico anche fino ad una distanza di 25 metri per ristoranti e bar che non hanno la possibilità di mettere tavolini fuori dai propri locali». «Abbiamo ritenuto che fosse fondamentale inserire un elenco di piazze da preservare contro il rischio del tavolino selvaggio – ha detto in aula la consigliera M5S Maria Agnese Catini -. Sono le piazze più rappresentative della nostra Capitale: da piazza del Popolo a piazza di Spagna fino a Montecitorio. Sono slarghi che devono mantenere un decoro, pur lasciando la possibilità agli esercenti di richiedere l’ampliamento di metratura per i tavolini esterni». (Articolo di Laura Martellini, pubblicato con questo titolo il 7 luglio 2020 sul sito online della cronaca di Roma del quotidiano “Corriere della Sera”) ***********************
È scontro tra i Cinque stelle, dopo che ieri l’Aula ha approvato la delibera per l’ampliamento delle occupazioni di suolo pubblico (50 per cento in più nel sito Unesco, 70 per cento in periferia) fino al 31 ottobre 2021. Sentendosi sconfessato da una parte della maggioranza, capofila il presidente della commissione Commercio Andrea Coia, Carlo Cafarotti, assessore alle Attività produttive ha rimesso il mandato nelle mani della giunta, che ha respinto le dimissioni. La versione più concessiva del provvedimento, passato con i voti di FdI e Lega e in conflitto con l’esecutivo pentastellato, riguarda le attività di somministrazione, le librerie, i centri sportivi, gli hotel con servizio di bar e ristorante anche per la clientela esterna, ma non i laboratori artigianali (gelaterie e pizzerie a taglio). Sarà possibile allestire i tavolini entro una distanza di 25 metri dal locale in assenza di spazio adeguato nelle immediate pertinenze. Consentito anche dislocare gli arredi sulle strisce blu, nonostante i pareri negativi del dipartimento Mobilità e della Ragioneria: «Meglio sottrarre spazio alle auto in strada – la valutazione di Enrico Stefàno, presidente della commissione Trasporti – che invadere i marciapiedi». Accolto l’emendamento che prevede il monitoraggio trimestrale della Sovrintendenza capitolina nelle aree di sua competenza. Il passaggio più critico, sul quale si è consumata la frattura tra la giunta e la fronda interna ai grillini, è stata la proroga di un anno rispetto alla deroga assai più limitata, fino al prossimo 31 ottobre, prevista dal decreto Franceschini. Alla fine, a spuntarla è stato Coia, che ha affossato la delibera Cafarotti, amareggiato per il deragliamento dal percorso di mediazione con governo e Mibact del quale è stato uno dei principali tessitori: «Il mio testo è stato presentato come forma di equilibrio e i tre perni erano la percentuale al 35%, la durata fino a fine […]
Una app in 24 lingue, quelle dell’Unione europea, che piacerà sicuramente a Greta Thunberg perché dà voce ai bambini e ai ragazzi del vecchio continente. I quali dal primo luglio possono lanciare chiaro e forte il loro messaggio sull’ambiente: di rabbia per il poco che si fa, di paura per un mondo inquinato, di voglia di fare per cambiare le cose. Ma non saranno loro ad apparire sullo schermo bensì oggetti come piante, edifici, tronchi, scarpe con la loro faccia e con la loro stessa voce. Il progetto si chiama Earth Speakr, l’autore è l’artista visuale islandese-danese Olafur Eliasson. Il quale ha pensato – visto che a vivere le conseguenze più acute del riscaldamento globale saranno i bambini e i ragazzi di oggi – che toccasse a loro parlare. Ed è ciò che, infatti, fa Earth Speakr, un’opera d’arte inedita, realizzata in collaborazione con il Goethe-Institut e inaugurata il primo luglio in coincidenza con l’avvio della presidenza tedesca del Consiglio dell’Unione Europea (di cui rappresenta il cuore del programma culturale). Eart Speakr è un sito interattivo – www.earthspeakr.art – e insieme una app gratuita tramite cui il bambino può disegnare il suo volto a piacere e registrare la sua voce per animare letteralmente l’ambiente – piante, tronchi, fiumi, ma anche il cielo o una buccia di banana – con una tecnologia interattiva. I messaggi dei bambini verranno condivisi sul sito e vivranno tramite Realtà Aumentata (AP). “Non c’è qualcosa di giusto o sbagliato ed è facile per tutti partecipare – ha detto l’autore – La mia opera invita i bambini a parlare del cambiamento climatico, con preoccupazione oppure con speranza, riunisce le loro voci e amplifica ciò che hanno da dire e noi, adulti e decisori politici, dobbiamo prenderli sul serio”. E appunto, gli adulti che ruolo hanno? Su Earth Speakr possono dimostrare che i messaggi dei bambini vengono ascoltati creando i […]
Recentemente, l’Osservatorio delle associazioni sul Parco Nazionale dello Stelvio (Cai, Fai, Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Touring Club Italiano, Wwf) ha esaminato il progetto di asfaltatura, ormai in fase avanzata di realizzazione, della strada dalle Torri di Fraele al piazzale antistante la palazzina A2A nei pressi della diga di Cancano, compreso il tratto che costeggia il Lago delle Scale e segnala con preoccupazione ai Comitati di Coordinamento e di indirizzo lombardo e nazionale «questo inutile scempio in un’area montana di pregio paesaggistico e naturalistico del Parco Nazionale dello Stelvio», chiedendo che «non si ripetano interventi di questo genere in attesa che siano approvati definitivamente il Piano, le Norme di Attuazione e il Regolamento dell’area protetta». L’osservatorio spiega che «l’iniziativa dell’asfaltatura è del Comune di Valdidentro che ha chiesto e ottenuto i pareri favorevoli della Soprintendenza e del Parco Nazionale dello Stelvio (Area Lombarda) nell’ambito della Conferenza di Servizi ex art. 14, 2° comma, L. 241/90». L’Osservatorio, «pur prendendo atto che l’iter procedimentale è stato rispettato da parte dell’Amministrazione Comunale, non può non censurare, nel merito, l’iniziativa che non è dato sapere se dipenda dalla volontà di preparare la strada in asfalto per l’arrivo della tappa del Giro d’Italia, prevista per il giorno 22 ottobre 2020, ovvero da un “bisogno” della Comunità». Le associazioni ambientaliste sottolineano inoltre che «l’area oggetto di progetto ricade all’interno del Sito di Rete Natura 2000 (ZPS “IT2040064 – Parco Nazionale dello Stelvio”) e della ZSC “IT20400088 Cime di Plator e Monte delle Scale”, in un brano del paesaggio particolarmente di pregio da un punto di vista ambientale per il suo ricco patrimonio naturalistico (aquila, gipeto, camoscio, ecc.). Si osserva, in particolare, che, giuridicamente, non si tratta di un lago, bensì di uno stagno in quanto non vi è né immissario né emissario, tanto è vero che non rientra tra […]
Nel suo nuovo dossier “Più olio di palma nei motori che nei biscotti, la mappa degli impianti in Italia”, Legambiente denuncia che «con l’olio di palma, le cui piantagioni sono la principale causa di deforestazione mondiale, non produciamo solo biscotti o detergenti ma soprattutto biocarburanti e bioenergie: il 67% delle importazioni di olio di palma in Europa e il 70% in Italia. Siamo, infatti, uno dei paesi europei che più consuma olii vegetali alimentari per l’energia, perlopiù all’insaputa dei consumatori e con costi aggiuntivi». Dal dossier del Cigno Verde emerge «per usi energetici, in Italia abbiamo bruciato nel 2019 oltre un milione di tonnellate di olio di palma, 150 mila tonnellate di olio di semi di girasole, 80 mila tonnellate di olio di soia. Per la quasi totalità prodotti in piantagioni indonesiane e malesi, a danno di una delle maggiori foreste tropicali al mondo che ha perso negli ultimi vent’anni alberi e torbiere per oltre 33 milioni di ettari. Un danno incalcolabile per il clima (ogni litro di olio di palma comporta il triplo delle emissioni di CO2 di un uguale volume di gasolio fossile) e per la biodiversità (distruggiamo l’habitat di specie vegetali e animali come l’orango, la tigre e il rinoceronte) che produce, inoltre, rischi di diffusione delle nuove zoonosi». Secondo il rapporto “Più olio di palma e di semi di colza nei nostri serbatoi che nei nostri piatti – Dieci anni di politiche europee sui biocarburanti” di Transport&Environment, «nel 2019 i conducenti europei hanno bruciato nei loro motori 20 volte più olio di palma di quanto ne ha usato la Ferrero per tutta la Nutella e i Kinder consumati nel mondo; 15 volte di più di quanto consumato dal gruppo Mondelez (Oreo) per i loro biscotti, quattro volte di più dell’olio di palma impiegato da Unilever per tutti i propri prodotti […]