Roma, un’astronave bianca sul tetto del palazzo Apple al Corso

 

Un’astronave bianca è planata nel cuore del centro, nel quadrilatero tra palazzo Chigi, piazza San Silvestro e a un passo dalla Galleria Colonna.

Tubi, cemento, vetrate e nuove cubature che ospiteranno uffici e locali tecnici – ma non un ristorante – sopra palazzo Marignoli, in via del Corso 184: è sopra l’edificio storico di proprietà del colosso Allianz assicurazioni, ormai meglio noto a Roma come ” il palazzo della Apple”, il megastore targato Cupertino che dovrà aprire in autunno – ma per ora solo nel piano terra e il primo piano – dopo mesi e mesi di rinvii.

E dove ancora si lavora operosamente.

In alto però, sopra l’ex terrazzo grande più o meno quanto mezzo campo di calcio, è sbucato un piano nuovo e occupa la gran parte della superficie del palazzo che di fatto è un intero isolato.

Una sopraelevazione bianca, moderna, costruita con i costosi materiali ” brise soleil” per mitigare il calore dei raggi solari, più alta degli edifici vicini, per alcuni più alta anche dell’attiguo palazzo del governo.

Un pugno nell’occhio, se si guarda verso l’alto.

È davvero così che era stata approvata?

Con questo forte impatto visivo?

E comunque ci sono voluti ben dieci anni da quando è stata per la prima volta autorizzato l’intervento, in cui si sono succeduti decine di diversi interlocutori, rifilati piani e cubature, ridisegnati interventi e modificate destinazioni d’uso. In dieci anni qualcosa è stato alzato, allargato, senza attente verifiche?

L’impresa di costruzione Pasqualucci che sta realizzando i lavori fa sapere che sta portando a termine un progetto esecutivo regolarmente approvato (l’apertura della conferenza dei servizi data 2010, sindaco Alemanno, poi una seconda conferenza il 1 dicembre del 2014 e la terza che prorogava il permesso di costruire, del 7 dicembre 2018) e che in merito al piano sopra il vecchio terrazzo non può rilasciare ulteriori dichiarazioni per un patto di riservatezza sottoscritto con il potente committente.

Tutto l’iter tecnico e amministrativo dell’intervento fa capo al Dipartimento Sviluppo Economico dell’assessorato al Commercio.

Trattandosi di media struttura di vendita, con un importante cambio di destinazione d’uso, viene realizzato attraverso un’autorizzazione unica che avrà sicuramente ottenuto tutti i pareri necessari anche da parte degli organi di tutela del patrimonio storico e artistico“, fa sapere il Primo Municipio, il cui cartello campeggia accanto a quello che sarà il portone d’accesso dell’Apple store.

E ancora, il miniparlamento del Centro storico: “Come Municipio non abbiamo mai ricevuto segnalazioni relative a questo cantiere.

Si tratta di un intervento importante, con un grande investimento di risorse.

In un periodo molto difficile per l’economia della città, l’apertura di un nuovo store del colosso americano dell’informatica può rappresentare una boccata di ossigeno e un volano per la ripartenza economica del Centro Storico“.

Dall’assessorato all’Urbanistica guidato da Luca Montuori non mostrano particolare interesse alla vicenda: fanno sapere che l’iter era iniziato ben prima dell’attuale assessore e quindi il tema per loro è chiuso.

E aggiungono che eventuali controlli sulla conformità della realizzazione del progetto autorizzato dipendono da altri.

E rimbalzano la palla sulla Sovrintendenza statale.

Che subito risponde con pertinenza e precisione: “L’edificio Allianz di via del Corso ( ex Caffè Aragno ed ex Alemagna) non è vincolato – spiega il Soprintendente Speciale di Roma Daniela Porro-, quindi la Soprintendenza dal 2010 ha espresso una serie di pareri all’interno di una conferenza di servizi ai sensi dell’articolo 24 delle Nuove Norme di Attuazione del Piano Regolatore Generale.

Il progetto, tra l’altro, mira a bonificare una situazione pregressa di degrado sul tetto, dove spiccavano antenne e vani abusivi.

Il parere della Soprintendenza contiene una serie di prescrizioni, che saranno verificate nel corso dei lavori“.

E ulteriori verifiche saranno effettuate.

Mentre lo scorso 10 gennaio, prima del covid, quindi un’era fa, la sindaca Raggi su Fb esultava e tirava in ballo anche altri interlocutori legati al palazzo dell’Apple store: “Le archistar tornano a scegliere Roma. Norman Foster ha disegnato la nuova sede della Apple in un edificio storico della città… ” .

Rintuzzata allora dal deputato renziano Michele Anzaldi che l’accusò di vantarsi di meriti non suoi: “Il progetto è stato approvato per la prima volta dalla Giunta di centrosinistra nel 2014.

I lavori nel palazzo ex Ras sono in corso da anni.

Se lo ricorda bene chi frequentava l’ex Caffè Aragno ed ex Alemagna, diventato Spizzico“, le rispose Anzaldi.

Va anche detto che, dalle foto scattate prima dell’intervento, si vede l’immenso terrazzo-lastrico solare con una vista da capogiro già pieno di casupole, ripostigli, macchinari e baracchette la gran parte presumibilmente abusive.

Però almeno erano concentrate più all’interno dello spazio, più a ridosso della galleria interna e da sotto non si vedevano, non sbucavano a filo della facciata esterna come invece si mostra la nuova edificazione perfettamente visibile anche dal basso.

Un’astronave, appunto, parcheggiata accanto a Palazzo Chigi.

 

(Articolo di Simona Casalini, pubblicato con questo titolo il 15 luglio 2020 sul sito online della cronaca di Roma del quotidiano “la Repubblica”)

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N.B. – La Soprintendente Speciale di Roma Daniela Porro ha dichiarato che palazzo Marignoli non è vincolato, lasciando intendere l’assenza di un vincolo storico-monumentale. Ha ignorato però che dal 14 febbraio del 2028 contestualmente alla pubblicazione della adozione del Piano Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.) del Lazio è entrato in vigore il vincolo paesaggistico del centro storico di Roma all’interno del quale ricade Palazzo Marignoli, che sul piano delle procedure comporta il rilascio preventivo ed obbligatorio della autorizzazione paesaggistica che non  risulta esserci stato.

Dott. Arch. Rodolfo Bosi

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