E’ una specie di bidone sott’acqua alto un metro e mezzo, dalla riva dell’Arno si vede soltanto la bocca, a sfioro sull’acqua che attira plastiche e rifiuti che galleggiano e, grazie al lavoro di una pompa, li cattura espellendo poi l’acqua filtrata. Si chiama Seabin questa macchina elementare, capace però di raccogliere in un anno minimo 500 chilogrammi di rifiuti plastici, microplastiche e microfibre. Il primo Seabin è stato installato a Firenze nello spazio della Canottieri a due passi da Ponte Vecchio grazie a Coop Italia e LifeGate, la sociale milanese che lo produce. Firenze è solo l’inizio Il progetto prevede l’installazione in varie parti d’Italia di 25 dispositivi in laghi, mari e fiumi: a Pescara, Genova, Milano, nel Lago Maggiore, a Castigliore della Pescaia, a Livorno, Brindisi, Tieste, Roma e Ravenna in un giro d’Italia che si concluderà nell’estate 2021. “Un gesto simbolico e al tempo stesso concreto che testimonia il nostro impegno per l’ambiente” spiega Maura Latini ad di Coop Italia. Seabin è un cestino che deve stare in una zona riparata, per esempio nell’ansa di un fiume o in un porto, o al riparo da una marina per funzionare. Consuma un euro di corrente al giorno. “Ogni dispositivo per essere installato ha bisogno di adattamenti, quello di Firenze è per esempio ancorato a una piccola zattera galleggiante – spiega Simone Molteni, 43 anni, direttore scientifico di LifeGate – ogni cestino con la pompa e il piano di installazione costa intorno 15-20mila euro. Tutto compreso“. Ogni bidone mangiaplastica filtra 25mila litri di acqua l’ora. La sola manutenzione di cui ha bisogno è quella di svuotare il cestino quando è pieno e a questo penseranno gli atleti e il personale della Canottieri. E’ chiaro che un cestino mangiaplastica non può risolvere il problema dell’inquinamento dell’Arno ma certo segna una strada e […]