Trump annuncia la rottamazione della Nepa, la legge ambientale fondamentale degli Usa

 

Nel suo annunciatissimo comizio in Georgia, il presidente Usa Donald Trump ha mantenuto le peggiori previsioni e ha aperto un nuovo campo di battaglia politico per spazzare via una delle leggi ambientali fondamentali degli Stati Uniti: il National Environmental Policy Act, promettendo di accelerare e facilitare l’iter per realizzare grandi opere, limitando le valutazioni ambientali obbligatorie per autostrade, oleodotti e gasdotti e centrali elettriche.

Il giorno prima, il candidato democratico alla presidenza,  Joseph R. Biden Jr., aveva presentato un piano da 2 trilioni di dollari per affrontare i cambiamenti climatici e revisionare le infrastrutture statunitensi sostenendo che creerà milioni di posti di lavoro costruendo un’economia dell’energia pulita.

Di fronte a queste due linee sempre più distanti e che vedono al centro proprio i temi ambientali, Waleed Abdalati, direttore del Cooperative Institute for Research in Environmental Sciences dell’università del Colorado –  Boulder, ha commentato sul New York Times: «Siamo sulla traiettoria verso un pianeta più caldo, Trump e Biden rappresentano due percorsi molto divergenti».

Trump aveva già praticamente rottamato tutte le leggi federali approvate da Barack Obama per combattere i cambiamenti climatici, dalla limitazione delle emissioni delle centrali elettriche e dei veicoli al contenimento delle fughe di metano dell’industria petrolifera  e del gas. 

Ha persino annullato un ordine esecutivo di Obama che invitava le Agenzie federali a tenere conto dei cambiamenti climatici e dell’innalzamento del livello del mare durante la ricostruzione delle infrastrutture.

In molti casi, il Nepa è l’unica legge che fornisce alle comunità in prima linea la possibilità di valutare progetti federali che potrebbero avere un impatto sulla loro salute e sicurezza

L’attacco al Nepa – una legge approvata insieme da democratici e repubblicani –  evidenzia ancora di più le differenze tra Trump e Biden: le modifiche annunciate ieri includono un limite di due anni per condurre valutazioni ambientali  esaustive dei progetti infrastrutturali e al contempo revoca l’obbligo che le Agenzie federali e statali prendano in considerazione gli effetti cumulativi dei progetti sull’ambiente, compreso il loro contributo ai cambiamenti climatici.

Secondo Trump le attuali procedure previste dal Nepa «hanno comportato un costo di trilioni di dollari nel corso degli anni per il nostro Paese e ritardi come non ci credereste».

Trump scommette chiaramente sulla parte più conservatrice della società americana e cerca di saldare un’alleanza tra la grande imprenditoria fossile e la working class bianca e aveva già annunciato a gennaio l’intenzione di voler indebolire le normative Nepa, trovando subito una fiera opposizione da parte degli ambientalisti e ora Lisa Ramsden, responsabile clima di Greenpeace Usa lo attacca proprio sul lato che Trump crede più permeabile alle politiche antiambientaliste: quello dei lavoratori e denuncia che «l’agenda anti-ambiente dell’amministrazione Trump è un’agenda razzista. Lo smantellamento del Nepa  è un palese tentativo di mettere a tacere le comunità di colore della classe operaia che resistono all’espansione delle infrastrutture di combustibili fossili nelle loro comunità. 

Non sorprende che arrivi poco dopo che i movimenti a guida indigena per fermare i gasdotti e gli oleodotti ottenuto  tre importanti vittorie in 24 ore.

Trump e l’industria petrolifera raddoppiano un piano subdolo per mettere a tacere i loro avversari.

Nel mezzo di una pandemia che ha ucciso in modo sproporzionato neri, coulored e indigeni in questo Paese, il nostro governo dovrebbe fare tutto il possibile per proteggere la salute pubblica. 

Le comunità di colore sono già sovraesposte all’inquinamento tossico sul lavoro, nelle loro case e a scuola, mettendole a maggior rischio di morire per il Covid-19. 

Ma l’amministrazione Trump è più che disposta a lasciare morire i neri e i coulored che mettono a dura prova la sua agenda pro-inquinatori. 

E’ giunto il momento per il Congresso di opporsi a Trump e ai suoi amici executive del petrolio e di lottare per proteggere le nostre comunità».

Sierra Club, la più grande, diffusa e influente associazione ambientalista Usa, ricorda che «il Nepa è la legge ambientale fondamentale della nazione ed è fondamentale per la protezione dei diritti civili. Il Nepa richiede alle agenzie federali di identificare significativi impatti ambientali, economici, sociali o sulla salute dei grandi progetti prima che vengano prese le decisioni e inizi la costruzione e offre alle comunità colpite l’opportunità di partecipare al processo. 

La valutazione delle conseguenze espressa della giustizia ambientale è stata a lungo una componente chiave dell’analisi Nepa».

Il direttore esecutivo di Sierra Club Michael Brune attacca il presidente: «E’ un peccato che Donald Trump e la sua amministrazione, per offrire agli inquinatori delle corporation un pass gratuito, cerchino di mettere a rischio le comunità più vulnerabili e di mettere a tacere coloro che avrebbero parlato. 

Il Nepa dà voce alle comunità la cui salute e sicurezza sarebbero minacciate da progetti distruttivi ed è spregevole che l’amministrazione Trump stia cercando di zittirle. 

Mentre il Paese si trova di fronte a una pandemia globale e alle prese con persistenti ingiustizie razziali, l’ultima cosa di cui le comunità hanno bisogno è un attacco a questa fondamentale legge ambientale e sui diritti civili. 

Perseguiremo ogni via legale per combattere contro questo piano antidemocratico, razzista e profondamente distruttivo».

Gina McCarthy, presidente e CEO del Natural Resources Defense Council  conclude: «Questo è un chiaro tentativo di mettere a tacere e mettere da parte le persone per rendere più facile per l’industria inquinare le nostre comunità. Non li lasceremo fare.

Le persone hanno il diritto di pensarci su prima che un progetto autostradale distrugga i loro dintorni o che una pipeline attraversi il loro cortile. 

Mandare in fumo le loro preoccupazioni significherà più aria inquinata, più acqua contaminata, più minacce per la salute e più distruzione ambientale.

E’ particolarmente sbagliato a minare il diritto delle persone a parlare nel mezzo di una crisi di salute pubblica che sta colpendo le persone a basso reddito e le comunità di colore più duramente a causa dei più alti tassi di inquinamento con cui vivono ogni giorno.

Ora più che mai i nostri leader dovrebbero aiutare le persone a respirare più facilmente, senza distribuire favori a trivellatori di petrolio, sviluppatori di oleodotti e altri inquinatori».

(Articolo pubblicato con questo titolo il 16 luglio 2020 sul sito online “greenreport.it”)

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