Dibattito Trump-Biden, cosa ne pensano gli ambientalisti Usa

 

Pur confuso, nervoso e a tratti violento, secondo Greenpeace Usa il primo dei tre dibattiti presidenziali tra Donald Trump e Joe Biden non lascia dubbi su quale candidato sia migliore per affrontare la crisi climatica: «Alla domanda a bruciapelo del moderatore Chris Wallace, Trump non ha nemmeno affermato di “credere” alla scienza del cambiamento climatico. Biden, nel frattempo, ha mostrato di capire come l’azione climatica possa stimolare la ripresa economica che lo ha aiutato a raggiungere un vantaggio di 75 punti su Trump nella Greenpeace climate 2020 scorecard».

Dall’inizio delle primarie democratiche nel 2019, Greenpeace Usa ha monitorato le piattaforme climatiche di ciascun candidato alla presidenza dei due principali partiti. Joe Biden ora ha un punteggio di 75,5/100 (B+) che dimostra quanto sia cambiato il suo programma politico per promuovere la giustizia ambientale e le soluzioni climatiche. 

Donald Trump, nel frattempo, ha un punteggio inesistente: 0/100 (F).

Secondo John Noël, senior climate campaigner di Greenpeace Usa,  «Joe Biden ha ricordato agli elettori che sta correndo con un programma climatico più ambizioso di qualsiasi candidato presidenziale della storia. 

Biden ha un piano per riportare milioni di persone a lavorare nell’economia delle energie rinnovabili, investire nelle comunità svantaggiate e ritenere responsabili i grandi inquinatori. 

E’ stata una mossa intelligente della campagna di Biden per evidenziare le connessioni tra cambiamento climatico, energia e la nostra economia. 

Questa elezione si riduce a una scelta tra un candidato che durante il suo mandato ha cercato di annullare più di  100 protezioni di base per l’ambiente e la salute pubblica  e uno che vuole rimettere milioni di persone al lavoro investendo nell’energia pulita».

Per Noël, sul palco del dibattito, «Donald Trump sembrava un truffatore disperato che sa che sta perdendo. 

Trump ama vantarsi dell’aria e dell’acqua pulite, ma la verità è che le sue politiche hanno portato in ogni momento  all’inquinamento. 

Che si tratti di sventrare l’EPA, indebolire il Clean Water Act o distribuire elemosine agli inquinatori dei combustibili fossili, l’agenda di Trump ha messo sin dal primo giorno i profitti aziendali davanti alla salute pubblica e alla giustizia ambientale. 

La sua unica risorsa è spaventare gli elettori, sopprimere il voto e distrarre dai suoi imbarazzanti obiettivi ambientali. 

Tutte le sue bugie sulla frode elettorale e il caos hanno lo scopo di scoraggiare le persone dal votare e incoraggiare la violenza di destra.

Il popolo elegge il presidente e il popolo chiede un campione del clima. 

Dobbiamo contare ogni voto, perché ogni voto conta».

Durissimo e coinciso il giudizio del direttore politico di Sierra Club, Ariel Hayes: «Il dibattito di stasera ha solo riaffermato che Donald Trump è un razzista, un bugiardo e il peggior presidente mai visto per la nostra aria e acqua pulite. 

Può e deve essere sconfitto: la nostra umanità, la nostra democrazia e il nostro pianeta dipendono da questo».

(Articolo pubblicato con questo titolo il 1 ottobre 2020 sul sito online “greenreport.it”)

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