Survival International lancia un nuovo drammatico allarme su quel che sta succedendo in Brasile: «La sopravvivenza di diverse tribù incontattate è a rischio a causa degli incendi che sono stati appiccati all’interno dei loro territori.
Secondo gli attivisti, gli incendi che quest’anno stanno bruciando l’Amazzonia e la guerra ai popoli indigeni del Presidente Bolsonaro sono la minaccia più grave alla sopravvivenza delle tribù incontattate degli ultimi trent’anni».
L’ONG che difende i popoli auutoctoni spiega che «sono quattro i territori indigeni che stanno affrontando una crisi particolarmente grave: la celebre Papaya Forest sull’isola Bananal, nello stato del Tocantins, l’isola fluviale più grande al mondo.
È abitata dagli Ãwa incontattati.
Lo scorso anno è bruciato l’80% della foresta e quest’anno sono stati avvistati incendi in una delle ultime aree della foresta rimaste intatte.
Oggi pascolano sull’isola oltre 100.000 capi di bestiame.
Il territorio di Ituna Itatã (“Odore di Fuoco”) nello stato di Pará, abitato esclusivamente da Indiani incontattati.
Questa riserva è stata il territorio indigeno che nel 2019 ha subito la deforestazione più pesante, a seguito dell’invasione di allevatori e accaparratori di terra.
Nei primi quattro mesi del 2020 sono stati distrutti altri 1319 ettari di foresta, un incremento di quasi il 60% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Il territorio di Arariboia nello stato di Maranhão, nell’Amazzonia orientale, è già stato ampiamente invaso: qui abitano gli Awá incontattati.
I Guardiani dell’Amazzonia, appartenenti alla tribù confinante dei Guajajara, denunciano quotidianamente che i taglialegna illegali stanno distruggendo la foresta a una velocità allarmante».
[Gli Ãwa dell’isola Bananal e gli Awá del Maranhão sono popoli diversi].
L’altro territorio indigeno n fiamme è quello degli Uru Eu Wau Wau, dove a settembre degli indios incontattati hanno ucciso un noto esperto di Amazzonia, Rieli Franciscato e i ricercatori temono che il gruppo sia stato costretto a uscire dalla foresta a causa delle invasioni.
Survival denuncia che «molti degli incendi sono stati appiccati per liberare la foresta pluviale e far spazio al disboscamento e agli allevamenti; ogni anno, in Europa e negli Stati Uniti vengono importati milioni di tonnellate di soia, carne, legname pregiato e altri prodotti provenienti dal Brasile».
L’Articulação dos Povos Indígenas do Brasil (APIB) ha lanciato una campagna per denunciare i legami tra il presidente neofascista del Brasile Jair Bolsonaro, i suoi sostenitori dell’agrobusiness e le violenze genocide che subiscono i popoli indigeni in tutto il paese e chiede alle persone e alle aziende di tutto il mondo di smettere di comprare prodotti che alimentano la distruzione dei territori indigeni.
Anche Survival International ha lanciato un’azione internazionale per chiedere ai supermercati europei e statunitensi di smettere di acquistare prodotti agroalimentari brasiliani fino a quando i diritti indigeni non saranno rispettati.
Ângela Kaxuyana, portavoce del Coordenação das Organizações Indígenas da Amazônia Brasileira, ha sottolineato che «l’accaparramento di terra, la deforestazione e gli incendi dolosi minacciano direttamente le vite dei nostri parenti incontattati.
La distruzione dei territori che sono le loro uniche fonti di vita e di cibo (fauna, flora e acqua) potrebbe portare al loro sterminio».
Tainaky Tenetehar, uno dei Guardiani della foresta Guajajara che proteggono la riserva di Arariboia anche per i loro vicini incontattati, ha aggiunto: «Combattiamo per proteggere questa foresta e per questo molti di noi sono stati assassinati, ma gli invasori continuano ad arrivare.
Negli ultimi anni, hanno danneggiato così tanto la foresta che ora gli incendi sono molto più estesi e più gravi di prima perché la foresta è molto secca e vulnerabile.
I taglialegna devono essere sfrattati, solo allora gli Awá incontattati potranno vivere e prosperare».
Sarah Shenker ricercatrice Senior di Survival, conclude: «In molte parti del Brasile, i territori delle tribù incontattate sono le ultime significative aree di foresta rimaste.
Oggi sono prese di mira da accaparratori di terra, trafficanti di legname e imprenditori agricoli incoraggiati dall’aperto sostegno di Bolsonaro.
I consumatori europei e statunitensi devono capire che c’è un collegamento diretto tra il cibo che trovano sugli scaffali dei loro supermercati e questa distruzione genocida e agire di conseguenza.
Le tribù incontattate sono i popoli più vulnerabili del pianeta e sono anche, di gran lunga, i migliori custodi della natura.
Non possiamo permettere che la loro terra vada in fiamme».
(Articolo pubblicato con questo titolo il 15 ottobre 2010 sul sito online “greenreport.it”)