Annullamento del PTPR: il silenzio assordante dei vertici della Regione Lazio è stato rotto da certi rappresentanti delle cosiddette “forze produttive” con dichiarazioni ancor più assordanti

 

La sentenza n. 240  del 22 novembre 2020 con cui la Corte Costituzionale ha annullato la delibera del Consiglio Regionale di approvazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.) è stata depositata e quindi resa pubblica il 17 novembre 2020.

Malgrado l’ampia rassegna stampa che ha fatto immediatamente seguito alla notizia, a distanza ormai due settimane il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e l’Assessore alle Politiche Abitative ed all’Urbanistica  Massimiliano Valeriani non hanno fatto nemmeno uno straccio di Comunicato Stampa.

Lo stesso giorno della pubblicazione della sentenza, i media hanno però riportato il seguente testo con cui la Regione ha ribattuto alla notizia: «Prendiamo atto della pronuncia della Consulta sul Piano paesaggistico del Lazio, anche se lascia perplessi il fatto che il Consiglio regionale venga considerato un organo di ratifica di un’intesa fra la Giunta e il Mibact. 

Nel frattempo, comunque, la Giunta regionale e il Ministero hanno già raggiunto un nuovo accordo sul Ptpr, che è stato sottoscritto lo scorso luglio ed è già stato inviato all’esame del Consiglio.

La Regione, quindi, è pronta a completare la procedura di approvazione di un Piano atteso nel Lazio da oltre 20 anni».

Riguardo alla perplessità che sembra avere solo oggi la Regione Lazio, basta ricordare quanto ha dichiarato il 12 maggio 2020 l’Assessore Massimiliano Valeriani (PD), secondo cui  la Giunta è «BEN DECISA A DIFENDERE IL PIANO COSÌ COME ELABORATO».

Quanto alla notizia di un presunto “nuovo accordo sul Ptpr, che è stato sottoscritto lo scorso luglio ed è già stato inviato all’esame del Consiglio”, sul sito della Regione non risulta nessuna proposta di legge o di deliberazione consiliare all’esame del Consiglio Regionale: chi ha diramato la notizia deve avere sbagliato forse non solo il mese ma anche l’anno, dal momento che l’unico “accordo” che al momento risulta essere stato sottoscritto tra Regione e MIBACT è quello raggiunto a dicembre del 2019 (di cui si dirà più avanti), che ha portato la Giunta Regionale a sottoporre alla approvazione del Consiglio Regionale la proposta di deliberazione consiliare  n. 42 del 17 febbraio 2020 (adottata con deliberazione n. 50 del13 febbraio 2020).

Il silenzio assordante dei vertici della Regione Lazio è stato rotto e con una certa faccia tosta da alcuni rappresentanti delle cosiddette “forze produttive”.

Lo stesso giorno della pubblicazione della sentenza della Suprema Corte il Presidente di ANCE Roma – ACER Nicolò Rebecchini ha rilasciato fra l’altro la seguente dichiarazione: «Il piano regionale approvato nell’agosto del 2019 dal Consiglio Regionale rappresentava, infatti, un punto di equilibrio tra imprescindibili esigenze di tutela del territorio ed altrettante necessarie esigenze di sviluppo economico ed era un passaggio fondamentale per avere un quadro di certezze in una materia delicata, come quella della tutela ambientale …. è paradossale, dove non è arrivato il Covid ci pensa direttamente la politica.»

In modo del tutto irriguardoso nei confronti della Corte Costituzionale il Presidente dell’ACER si permette di dare un significato “politico” alla sentenza, anche perché avrebbe rotto a suo giudizio il “punto di equilibrio tra imprescindibili esigenze di tutela del territorio ed altrettante necessarie esigenze di sviluppo economico”: dimentica (o fa finta di dimenticare) che quello che per lui  sarebbe un punto di equilibrio altri non era che lo stravolgimento invece di molte Norme del PTPR che sono state decise dalla Giunta e poi approvate dal Consiglio Regionale senza coinvolgere il MIBACT e di cui la sentenza della Corte Costituzionale ha riportato tutti i vizi di legittimità rilevati dal Governo.

il Presidente dell’ACER dimentica soprattutto che lo stravolgimento delle  Norme del PTPR è stato deciso assieme alla cosiddette “forze produttive” (con l’ANCE Lazio in testa) che hanno assunto come loro “portavoce” Luigi Tamborrino e Pippo La Cognata della associazione “Territorio Roma” (ma a capo anche del “Coordinamento Parchi”) e che dal mese di gennaio del 2019 prima e poi per tutto il periodo del dibattito sul PTPR hanno letteralmente bivaccato presso gli uffici di via della Pisana.

Ma a rompere il silenzio assordante dei vertici della Regione Lazio sono stati soprattutto Luigi Tamborrino e Pippo La Cognata, che in un post pubblicato il 23 novembre 2020 sulle rispettive pagine facebook  arrivano a scrivere affermazioni non  rispondenti al vero.

Vi si afferma fra l’altro che «la Direzione Generale del Ministero il 3 febbraio 2020, nonostante il Consiglio avesse già approvato il PTPR e la relativa normativa, ha trasmesso all’Assessorato un nuovo testo normativo su cui stipulare l’Intesa Regione/Mibact.

A seguire la Giunta regionale ha inviato all’approvazione del Consiglio la proposta di delibera n. 50 del 13 febbraio 2020 con la quale chiede il mandato a stipulare l’Intesa sulla base del nuovo testo elaborato dal Ministero

Per fare chiarezza al riguardo si riporta il seguente passo del ricorso del Governo alla Corte Costituzionale: «La scelta così assunta dalla Regione sconfessa il percorso di condivisione già svolto con il MIBACT e risulta, inoltre, manifestamente in contrasto con la disciplina della pianificazione paesaggistica contenuta nel Codice di settore, la quale richiede che la fase di co-decisione con lo Stato si collochi a m onte, e  non a valle, del piano paesaggistico.

Dopo l’approvazione della suddetta deliberazione del Consiglio regionale, per l’intanto non pubblicata sul B UR, è stata comunque riavviata la collaborazione tra  il Ministero e la Regione, per pervenire al definitivo adeguamento del PRTPR regionale.[ Ad un mese e mezzo di distanza dalla approvazione del PTPR, con nota prot. n. 25547 del 18 settembre 2019 il MIBACT ha evidenziato una serie di criticità del PTPR così come approvato: la Direzione per le Politiche Abitative e la Pianificazione territoriale, paesistica e urbanistica della Regione Lazio ha avviato un tavolo congiunto con la Direzione Generale Archeologia, Belle Arti  e Paesaggio del MIBACT.

Le sedute del tavolo congiunto si sono tenute presso la sede della Regione Lazio di via del Giorgione n. 129 alla presenza dei funzionari rappresentanti delle due amministrazioni coinvolte.

Nell’arco di tre mesi si sono svolte ben 9 sedute, e precisamente nei giorni del 22 e 30 ottobre, 8, 21 e 28 novembre, 3, 6, 10 e 18 dicembre 2019, nel corso delle quali sono stati presi in esame i contenuti del PTPR nel suo complesso.

È stato sottoposto a vaglio l’intero corpo normativo del PTPR, costituito da 70 articoli, incluse le tabelle A), B) e C) relative alla disciplina di tutela e d’uso dei paesaggi, che sono annesse agli articoli da 22 a 33 (dal “Paesaggio Naturale” alle “Reti, Infrastrutture e Servizi”), ndr.] 

Il percorso così riaperto ha consentito di addivenire alla redazione di un nuovo testo delle  Norme di Piano, emendato delle  novelle aggiunte  in via unilaterale dalla Regione, che in alcuni limitati casi sono state rielaborate anche al fine di raggiungere un a soluzione condivisa che fosse compatibile con la salvaguardia del paesaggio. [Il 18 dicembre 2019, a conclusione dei lavori di tre mesi del tavolo congiunto, è stato infatti sottoscritto un “DOCUMENTO DI CONDIVISIONE” dei contenuti del PTPR ai fini della stipula dell’accordo tra MIBACT e Regione Lazio, ndr.]

Tale nuovo testo è stato oggetto della proposta di deliberazione n. 42 del 17 febbraio 2020, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 50 del 13 febbraio 2020.

Tuttavia, nelle more della finalizzazione del suddetto percorso condiviso, il PTPR approvato ad agosto del 2019 è stato pubblicato  sul Bollettino Ufficiale della Regio ne Lazio n. 13 del 13 febbraio 2020».

La citata nota del 3 febbraio 2020 della Direzione Generale del Ministero ha tutt’altra motivazione.

Di fronte alla inerzia della Giunta Regionale del Lazio, che a quasi un mese e mezzo di distanza non si era ancora decisa a dare attuazione al documento di condivisione, con nota prot. 4211-P del 3 febbraio 2020 (registrata al protocollo della Regione n. 966211 del 4 febbraio 2020) la Direttrice Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del MIBACT, arch. Federica Galloni, ha fatto presente alla Regione Lazio che «l’esame dei contenuti del PTPR ed in particolare delle Norme del PTPR come approvate dalla D.C.R. 5/2019, condotto dal tavolo congiunto … è stato concluso con la stesura di un testo normativo denominato “02.01 –Norme del PTPR – Testo proposto per l’accordo Regione/MIBACT».

L’allegato02.01 – Norme del PTPR” è quello condiviso e sottoscritto il 18 dicembre 2019.

Alla suddetta nota l’arch. Federica Galloni ha allegato anche lo schema del possibile accordo sul PTPR tra Regione Lazio e MIBACT, che dovrebbe essere stato condiviso fin dal 18 dicembre 2019.

Con riferimento alla proposta di Giunta n. 42 del 17 febbraio 2029 un altro passo del ricorso del Governo alla Corte Costituzionale precisa testualmente quanto segue: «solo l’approvazione della delibera proposta dalla Giunta da parte del Consiglio Regionale del Lazio e la sua piena efficacia a seguito della pubblicazione potranno determinare l’effettiva sostituzione delle  Norme del PTPR approvato ed ormai in vigore, e quindi risolvere le criticità rilevate»

Dal momento che fino a quel momento il PTPR così come approvato con deliberazione n. 5 del 2 agosto 2019 non era stato ancora pubblicato, bisognava comunque sospenderne la sua pubblicazione sul B.U.R.L. per consentire alla Giunta Regionale di adottare immediatamente una proposta di delibera da sottoporre alla approvazione del Consiglio Regionale, che sostituisse quanto meno le Norme e le Tavole allegate di cui erano stati riconosciuti ormai tutti i vizi di legittimità.

Dopo il sollecito dell’arch. Federica Galloni, alla Giunta Regionale sono occorsi  9 giorni per adottare con deliberazione n. 50 del 13 febbraio una proposta di deliberazione consiliare, che ha assunto il n. 42 del 17 febbraio e che è stata sottoposta  alla approvazione del Consiglio Regionale, previo esame della X Commissione Urbanistica.

Ma lo stesso giorno sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio n. 13 del 13 febbraio 2020 è stata pubblicata la Deliberazione del Consiglio Regionale n. 5 del 2 agosto 2019 di approvazione del PTPR, entrato così in vigore con tutte le sue Norme viziate di legittimità.

È ormai certo che il ricorso del Governo alla Corte Costituzionale è stato provocato proprio dalla indebita pubblicazione del PTPR approvato il 2 agosto 2019.

Nel post pubblicato il 23 novembre 2020 Luigi Tamborrino e Pippo La Cognata affermano che «a seguire la Giunta regionale ha inviato all’approvazione del Consiglio la proposta di delibera n. 50 del 13 febbraio 2020 con la quale chiede il mandato a stipulare l’Intesa sulla base del nuovo testo elaborato dal Ministero».

Nelle premesse della proposta di deliberazione della Giunta viene rilevato che «la suddetta Direzione Generale del MiBACT ha altresì rappresentato che l’approvazione di tale testo “costituisce il presupposto necessario per la stipula dell’accordo tra il Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo e la Regione Lazio ai sensi degli articoli 156, comma 3, e 143, comma 2, del d.lgs. 42/204”».

Il dispositivo della medesima proposta dispone testualmente «di approvare, ai fini del raggiungimento dell’accordo previsto dagli articoli 156, comma 3, e 143, comma 2, del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, il documento “02.01 – Norme PTPR – Testo proposto per l’accordo Regione/MiBACT», trasmesso dalla Direzione Generale Archeologia, Belle arti e Paesaggio del Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo comprendente tutte le norme del Piano Territoriale Paesistico Regionale, articoli da 1 a 70, allegato e parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”».

L’allegato 3 al documento di condivisione del 18 dicembre 2020 riporta il seguente schema di accordo.

A tal riguardo nel post pubblicato il 23 novembre 2020 Luigi Tamborrino e Pippo La Cognata affermano che «di fronte a questa situazione l’Assessore Valeriani, a seguito della Sentenza che impone la definizione di un nuovo Piano Paesaggistico d’intesa Regione/Mibact, intende portare la delibera di Giunta 50/2020 all’approvazione del Consiglio e definire l’Intesa accettando il testo normativo trasmesso dal Ministero.»

Luigi Tamborrino e Pippo La Cognata ignorano che la proposta di deliberazione di Giunta 50/2020 riguarda la sostituzione delle Norme del PTPR approvato, che è stato annullato e di cui non c’è quindi più il bisogno di sostituire l’apparato normativo.

NE DERIVA CHE LA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE CONSILIARE DELLA GIUNTA N. 42 DEL 17 FEBBRAIO 2020 (ADOTTATA CON DELIBERAZIONE N. 50 DEL 13 FEBBRAIO 2020) VA RITIRATA.

Riguardo ad ogni modo ad una eventuale approvazione della proposta di deliberazione consiliare della Giunta n. 42/2020, con una bella faccia tosta Luigi Tamborrino e Pippo La Cognata arrivano ad affermare che «al di là dei forti dubbi procedurali, esprimiamo la nostra contrarietà perché RITENIAMO IL CONTENUTO DEL TESTO NORMATIVO TRASMESSO DAL MIBACT FORTEMENTE PENALIZZANTE PER LA FUTURA GESTIONE DEL TERRITORIO da parte degli enti locali ed esasperante per la tenuta delle attività economiche e delle imprese»: fanno  addirittura «appello all’Assessore Valeriani e al Consiglio Regionale di valutare attentamente le conseguenze negative per la gestione del territorio che produrrebbe l’approvazione della proposta di delibera di Giunta 50/2020 imposta dalla burocrazia ministeriale» e «invitano la Regione a convocare un tavolo di confronto con le forze produttive e territoriali regionali».

Luigi Tamborrino e Pippo La Cognata ignorano o fanno finta di ignorare che il “CONTENUTO DEL TESTO NORMATIVO” di cui si dichiarano apertamente contrari è stato concordato come allegato 1 del documento di condivisione tra il MIBACT da una parte e la Regione Lazio dall’altra parte e più precisamente dall’arch. Federica Galloni della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti  e Paesaggio, dall’arch. Roberto Banchini della Direzione Servizio V – Tutela del Paesaggio della medesima Direzione Generale Archeologia, Belle Arti  e Paesaggio, dall’arch. Manuela  Manetti  della Direzione Regionale per le politiche abitative e la pianificazione territoriale, paesistica e urbanistica e dall’ing. Simone Patella della Direzione dell’Area Pianificazione Paesistica e di Area Vasta della medesima  Direzione Regionale per le politiche abitative e la pianificazione territoriale, paesistica e urbanistica.

Luigi Tamborrino e Pippo La Cognata ignorano o fanno finta di ignorare che le Norme del PTPR concordate il 18 dicembre del 2019 sono sostanzialmente le stesse condivise tra MIBACT e Regione Lazio con un verbale sottoscritto il 16 dicembre 2015 in sede di controdeduzioni alle oltre 22.000 osservazioni presentate al PTPR adottato.

Continuano ad ignorarlo anche nel seguente Comunicato che è stato pubblicato come post sulle rispettive pagine facebook e su quella della associazione “TerritorioRoma”, ma che non risulta pubblicato su nessuna delle pagine delle singole “forze produttive” elencate in  fondo al Comunicato.

Il limbo regolamentare” di cui parlano consiste nel regime di misure di salvaguardia che è entrato in vigore dalla data di pubblicazione del PTPR adottato (14 febbraio 2008) e che è quindi durato fino ad oggi per ben 12 anni e 10 mesi e continuerà a durare ancora fino a che non sarà approvato nuovamente il PTPR: in tutto questo frattempo continuano ad essere vigenti sia le Norme del PTPR adottato che le Norme dei PTP approvati, con la clausola che in caso di contrasto prevale sempre e comunque la disposizione più restrittiva.

Il presunto comunicato di tutte le “forze produttive” sostiene che «è necessario che la Regione, con la massima urgenza e nell’ottica della continuità amministrativa, intervenga con un atto del Consiglio, sia per definire un nuovo termine per l’approvazione del Piano Paesaggistico che per salvaguardarne la sua adozione.»

Luigi Tamborrino e Pippo La Cognata sono arrivati a capire (e forse recepire) quanto aveva già scritto il sottoscritto il 19 novembre 2020 (vedi https://www.verdiambientesocieta.it/?p=101023), vale a dire che il Consiglio Regionale dovrebbe approvare per legge la ennesima proroga al 14 febbraio del 2021 ed entro questi tre mesi scarsi approvare un PTPR finalmente con Norme condivise con il MIBACT. 

Ma a tal riguardo il comunicato afferma testualmente: «E’, altresì, indispensabile che la politica regionale faccia la sua parte, assumendo con il Ministero un ruolo attivo e propositivo, affinché si crei la corretta sintesi tra l’indispensabile esigenza di tutela del paesaggio con quella, altrettanto fondamentale, di garantire la crescita dello sviluppo economico nella Regione.

A tal fine, le scriventi Organizzazioni, consapevoli del momento particolarmente difficile, chiedono alla Giunta e ai gruppi consiliari della Regione Lazio un tempestivo confronto per poter rappresentare quegli elementi minimi senza i quali non solo i diversi settori produttivi, ma anche l’auspicata riqualificazione territoriale, rischiano di rimanere senza un futuro.»

Dal momento che – anche a nome di ANCE Lazio, Aniem Confapi, FederLazio, Confagricoltura Lazio, Cia Lazio, Copagri Lazio, Federbalneari Lazio, Sib Lazio Sud, TerritorioRoma, Faita Federcamping Lazio, Arel Lazio e  Coordinamento architetti e professionisti Lazio – lamentano solo ora che il contenuto delle suddette Norme condivise sarebbe “FORTEMENTE PENALIZZANTE PER LA FUTURA GESTIONE DEL TERRITORIO da parte degli enti locali ed esasperante per la tenuta delle attività economiche e delle imprese”, Luigi Tamborrino e Pippo La Cognata dovrebbero farsi un serio esame di coscienza, assieme alle cosiddette “forze produttive”, e chiedersi come mai prima d’ora sia il PTPR adottato che i PTP approvati non abbiano “penalizzato” affatto la gestione del territorio.

Come un disco rotto e con una ricorrenza estremamente significativa si tornano a ripetere oggi le stesse dichiarazioni assordanti diffuse a partire dal gennaio del 2019, in prossimità dell’inizio del dibattito urbanistico sulla approvazione definitiva del PTPR.

Nel corso dell’incontro con i consiglieri regionali che si è tenuto nella sala Mechelli martedì 22 gennaio 2019 si sono sentite dire sul PTPR frasi come «ingessa il territorio», «non fa lavorare le aziende e mette in crisi l’agricoltura», che evidenziano tutta la paradossalità e l’estrema contraddizione di questa “scoperta” che viene fatta solo ora, dopo la bellezza di più di 30 anni di vigenza delle prescrizioni paesaggistiche.

È dal 1987 che sono stati infatti adottati quasi tutti i PTP, poi approvati nel 1998 con la legge regionale n. 24: hanno dettato prescrizioni che non sono state accusate di “ingessare” il territorio.

Dal 2007 è stato poi adottato il PTPR, che ha recepito tutti i PTP del Lazio e che è pur esso “cogente” al pari dei PTP da quella data, con la clausola che in caso di contrasto tra le rispettive norme prevale sempre la disposizione più restrittiva.

Per ammissione delle stesse “forze produttive” – «il PTPR costituisce uno strumento di governo del territorio la cui normativa è sovraordinata e prevalente rispetto a quella di tutti gli altri strumenti di pianificazione»: di qui la paradossalità e l’estrema contraddizione di una critica che caso mai doveva essere portata trent’anni fa o nel 2007 e che appare conseguentemente del tutto strumentale e priva di fondamento.

Come se non fosse successo nulla, nel rispetto dei cosiddetti corsi e ricorsi storici di vichiana memoria, le cosiddette “forze produttive” tornano a chiedere come agli inizi del 2019 “un tempestivo confronto” con la Giunta ed i gruppi consiliari della Regione Lazio, nella illusione che si possano ancora ottenere delle Norme del PTPR che consentano di “rappresentare quegli elementi minimi senza i quali non solo i diversi settori produttivi, ma anche l’auspicata riqualificazione territoriale, rischiano di rimanere senza un futuro”.

In modo estremamente contraddittorio si pretende nuovamente di “concordare” solo con la Regione Lazio delle Norme del PTPR senza di nuovo coinvolgere contestualmente anche il MIBACT: le cosiddette “forze produttive”, con in testa Luigi Tamborrino e Pippo La Cognata, si rifiutano di dover riconoscere che i “giochi” sono ormai finiti del tutto, dal momento che le uniche Norme del PTPR che potranno essere condivise unanimemente tra Regione e MIBACT sono solo e soltanto quelle già concordate nel documento di condivisione del 18 dicembre 2019, che sono state recepite integralmente nella proposta di deliberazione consiliare della Giunta n. 42 del 17 febbraio 2020.

Sia le cosiddette “forze produttive” che Luigi Tamborrino e Pippo La Cognata, malgrado la sentenza della Corte Costituzionale, continuano ad ignorare che non ci sono più i tempi di una “trattativa” in aula a suon di emendamenti e subemendamenti, che finora è stata nettamente al ribasso, dal momento che il “futuro” dei diversi settori produttivi è stato sempre visto e tradotto in premi di cubature e deroghe anche alle più elementari prescrizioni di tutela.

Sia le cosiddette “forze produttive” che Luigi Tamborrino e Pippo La Cognata debbono sapere che, prima ancora che il Consiglio Regionale si appresti a votare l’approvazione definitiva del PTPR, è assolutamente necessario che il Ministro Dario Franceschini da un lato ed il Presidente Nicola Zingaretti dall’altro lato stipulino e sottoscrivano un ACCORDO sul PTPR, che fissi il termine entro cui va approvato il PTPR, stabilendone sia le Norme che tutti gli elaborati cartografici.

Dovrebbero sapere quanto prescrive al riguardo il 2° comma dell’art. 143 del D.Lgs. n. 423/2004, (con cui è stato emanato il “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”) che non è affatto un optional: «Le regioni, il Ministero ed il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare possono stipulare intese per la definizione delle modalità di elaborazione congiunta dei piani paesaggistici, ….. Nell’intesa è stabilito il termine entro il quale deve essere completata l’elaborazione del piano. IL PIANO È OGGETTO DI APPOSITO ACCORDO FRA PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI, ai sensi dell’articolo 15 della legge 7 agosto 1990, n. 241. L’accordo stabilisce altresì i presupposti, le modalità ed i tempi per la revisione del piano, con particolare riferimento all’eventuale sopravvenienza di dichiarazioni emanate ai sensi degli articoli 140 e 141 o di integrazioni disposte ai sensi dell’articolo 141-bis. IL PIANO È APPROVATO CON PROVVEDIMENTO REGIONALE ENTRO IL TERMINE FISSATO NELL’ACCORDO. Decorso inutilmente tale termine, il piano, limitatamente ai beni paesaggistici di cui alle lettere b), c) e d) del comma 1, è approvato in via sostitutiva con decreto del Ministro, sentito il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.»

L’Accordo dovrà prevedere non solo le Norme già condivise del PTPR, ma anche e soprattutto la Norma relativa alla definitiva disciplina di tutela del vincolo del centro storico di Roma, che dal 2007 non è stata ancora definita.

Al riguardo va messo in grande evidenza quanto ha lamentato la Seconda Sezione Quater del TAR del Lazio con  la sentenza n. 5757 del 29 giugno 2020:  «Risulta pertanto inammissibile che la Regione, che dovrebbe con il proprio PTPR prevedere un elevato grado di tutela di tali beni, ritenuti di interesse “ASSOLUTAMENTE ECCEZIONALE” dal Ministero che ne ha promosso l’inserimento nella lista UNESCO (e riconosciuti come tali dal Comitato Intergovernativo con la dichiarazione di “patrimonio dell’Umanità”), possa con una previsione come quella dell’art. 43 co. 15 lasciarli del tutto privi di protezione – in contrasto con gli impegni assunti dallo Stato Italiano in base alla Convenzione Unesco – procrastinandone e condizionandone la tutela al momento dell’adozione di un “piano di gestione” che ha oggetto e finalità diverse rispetto al piano paesistico nell’ordinamento interno.»

Il 5 giugno 2020 con una lettera aperta, indirizzata al Ministro Dario Franceschini ed al Presidente Nicola Zingaretti, 21 tra Comitati e associazioni hanno chiesto la definizione condivisa delle prescrizioni di tutela del vincolo del centro storico di Roma, in forza anche della suddetta sentenza del TAR.

A quel sollecito non è stata data ad oggi quella risposta da cui non si possono più sottrarre ora né il Ministro Franceschini né il Presidente Zingaretti.

Dott. Arch. Rodolfo Bosi

      

 

 

 

         

 

 

 

 

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