Il Movimento 5 Stelle vuole il cemento nella riserva naturale

 

Da molte settimane tiene banco in Regione Lazio la vicenda riguardante l’edificabilità dei terreni della Tenuta dell’Acquafredda, una riserva naturale istituita nel 1997, conficcata come una spina nel tessuto urbano del quadrante nord-ovest della città e che fa parte del sistema ambientale “Ponte Galeria – Arrone”.

Una tenuta divenuta nel corso dei decenni campo di battaglia tra il fronte ambientalista e quello delle speculazioni immobiliari che anno dopo anno, a partire dal secondo dopoguerra, hanno divorato il tessuto agricolo e naturale della capitale.

Faceva gola ieri e fa gola oggi quell’area verde che mantiene una salda presenza agricola, una miniera di biodiversità: come tante vicende che riguardano Roma, te la ritrovi nei gangli più disparati.

Già qualche settimana fa l’Espresso aveva raccontato in esclusiva la volontà della Regione Lazio di rendere edificabile la parte dei terreni di proprietà dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Apsa), un progetto fortemente caldeggiato da Monsignor Mauro Carlino, braccio destro dell’ex Sostituto agli Affari Generali della Segreteria di Stato, Angelo Maria Becciu, che emerge anche dalle carte dell’inchiesta sull’acquisto del palazzo di Sloane Avenue a Londra.

A distanza di giorni, l’Apsa guidata da Monsignor Nunzio Galantino non ha mai smentito l’interessamento dell’ente a edificare strutture ricettive su quei terreni e quindi ha evitato di bloccare la battaglia legislativa e politica in atto.

Una battaglia in cui, in modo inedito, è intervenuto anche il Movimento Cinque Stelle: il presidente della commissione Ambiente della Pisana, Valerio Novelli, eletto con i voti del centro-sinistra, ha infatti presentato un emendamento che rende possibile la cementificazione dell’area, con l’utilizzo di un cavillo legale che cambia la destinazione del parco da «agrosilvopastorale» in «rurale aziendale», in questo modo introducendo la possibilità di realizzare alberghi e strutture ricettive.

Il leader dei Verdi Angelo Bonelli, autore della proposta con cui poi nel 1997 si arrivò all’istituzione del parco e che per primo ha lanciato l’allarme sulla cementificazione della Riserva, definisce «inquietante» la vicenda: «Mai mi sarei aspettato che il Movimento Cinque Stelle presentasse un emendamento per garantire la colata di cemento nel parco e quindi anche sui terreni dell’Apsa per realizzarvi alberghi.

Questa vicenda per me è incredibile, sono decenni che la finanza e i costruttori vogliono realizzare nel parco dell’Acquafredda mega interventi edilizi, e solo la mobilitazione di Verdi e ambientalisti è riuscita fino ad oggi a scongiurarli».

Né si può dire, spiega Bonelli, che si tratti di una svista o di una ingenuità: «L’emendamento è scritto da mani esperte: Novelli così facendo si assume una responsabilità politica enorme, perché cambiando la destinazione del parco in rurale aziendale apre le porte alle betoniere in un’area che fino ad oggi ha resistito al cemento».

Nei prossimi giorni, secondo quando si apprende da fonti interne alla Pisana, ci saranno sviluppi su una vicenda che ormai appare chiaro rispondere a una iniziativa speculativa ben programmata e progettata.

Una iniziativa che potrebbe far cadere definitivamente anche la quinta stella della compagine guidata da Vito Crimi: quella dell’ambiente.

(Articolo di Massimiliano Coccia, pubblicato con questo titolo il 7 dicembre 2020 sul settimanale “L’Espresso”)

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N.B. – La citata legge regionale del Lazio n. 14 del 2 novembre 2006 detta le “Norme in materia di diversificazione delle attività agricole” e fra le “attività rurali aziendali” all’art. 3 ricomprende anche “ATTIVITÀ MULTIMPRENDITORIALI” esercitate da soggetti diversi dagli imprenditori agricoli, come “l’ospitalità intesa come ricettività alberghiera, extralberghiera e all’aria aperta ” la “ristorazione” e l’attività per il tempo libero intesa come ogni attività ricreativa …, sportiva (leggasi anche campi di golf)

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