Le monarchie del Golfo scelgono le rinnovabili: porteranno più lavoro e più acqua

 

La rivoluzione delle fonti rinnovabili trova uno sponsor tanto fondamentale quanto sorprendente nelle monarchie del Golfo persico.

Mentre i leader mondiali guardano alle energie rinnovabili come un modo per affrontare la minaccia crescente e multidimensionale del cambiamento climatico, i Paesi produttori di energia da fonti tradizionali riuniti nel Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC) stanno adottando le fonti rinnovabili più velocemente che mai.

Guidato dagli sforzi negli Emirati Arabi Uniti e in Arabia Saudita, il GCC è diventato cruciale per gli sforzi globali a sostegno della trasformazione energetica.

È perfettamente possibile generare energia sufficiente, sostenibile economicamente e affidabile da fonti rinnovabili.

Non solo è possibile, ma è anche la nostra migliore opzione, poiché porterebbe vantaggi socio-economici maggiori rispetto al normale business e ci consentirebbe di affrontare efficacemente il cambiamento climatico”, spiega il direttore generale della International Renewable Energy Agency (Irena) Francesco La Camera nel corso dell’International Energy Forum di Riyadh, Arabia Saudita.

Per il Golfo, le fonti rinnovabili rafforzano la sicurezza energetica e sostengono la diversificazione economica, offrendo al contempo alle nazioni produttrici un’opportunità per esplorare il loro pieno potenziale economico.

Offrono anche una seconda possibilità di leadership energetica.

Oggi, gran parte delle riduzioni dei costi globali osservate nelle energie rinnovabili provengono dal Golfo.

E, abbassando il prezzo delle energie rinnovabili e investendo all’estero, il Golfo sta anche modulando metodi produttivi per la transizione verso fonti energetiche pulite in altre regioni.

Ci sono cinque motivi fondamentali per cui i paesi del CCG si rivolgono alle energie rinnovabili.

Le energie rinnovabili sono la soluzione climatica più pratica e facilmente disponibile. 

Secondo un’analisi Irena infatti, la diffusione accelerata delle energie rinnovabili nella regione del GCC può ridurre le emissioni di CO2 di 136 milioni di tonnellate.

Mentre le nazioni sono chiamate a intensificare i loro obiettivi di transizione verso le energie rinnovabili per mantenere il mondo al di sotto dei 2°C di riscaldamento, gli Emirati Arabi Uniti hanno più che raddoppiato il loro impegno esistente, impegnandosi a raggiungere il 50% di energia pulita entro il 2050 in occasione del vertice sull’azione per il clima delle Nazioni Unite a New York, con conseguenti riduzioni di CO2 ancora maggiori del previsto.

L’energia rinnovabile è la forma più competitiva di generazione di energia nella regione. 

Oggi, l’energia rinnovabile è la fonte di nuova generazione di energia più competitiva in termini di costi nel GCC, sostituendo le fonti energetiche tradizionali come risposta alla domanda di energia interna in rapida crescita della regione.

Recentemente, la quinta fase da 900 megawatt (MW) del parco solare Mohammed Bin Rashid Al Maktoum negli Emirati Arabi Uniti ha ricevuto una delle offerte più basse al mondo per un progetto solare fotovoltaico a 1,7 centesimi per kilowattora (kWh).

L’energia rinnovabile crea posti di lavoro. 

Gli obiettivi politici a lungo termine visti nella regione del CCG, tra cui l’impresa privata, l’istruzione, la formazione e gli investimenti nelle competenze locali e nelle risorse umane, possono facilitare l’aumento del numero di posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili.

I dati di Irena suggeriscono che l’energia rinnovabile può creare più di 207.000 posti di lavoro nella regione entro il 2030 con le tecnologie solari che rappresentano l’89% del totale.

La regione del GCC è dotata di un notevole potenziale di energia rinnovabile, e non solo solare. 

L’analisi di idoneità per la tecnologia solare fotovoltaica nel GCC rivela un forte potenziale di attuazione in tutti i paesi del GCC, con Oman, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti come leader. Inoltre, anche le aree del Kuwait, dell’Oman e dell’Arabia Saudita vantano buone risorse eoliche.

Tecnologie come la biomassa e l’energia geotermica possono contenere un potenziale aggiuntivo ma rimangono sotto-esplorate.

Secondo l’analisi Irena, basata sugli obiettivi nel 2018, se tali target venissero raggiunti, potrebbero portare a circa 72 GW di capacità di energia rinnovabile nel GCC entro il 2030.

Le energie rinnovabili fanno risparmiare acqua. 

La scarsità d’acqua è una sfida fondamentale nella regione, con quattro dei sei Paesi del CCG che si collocano tra i primi 10 paesi più in difficoltà a livello di approvvigionamenti idrici sulla terra secondo il World Resources Institute.

E con una delle popolazioni in più rapida crescita al mondo, si prevede che la domanda di acqua della regione aumenterà di cinque volte entro il 2050.

Se i Paesi del CCG dovessero realizzare i loro obiettivi di energia rinnovabile, ciò porterebbe a una riduzione complessiva stimata del 17% e 12% nel prelievo e nel consumo di acqua.

Gran parte di questa riduzione riguarderebbe proprio Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, grazie ai loro piani per aggiungere quote significative di energia rinnovabile nel settore energetico.

(Articolo di Francesco Semprini, pubblicato con  questo titolo sul sito online “Ambiente” del quotidiano “la Repubblica”)

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