Bosnia Erzegovina: l’Ue stanzia altri 3,5 milioni di euro per tentare di evitare una catastrofe umanitaria

 

Mentre attualmente in Bosnia-Erzegovina oltre 5.400 rifugiati e migranti sono ospitati in centri di accoglienza temporanei finanziati dall’Ue, la capacità di accoglienza resa disponibile nel Paese balcanico non è sufficiente e le autorità bosniache – un Paese che è stato e resta di emigrazione e che durante le guerre che hanno frammentato la ex Yugoslavia ha conosciuto persecuzioni etnico-religiose e profughi interni e all’estero – non hanno accettato di aprire ulteriori strutture di accoglienza e hanno proceduto alla chiusura di quelle esistenti, come il centro di accoglienza temporanea Bira a Bihać.

Ma questo non ha interrotto la rotta balcanica e i profughi e i migranti continuano a dormire in edifici abbandonati o tende improvvisate, senza accesso a ripari sicuri e dignitosi, acqua e servizi igienici, elettricità e riscaldamento, e hanno solo un accesso limitato al cibo e all’acqua potabile.

L’Ue, che pure ha gravi responsabilità in tutto questo, avendo consentito alla Turchia di utilizzare profughi e migranti come merce di scambio, a Paesi con i quali ha accordi di adesione come Serbia e Bosnia Erzegovina di maltrattarli e cacciarli e a Stati membri come Croazia e Ungheria di chiudere le frontiere e perseguitarli, ora dice che «senza accesso ai servizi di base, rifugiati e migranti vulnerabili in Bosnia ed Erzegovina sono esposti a gravi rischi per la protezione e la salute, aggravati dal coronavirus. 

L’aiuto salvavita tanto necessario non sostituisce le soluzioni a lungo termine alla situazione attuale».

Per questo la Commissione europea ha annunciato lo stanziamento di altri 3,5 milioni di euro in aiuti umanitari «per aiutare i rifugiati e i migranti vulnerabili in Bosnia-Erzegovina e affrontare un disastro umanitario».

In un comunicato la Commissione europea ricorda che «più di 1.700 rifugiati e migranti rimangono senza un rifugio e un sostegno adeguati nel cantone di Una Sana. 

Dopo la chiusura del centro di accoglienza di Lipa, che non era a prova di inverno e che ha subito anche un incendio, attualmente nell’ex campeggio si trovano 900 persone. 

Inoltre, altri 800 rifugiati e migranti soggiornano all’aperto in condizioni invernali rigide, compresi i bambini».

L’Alto Rappresentante e vicepresidente della Commissione europea Josep Borrell, ha detto che «la situazione nel cantone di Una Sana è inaccettabile. 

Gli alloggi a prova di inverno sono un prerequisito per condizioni di vita umane, che devono essere garantite in ogni momento. 

Le autorità locali devono rendere disponibili le strutture esistenti e fornire una soluzione temporanea fino a quando il campo di Lipa non sarà ricostruito in una struttura permanente. 

L’assistenza umanitaria dell’Ue fornirà alle persone in difficoltà l’accesso a beni di prima necessità come sollievo immediato alla loro situazione attuale. 

Tuttavia, sono urgentemente necessarie soluzioni a lungo termine. 

Esortiamo le autorità a non lasciare le persone fuori al freddo, senza accesso alle strutture sanitarie nel mezzo di una pandemia globale».

L’Ue fornisce sostegno tecnico e finanziario alla Bosnia-Erzegovina per la gestione complessiva della migrazione, anche riguardo al sistema di asilo e alle strutture di accoglienza e al rafforzamento della gestione delle frontiere.

Dall’inizio del 2018, l’Ue ha fornito, direttamente o attraverso l’attuazione di organizzazioni partner, più di 88 milioni di euro alla Bosnia-Erzegovina per far fronte ai bisogni immediati di rifugiati, richiedenti asilo e migranti e per aiutare la Bosnia-Erzegovina a rafforzare le sue capacità di gestione della migrazione.

Ma evidentemente la gestione di questi fondi non si è rivelata efficace, visto che non sembra accompagnato da politiche migratorie e di controllo serio dell’utilizzo dei fondi.

Il nuovo finanziamento umanitario annunciato fornirà a rifugiati e migranti vestiti pesanti, coperte, cibo, nonché assistenza sanitaria, per la salute mentale e supporto psicosociale. 

Contribuirà anche agli sforzi per limitare la diffusione del coronavirus. 

Questo finanziamento si aggiunge ai 4,5 milioni di euro stanziati nell’aprile 2020, portando l’assistenza umanitaria dell’Ue per i rifugiati e i migranti in Bosnia-Erzegovina a 13,8 milioni di euro dal 2018.

Il commissario europeo per la gestione delle crisi, Janez  Lenarčič, ha concluso: «Centinaia di persone, compresi i bambini, dormono all’aperto a temperature gelide in Bosnia-Erzegovina.

Questo disastro umanitario potrebbe essere evitato, se le autorità creassero sufficienti capacità di riparo per l’inverno nel paese, anche facendo uso delle strutture esistenti disponibili.

L’Ue fornirà ulteriore assistenza di emergenza anche a coloro che dormono fuori distribuendo cibo, coperte, vestiti pesanti e continuerà a sostenere i minori non accompagnati.

Tuttavia, l’assistenza umanitaria non sarebbe necessaria in Bosnia-Erzegovina, se il Paese implementato un’adeguata gestione della migrazione, come richiesto dall’Ue per molti anni».

(Articolo pubblicato con questo titolo il 4 gennaio 2021 sul sito online “greenreport.it)

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vas