UNO DEI TANTI REGALI DELL’ANAS: LA PORTA DELL’INFERNO

 

 Sfiatatoio fumi tossici della galleria ANAS – Santa Maria di Pozzano

Stamattina, smanettando per il web ho letto questa notizia: Vincenzo De Luca Presidente della Regione Campania, avrebbe incontrato l’Amministratore Delegato di ANAS, per stabilire le opere di mobilità necessarie, a suo giudizio, (cioè a quelle dell’Amministratore Delegato), alla Regione Campania, tra cui quelle della costiera sorrentina e amalfitana.

Mi sono chiesto per un momento cosa dovremmo più concedere all’ANAS che non abbia già avuto, ma soprattutto quello che l’ANAS ha lasciato in regalo sul territorio della città di Vico Equense?

Roberto Saviano, nel libro che lo rese famoso disse che i camorristi, non parlavano mai di camorra quando bisognava far riferimento ai loro affari, bensì di “sistema”.

Ebbene io credo che per quanto concerne tutti i lavori pubblici, si potrebbe – fatti i debiti distingui- parlare di “sistema dei lavori pubblici”.

Un gigantesco giro di soldi prevalentemente pubblici, così gigantesco, che alla fine si perdono di vista gli obiettivi per i quali li si è messi in moto.

Tra i tanti regali dell’ANAS, quello che vedete nella foto – e che a me è parso come la porta dell’Inferno – è lo sfiatatoio dei gas e dei fumi tossici che fuoriescono dalla galleria Santa Maria di Pozzano collocata su una vecchia cava, che ne accentua l’immagine inquietante e terribile.

Una impattante costruzione collocata in una zona bellissima di Vico, vicinissima a ristoranti come l’Oasi e a mega strutture ricettive balneari e tra poco pure alberghiere che sono il complesso dei Bikini.

Nel 2016, l’allora sindaco Benedetto Migliaccio, inviò una lettera all’ANAS, nella quale diffidava la società ad astenersi immediatamente dalle attività di immissione in atmosfera presuntivamente pericolose e inquinanti, riscontrate in sito: alberi anneriti e la terra pure tutt’intorno, distruzione della flora e moria della fauna.

La diffida faceva riferimento anche alle pesanti ripercussioni ambientali che dopo la costruzione del tunnel si ebbero (questo l’altro regalo ANAS) per la città: al traffico pesante non era consentito il passaggio in galleria che quindi doveva attraversare la città: 75 milioni di euro per scoprire che Tir, camion e autobus turistici, non potevano attraversarla e dunque dovevano passare per la città con l’inevitabile inquinamento dell’aria e del inevitabile caos veicolare.

Un altro cittadino illustre, il sig. Gennaro Cinque, che allora era assessore se non ricordo male, e oggi è consigliere regionale, disse che lui si era addirittura incatenato per imporre all’ANAS di cambiare posizione, peccato però che l’avesse fatto dopo, se mai lo fece, e non prima che l’opera fosse portata a compimento.

Allora l’ANAS, con accordi farlocchi e promesse da marinaio, si impegnò a realizzare un apposito impianto di “lavaggio dei fumi”, già sperimentato in gallerie del nord Italia, che avrebbe dovuto in un certo qual modo filtrare i gas tossici.

Da allora nessuno ne ha più parlato, tutto è rimasto tale e quale, tranne una staccionata per evitare che occhi “indiscreti” come i miei per esempio o di altri “curiosi”, andassero a fotografare.

Tutto questo per ricordare cosa può celarsi dietro la voce lavori pubblici: il “sistema lavori pubblici”.

Così De Luca affida ancora una volta all’ANAS il compito di dire l’ultima parola sul territorio e sull’ambiente delle due costiere, come se non bastassero tutti i danni che essa ha già compiuto, ma soprattutto, bypssando le amministrazioni locali che devono silenziosamente ratificare le scelte fatte.

La porta dell’inferno è ancora lì e i suoi miasmi venefici, dalle oscure viscere si depositano tutt’intorno avvelenando piante, uccidendo fauna e depositandosi nel terreno da dove arriva alle falde acquifere.

Questa solo la prima puntata, alla prossima vi dirò di altre cifre mirabolanti relative a lavori pubblici, altrimenti divento troppo Lungo.

(Articolo di Franco Cuomo, responsabile del Circolo Territoriale di Vico Equense “Giovanni Esposito”, pubblicato con questo titolo il 5 marzo 2021 sul blog “Cronache da Agharta”)

 

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