Guterres: investire nei fossili è una follia economica e morale

L’accusa del direttore generale Onu ai governi all’indomani dell’ennesimo allarme degli scienziati sulla crisi climatica

Di LUCA MARTINELLI, IL MANIFESTO, 6 APRILE 2022

«Investire in nuove infrastrutture per i combustibili fossili è una follia morale ed economica». Il tweet del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, è laconico. Commentando ieri sul social media il rapporto Mitigation of Climate Change presentato il 4 aprile dall’Ipcc (il gruppo di lavoro intergovernativo sui cambiamenti climatici) ha aggiunto: «Gli attivisti del clima sono talvolta descritti come pericolosi radicali, ma i radicali davvero pericolosi sono i Paesi che stanno aumentando la produzione di combustibili fossili». Lunedì, a caldo, aveva commentato: «È ora di smettere di bruciare il nostro Pianeta», anche perché il report espone opzioni praticabili e finanziariamente solide in ogni settore che possono mantenere viva la possibilità di limitare il riscaldamento globale a 1,5°: è l’obiettivo dell’Accordo di Parigi, ribadito alla Cop26 di Glasgow, prioritario a prescindere dalla guerra del gas di Mosca alla Ue.

IERI SI È TENUTO ANCHE un webinar che ha coinvolto quattro tra gli scienziati italiani autori del report, organizzato dal Focal point per l’Italia dell’Ipcc. I ricercatori hanno analizzato gli interventi da realizzare su trasporti, alimentazione, consumi energetici, uso del suolo, industria e edilizia per ridurre i cambiamenti climatici. «Il settore energetico contribuisce per un terzo alle emissioni globali quindi bisogna spingere per una transizione molto profonda passando da un sistema che produce emissioni climalteranti a un’energia pulita» ha spiegato Elena Verdolini del Cmcc (Centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici) e dell’European Institute on Economics and the Environment, Università di Brescia. «Sono scesi molto i costi per fotovoltaico e eolico su terra, diventati molto competitivi perché costano quanto le tecnologie basate sui combustibili fossili e c’è stata una caduta del prezzo delle batterie per veicoli».

TRA LE AZIONI INDIVIDUALI che contribuiscono alla decarbonizzazione della società, le più efficaci riguardano la mobilità, come spiega il Rapporto: tutti dovremmo intensificare gli spostamenti a piedi, in bicicletta e attraverso mezzi di trasporto elettrificati per risparmiare due tonnellate di Co2 equivalente l’anno per ogni persona, con benefici anche per la salute. Tra le altre opzioni ci sono la riduzione dei viaggi aerei, una maggiore efficienza energetica delle abitazioni e degli elettrodomestici, diete che prevedano un maggiore consumo di prodotti vegetali. Lucia Perugini, ricercatrice del Cmcc, si è occupata in particolare del capitolo del report su «Uso del suolo negli scenari di mitigazione». Il settore agroforestale è l’unico che oggi riesce a rimuovere attivamente la CO2 dall’atmosfera e da cui si ricava la bioenergia che può sostituire altri materiali combustibili inquinanti, ha spiegato Perugini, ricordando che dalla zootecnia provengono emissioni di metano per il 44% e che anche i fertilizzanti producono altro gas climalterante.

UN ALTRO AUTORE del rapporto Ipcc, Massimo Tavoni ha spiegato che oggi gli investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi al 2030 sono da 3 a 6 volte più bassi rispetto a quelli prospettati. Infine, è intervenuto Paolo Bertoldi della Commissione Europea, che nel report si è occupato di edifici a zero emissioni: «In Europa e Italia il parco edifici è già costruito e non è compatibile con la riduzione delle emissioni. Bisogna focalizzarsi sulle ristrutturazioni e su materiali a basse emissioni, sostenibili, sul riciclo di quelli da demolizione». Bertoldi ha parlato anche di «meno consumo di suolo», anche se in Italia campagna come Salviamo il paesaggio! chiedono da dieci anni almeno uno stop al consumo di suolo.

TRA I COMMENTI al rapporto Ipcc, quello di Edo Ronchi, promotore della coalizione Italy for Climate, che nei mesi scorsi aveva presentato una Roadmap per la neutralità climatica dell’Italia, che evidenziava l’esigenza di tagliare le emissioni del 44% entro il 2030: «Negli ultimi anni l’Italia sta perdendo la sua leadership nel processo di decarbonizzazione dell’economia: fondamentale tagliare i consumi di energia del 15% e raddoppiare il consumo di energia da fonti rinnovabili» ha commentato. «Un mondo decarbonizzato è anche un mondo in grado di garantire una migliore qualità della vita» ha aggiunto.

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