Lobby delle armi in conclave a Roma per festeggiare l’affare

Le imprese dell’Aerospazio e della Difesa. Officia Profumo. Le industrie dell’Ue fatturano 230 mld, In borsa i rialzi sono a doppia cifra

DI GIULIO DA SILVA,IL FATTO QUOTIDIANO, 26 APRILE 2022

L’esclusiva riunione è fissata per oggi in un lussuoso albergo romano, vicino a villa Borghese. I convitati sono gli amministratori delegati di una ventina delle maggiori aziende europee della difesa e i capi di 22 associazioni nazionali di 17 paesi europei, non solo della Ue ma anche esterni come Gran Bretagna, Norvegia e Turchia.
L’incontro, a porte chiuse, sarà l’occasione per festeggiare quello che, in seguito alla guerra della Russia in Ucraina e alla corsa (annunciata) all’aumento delle spese militari in Europa per superare l’asticella del 2% del Pil come preteso dalla Nato (cioè dagli Stati Uniti), è un momento d’oro per l’industria delle armi del pianeta.
Sovrintende Alessandro Profumo, l’ex banchiere (Unicredit e Monte dei Paschi) che ha votato alle primarie del Pd e che da maggio del 2017 è l’ad della prima azienda italiana del settore, Leonardo (ex Finmeccanica). Dal 21 settembre 2020 Profumo ha aggiunto un’altra carica, è presidente di Asd Europe, l’associazione europea delle industrie dell’aerospazio e difesa, che ha sede a Bruxelles. Prima che termini l’incarico biennale all’Asd, in autunno, Profumo ha chiamato nella capitale i colleghi europei per l’incontro di primavera. Forse anche un modo per autopromuoversi, tra dodici mesi scade il mandato in Leonardo (il secondo). Intanto, malgrado le ammaccature riportate nella vicenda D’Alema-Colombia nella maldestra trattativa per la vendita di aerei e navi militari, Profumo può sentirsi più sollevato, si è sbarazzato del rivale Giuseppe Bono, non confermato dal governo alla guida di Fincantieri.
L’Asd fa sentire spesso la sua voce come lobby sulle questioni della difesa. Sul sito sono in evidenza due “position paper” del 12 aprile firmati dal segretario generale, lo svedese Jan Pie, in cui l’Asd commenta due documenti della Commissione Ue, il “contributo alla difesa europea” e la “roadmap sulle tecnologie critiche per la difesa e la sicurezza”. Invece dell’incontro romano non si parla, neppure la data è stata rivelata. Come se fosse una riunione carbonara.
All’Asd aderiscono cinque grandi aziende francesi (Airbus, Dassault, Thales, Safran, Naval Group), tre inglesi (Bae Systems, Rolls-Royce, Gkn), tre tedesche (tra cui Hensoldt, la società di sensori di cui Leonardo ha comprato il 25,1%), due spagnole, una ciascuno per Svezia, Finlandia e Norvegia, la società missilistica Mbda, franco-inglese-italiana. Per l’Italia sono soci Leonardo, Fincantieri e l’Aiad, l’associazione che comprende anche le piccole imprese, presieduta dall’ex sottosegretario Guido Crosetto. “Le nostre oltre 3mila imprese associate, di tutte le dimensioni, con più di 880mila dipendenti, sono il nucleo centrale della competitività dell’industria europea perché innescano ricadute sugli altri settori”, fa notare Profumo nei rapporti dell’Asd.
Secondo gli ultimi dati pubblicati, del 2020, l’industria europea nell’aerospazio e difesa dichiara 229,7 miliardi di ricavi. A causa del Covid nel 2020 si sono ridotti di circa 30 miliardi e gli occupati sono diminuiti da 890mila a 884.600. L’industria degli armamenti però andava bene anche durante la pandemia. La sola difesa vale 119 miliardi di ricavi, nel 2020 il giro d’affari è aumentato di 3 miliardi e gli occupati di 22mila, a un totale di 462mila.
Grazie a Vladimir Putin (e a Joe Biden che invia armi all’Ucraina e sollecita l’Europa ad aumentare le spese militari) le industrie di armamenti festeggiano perché c’è la prospettiva di maggiori contratti dai governi e maggiori guadagni. Gli americani hanno offerto all’Ucraina armi per più di 3 miliardi di dollari, incluso l’ultimo pacchetto di 800 milioni di artiglieria pesante annunciato giovedì scorso. Boris Johnson ha annunciato maggiori spese militari, il governo Draghi intende aumentare di almeno 10 miliardi l’anno le spese per la difesa entro il 2027. I 100 miliardi di spese in più una tantum per ammodernare le armi della Bundeswehr annunciati dal cancelliere tedesco Olaf Scholz il 27 febbraio hanno incendiato le azioni delle industrie tedesche ed europee. Rispetto all’inizio dell’anno le azioni che sono salite di più sono le tedesche Rheinmetall (+153%) e Hensoldt (+100%). Bae Systems ha guadagnato il 32%, Thales il 63%, Leonardo che stentava sopra i 6 euro è arrivata a 10, con un rialzo del 56,6 per cento. In realtà, fanno notare alcuni analisti citati dal Financial Times, nuovi contratti non ne sono ancora stati stipulati. E un manager di punta del gruppo Leonardo, come Lorenzo Mariani, a.d. di Mbda Italia e direttore vendite dell’intero gruppo missilistico, frena gli entusiasmi: “La Germania aumenta gli stanziamenti ma manderà l’80% dei soldi altrove: quando cominci a parlare di acquisto di F-35, di elicotteri Chinook e pure di Apache, sono prodotti americani”.

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