Articolo di Alessandro Farulli pubblicato con questo stesso titolo il 21 novembre 23014 sul sito htpp://www.greenreport.it. Alessandro Farulli Sui delitti dell’amianto il diritto sarà anche stato rispettato, ma non c’è dubbio che giustizia non sia certo stata fatta dopo la sentenza della cassazione sul caso Eternit. Vergognoso che reati simili finiscano in prescrizione con evidenze scientifiche di causa-effetto tra produzione dell’amianto e mesotelioma, conosciute fin dal dopoguerra. Giustissimo quindi continuare la battaglia, come è sempre stato giusto risarcire i danni e trovare i quattrini per le bonifiche affinché si riducano il più possibile i morti futuri legati all’amianto. In tutto questo però c’è un convitato di pietra che greenreport denuncia fin dalla sua fondazione, ovvero dal 2006: una volta tolto tutto l’amianto dai circa 500mila siti italiani, con intere regioni che ne sono ancora piene, vogliamo occuparci del fatto che dobbiamo trovare un posto dove metterlo? Lo spediamo tutto in Germania sui treni? Siamo sicuri che economicamente e ambientalmente sia la strada giusta? Noi non ne siamo affatto convinti, anche perché l’amianto, come ci hanno sempre spiegato gli esperti, è un minerale che una volta messo sotto terra torna a fare il minerale. Ricordiamo ad esempio che in Toscana già la Del. C.R. 21 dicembre 1999, n. 385 “L.R. 25/98 art. 9 comma 1 – Piano Regionale di gestione dei rifiuti – secondo stralcio relativo ai rifiuti speciali anche pericolosi” stabiliva che per le discariche regionali avrebbero dovuto essere previsti moduli dedicati allo smaltimento dell’amianto, ma questa delibera non ha poi avuto seguito. Si parla ancora oggi di “siti di stoccaggio”, ma occorre piuttosto definire compiutamente dove e come sarà effettuato lo smaltimento dell’amianto rimosso, in Toscana come ovviamente anche nelle altre regioni, in modo che non finisca all’estero (in Germania), come già avvenuto, o sotto mentite spoglie in […]
Bastamianto
Articolo pubblicato il 20 novembre 2014 sul sito htpp://www.greenreeport.it con il seguente sottotitolo: “Amarezza e rabbia tra i familiari, i sindacati e le associazioni anti-amianto”. La sentenza della Suprema Corte di Cassazione sul processo Eternit, che ha messo la parola fine al più grande processo su sicurezza del lavoro e inquinamento ambientale provocato da amianto mai celebrato in Europa, sta creando sconcerto e rabbia. Già ieri, dopo che il Procuratore Generale Francesco Iacoviello aveva chiesto l’annullamento della sentenza di appello che aveva condannato i proprietari e responsabili aziendali perché «non essendo stati contestati gli omicidi, non si può legare il disastro ambientale alle vittime, il disastro è prescritto per la chiusura degli stabilimenti nell’86 e pertanto la condanna va annullata». I sindacati avevano annusato l’aria ed espresso grande preoccupazione per la piega che stava prendendo la vicenda; la Cgil sottolinea che «le motivazioni adottate dal Procuratore sconcertano e rischiano di scatenare effetti ben oltre i territori coinvolti. Si è sostenuto l’annullamento in quanto i fatti risalirebbero agli anni ’70 e quindi prescrivibili. Si ricorda a questo proposito che le sentenze di primo grado e di appello avevano stabilito che si trattava di “disastro ambientale doloso permanente” e che le cause sono tutt’ora vive ed operanti e continueranno a determinare effetti disastrosi per le persone coinvolte». Ma l’auspicio che la Corte non accogliesse la richiesta del Procuratore è caduta nel vuoto e la Cgil Nazionale promette: «I lavoratori e i cittadini continueranno comunque a richiedere giustizia». Adesso «cambieremo i tempi dei processi e le regole della prescrizione» È la promessa del premier Renzi, che oggi è intervenuto sulla sentenza Eternit durante un’intervista a RTL 102.5: «O quella vicenda non è un reato, o, se è un reato ma è prescritto, bisogna cambiare le regole del gioco sulla prescrizione. Dobbiamo far […]
Ieri si è consumata l’ennesima ingiustizia all’italiana. Con le motivazioni (per ora solo quelle) della prescrizione per scadenza termini, la prima sezione penale della suprema corte di cassazione ha annullato la pena al “padrone” svizzero di ETERNIT e in aggiunta, beffa delle beffe, cancellato il pagamento di 90 milioni di euro ai familiari delle vittime. Ovviamente non c’è una posizione del Ministro Orlando, per lui come per tutti i Ministri parla il capo Renzi “cambieremo le norme sulla prescrizione”. Intanto chi paga i morti passati e quelli futuri, non certamente questo governo impegnato al pareggio di bilancio. Dichiarazione di Guido Pollice Presidente Associazione Verdi Ambiente e Società Onlus
(ANSA, 28 ottobre 2014) “Oggi sentiamo finalmente la presenza dello Stato al nostro fianco e questo accende nei cittadini tutti di queste terre delle grandi aspettative che non devono essere disattese“. A dirlo il sindaco di Casal di Principe, Renato Franco Natale, nel corso della firma del protocollo di intesa tra CONAI [Consorzio Nazionale Imballaggi, ndr.] e Comune di Casal di Principe, con l’obiettivo di avviare un efficace servizio di raccolta differenziata. Renato Franco Natale “Disattendere queste aspettative – aggiunge il primo cittadino – significherebbe minacciare quel senso di fiducia verso le istituzioni che con grande fatica solo oggi siamo riusciti a ricostruire, dopo essere stati lasciati per tanti anni soli a combattere contro una dittatura militare come la camorra. Avere anche il Conai al nostro fianco e in prima linea in questo percorso di ricostruzione ci riempie di gioia. Questi piccoli ma importanti passi rappresentano la base da cui partire per affrontare in maniera seria e definitiva il dramma ambientale che, tra una passerella e uno spot elettorale, da oltre venti anni si consuma su queste terre“. Il Protocollo d’intesa intende favorire e promuovere lo sviluppo della raccolta differenziata dei rifiuti e dei rifiuti di imballaggio nella città di Casal di Principe; definire un Piano Industriale dei servizi di raccolta dei rifiuti urbani e assimilati per l’intero territorio di competenza; ottimizzare i livelli di raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio provenienti da utenza domestica, anche mediante mirate attività di comunicazione e sensibilizzazione; favorire e promuovere il mercato dei materiali e dei prodotti recuperati dai rifiuti, coinvolgendo le pubbliche amministrazioni locali. “Si tratta per CONAI – spiega il presidente Roberto De Santis – di un intervento significativo per la realtà in cui si colloca: con il protocollo CONAI affiancherà il Comune nella realizzazione di un progetto che, impegnando al […]
Articolo pubblicato con questo titolo il 26 ottobre 2014 sul sito ansa.it Ambiente & Energia. Sono 1.146 gli ettari di terreno della cosiddetta Terra dei Fuochi, tra le province di Napoli e Caserta, che risultano in varia misura contaminati, pari al 2% della superficie agricola totale dell’area nella quale non è stata rilevata alcuna presenza di radioattività. Sono i risultati del Gruppo di Lavoro “Terra dei Fuochi”, aggiornati al 17 ottobre scorso, secondo il report redatto dal gruppo stesso. Il Gruppo di lavoro, di cui fanno parte Istituto superiore di Sanità, l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), l’ARPAC (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania), la Regione Campania, il CRA (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura), l’AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), l’osservatorio IZS di Teramo e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, ha messo a punto un modello scientifico di riferimento per individuare i criteri per la valutazione dei terreni agricoli, così da assicurare la salubrità e la qualità delle produzioni agroalimentari. Il territorio esaminato è stato classificato in cinque livelli di rischio contaminazione; per quelli più esposti (livelli 3, 4 e 5, dove 5 è il rischio più elevato) il Gruppo di Lavoro ha proposto l’adozione di misure di salvaguardia, nel rispetto del principio di precauzione, come il divieto di immissione sul mercato dei prodotti coltivati nelle aree, nell’attesa di ulteriori indagini. Ad alto rischio 7 siti agricoli (due ad Acerra, uno a Caivano, due a Giugliano, uno a Succivo, uno a Villa Literno); 40 quelli al livello 4 (uno a Nola, tre a Castel Volturno, 26 a Villa Literno, due a Giugliano, sette ad Acerra, uno a Caivano); quattro i siti agricoli classificfati con il livello 3 (Giugliano, Castel Volturno, Villa Literno); 1.335 di livello 2a e 2b; al […]
”A oltre un anno dalla Conferenza di presentazione del Piano nazionale Amianto, vorrei manifestare viva preoccupazione per la mancata approvazione del Piano e soprattutto per la sospensione delle attività ivi previste a tutela della salute, dell’ambiente e della sicurezza del lavoro, a causa della mancanza di coperture finanziarie”. È l’allarme lanciato dal presidente della Associazione nazionale Comuni Italiani (ANCI) Piero Fassino, in una lettera indirizzata al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, nella quale il presidente richiama l’attenzione sulla ”gravità dell’emergenza amianto e sulle patologie asbesto-correlate, che si continuano a registrare in numerosi contesti del nostro Paese, dove urgono ormai da anni i necessari interventi di bonifica e messa in sicurezza”. Piero Fassino ”L’Associazione dei Comuni italiani – sottolinea Fassino – sta prestando una particolare attenzione sul tema, ritenendo che si tratti di una vera emergenza per le comunità locali. Riteniamo quanto mai prioritaria innanzitutto la mappatura dell’amianto sul territorio nazionale, l’individuazione dei siti di smaltimento e le relative attività con previsione di defiscalizzazione per le opere delle bonifiche stesse e l’utilizzo dei Fondi strutturali”.
A Porto Allegre, in Brasile, nell’ambito del Forum Mondiale sull’amianto, fu proposta dall’ABREA (Associazione Brasiliani Esposti Amianto) una giornata da dedicare alla memoria delle persone morte a causa di questo minerale. Successivamente, in occasione della Conferenza Europea sull’amianto, tenutasi a Bruxelles il 22 settembre 2005, questa proposta fu ripresa ed in quella sede si stabilì, vista la concomitanza con la “Giornata Mondiale per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro”, la data del 28 Aprile quale Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto. L’Associazione Familiari Vittime dell’amianto (AFeVA)di Bari ed il Comitato Cittadino Fibronit per celebrare l’ottava ricorrenza di questa giornata, si riuniranno alle ore 17 presso i locali (Sala Angelo Moscati) della Parrocchia di San Sabino (Bari – nei pressi di Torre Quetta) per ricordare i tanti associati vittime degli effetti patologici dell’amianto. “La ricerca deve curare le malattie ed il mesotelioma in particolare, ma anche indicare alle istituzioni come recepire le evidenze scientifiche per prevenire una lotta ancora difficile e dolorosa. Su questo fronte c’è forse ancor più da fare che nei laboratori.” Partendo da questa affermazione del Prof. Antonio Mutti, uno tra più importanti studiosi nella ricerca per la cura del Mesotelioma Pleurico, riteniamo che il significato autentico della celebrazione commemorativa debba essere non solo quello di riproporre a tutta l’opinione pubblica la gravità della catastrofe sanitaria ed ambientale che l’utilizzo dell’amianto ha comportato e che tuttora comporta, ma sulla necessità di soffermarsi proprio sui progressi che la ricerca della cura del Mesotelioma Pleurico ha ottenuto con uno sguardo particolare al nuovo Piano nazionale Amianto, nonché allo stato dell’arte della messa in sicurezza definitiva del maggior sito inquinato della nostra Città, la Fibronit. Antonio Mutti A Bologna, nell’ambito della Giornata Mondiale vittime del Lavoro, Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia Romagna, in […]
Con la Legge n. 257 del 27 marzo 1992 sono state dettate le “Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”. “Sono tremila le scuole che contengono ancora amianto. E, a 22 anni dalla legge che lo ha messo al bando, è inammissibile. La bonifica dell’amianto dall’Italia è un’emergenza che riguarda edifici pubblici, luoghi di lavoro e soprattutto le scuole. Considerato il tempo di latenza della malattia, bisogna intervenire al più presto e garantire lo smaltimento più efficace che deve assolutamente prevedere l’utilizzo di una filiera corta”. Sono le parole del deputato del Movimento 5 Stelle Alberto Zolezzi della Commissione Ambiente della Camera, durante la conferenza stampa che si è svolta il 24 aprile 2014 con l’Osservatorio nazionale amianto (ONA) presso la Sala Stampa della Camera. Alberto Zolezzi Tema questo che si innesta con la nuova legge sui delitti ambientali approvata alla Camera e ora al Senato: “È fondamentale che la contraffazione ambientale diventi reato penale. Perché lo smaltimento illecito è un business miliardario e questo è l’unico mezzo per disincentivarlo”. Una strage ‘silenziosa’ che provoca 5.000 morti all’anno, e che è ancora lontana dall’esser risolta. Questa è l’Italia che porta ancora nel suo bagaglio quasi 40 milioni di tonnellate di amianto, custodite tra l’altro anche in circa 3.000 scuole. In Italia ci sono infatti, sparse su tutto il territorio, oltre 34 milioni di tonnellate di amianto compatto e altri 3 milioni friabile. Secondo Legambiente le stime parlano di oltre 34.148 siti ancora da bonificare. “Come Movimento 5 Stelle abbiamo depositato una proposta di legge a prima firma D’Incà e, vista la difficoltà di calendarizzazione, l’abbiamo aggiornata con una risoluzione ad hoc”. Il 13 luglio 2013 l’On. Salvatore D’Incà (M5S) ha presentato la Proposta di legge C 1366 firmata da altri 30 deputati del Movimento 5 Stelle, concernente “Disposizioni per il recepimento della […]
Per gentile concessione della Redazione del blog pubblichiamo l’articolo uscito il 12 febbraio 2014 su “Il Fatto Quotidiano” (http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/12/il-governo-delle-grandi-imprese-litalia-muore-di-inquinamento/878739/). Costituisce un approfondimento dell’articolo pubblicato l’8 febbraio 2014 su questo stesso sito, dal titolo Le polemiche ed i chiarimenti del Ministero dell’Ambiente sul decreto “Destinazione Italia” . Il d.lgs. n. 152/2006 individua le aree da inserire tra i “siti di bonifica di interesse nazionale” (SIN) sulla base di criteri di ordine sanitario, ambientale e sociale. Balangero, Emarese, Casale Monferrato, Broni, Bari-Fibronit e Biancavilla, ad esempio, sono stati inseriti tra i SIN a causa della contaminazione da amianto. A questi si aggiungono altri sei siti, tra cui Pitelli, Massa Carrara, Priolo e l’Area del litorale vesuviano, dove, oltre all’amianto, sono presenti altri fattori inquinanti. Nell’insieme dei SIN contaminati da amianto, nel periodo 1995-2002, sono stati osservati 416 casi di tumore maligno della pleura in eccesso rispetto alle attese. Ancora, nei SIN di Gela, Porto Torres, Taranto e nel Sulcis-Iglesiente-Guspinese non è esclusa la connessione tra incrementi di mortalità per tumore polmonare e malattie respiratorie e le emissioni di raffinerie, poli petrolchimici e stabilimenti metallurgici. Se si prendono in considerazione le cause connesse alle esposizioni ambientali, in tutti i SIN, si riscontrano 2.439 decessi in eccesso rispetto alle attese per gli uomini e 1.069 per le donne. Sono i risultati dello studio SENTIERI sulla mortalità in 44 Siti di Interesse Nazionale per le bonifiche (SIN), grandi centri industriali attivi o dismessi e aree oggetto di smaltimento di rifiuti industriali e/o pericolosi inseriti nel “Programma nazionale di bonifica”. Se il quadro è questo, sarebbe logico pensare che quando si parla di SIN e di bonifiche, la ratio legis di eventuali provvedimenti normativi debba essere la tutela dell’ambiente e della salute delle popolazioni residenti. Lo scorso dicembre, il governo ha emanato il decreto n. 145/2013 con titolo, degno di un romanzo di Jules Verne, […]