La pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), da parte della Sogin S.p.A., propedeutica alla individuazione del sito per la realizzazione del deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi e relative opere connesse ed annesse, ha suscitato grande perplessità in tutte le Regioni coinvolte, in primis nella Regione Basilicata e nella Regione Puglia. Dalla lettura della CNAPI si nota, in modo ridondante, il Comune di Genzano di Lucania inserito in sei aree potenzialmente idonee. Alle aree ricadenti in agro di Genzano è stata attribuita la Classe C che non dovrebbe rassicurare fino a quando, nell’aggiornamento definitivo della CNAPI, tali aree non verranno stralciate. Infatti, secondo la Sogin S.p.A. tutte le aree della CNAPI hanno caratteristiche che rispondono in pari misura ai criteri di sicurezza stabiliti dalla Guida Tecnica n. 29 dell’Ispra e che l’ordine di idoneità (Classe A1, A2, B e C) non andrebbe inteso come una classifica delle aree in termini di sicurezza. Infatti, secondo la Sogin, “l’ordine di Idoneità verrà utilizzato soltanto nel caso in cui dovessero essere avanzate più candidature alla localizzazione del Deposito Nazionale da parte di Enti Locali il cui territorio è interessato dalle aree CNAPI”. I sessanta giorni, successivi alla pubblicazione della CNAPI, serviranno anche, e soprattutto, per comprendere il livello di accettabilità sociale quindi la capacità delle Comunità locali di opporsi ad una scelta localizzativa che non deve affatto lasciare indifferenti. Paradossalmente, essere in Classe C può rischiare di non creare nella popolazione un adeguato livello di allerta sulla problematica, come invece sta accadendo tra coloro che ricadono in Classe A, spianando la strada a chi strizza l’occhio guardando alla Basilicata o alla Puglia per una scelta definitiva del sito. La vicenda di Scanzano e la decisione governativa di localizzare un deposito geologico per rifiuti ad alta radioattività, portò nel 2003 […]