La centrale nucleare francese di Fessenheim, a due passi dalla Germania, è “troppo vecchia” e “dovrebbe essere chiusa il più presto possibile“: lo ha detto la portavoce del ministro tedesco dell’Ambiente, Barbara Hendricks, proprio mentre Angela Merkel si trova a Parigi per un incontro con Francois Hollande.
“Per noi – ha aggiunto – è molto chiaro che Fessenheim è molto vecchia, troppo vecchia per essere ancora in attività. La ministra chiede che sia chiusa il più presto possibile“.
E ancora: “Un reattore così vecchio ha chiaramente dei problemi tecnici“.
“Per noi dei reattori cosi’ vecchi presentano rischi di sicurezza“, ha concluso, evocando “la preoccupazione degli abitanti delle regioni frontaliere“.
L’età di alcune centrali nucleari francesi preoccupa anche il cantone svizzero di Ginevra che ha presentato un ricorso contro il sito di Bugey (35 km a Est di Lione) e i Verdi tedeschi che chiedono la chiusura di Cattenom (Mosella).
In entrambi i casi si tratta di impianti francesi che molti esperti ritengono vetusti.
Ad infiammare gli spiriti è stato il recente annuncio del ministro dell’Ambiente, Ségolène Royal, su un allungamento della durata di vita degli impianti atomici di 40-50 anni.
“I Paesi frontalieri sono sempre più preoccupati, nonostante gli incidenti di Cernobyl e Fukushima,la Francia si ostina” a sfruttare le sue vecchie centrali, deplora Michèle Rivasi, fondatrice del Crirad, la commissione indipendente di ricerca e informazione sulla radioattività, citata da radio France Info.
Timori anche da parte di diverse associazioni transalpine.
Mentre il presidente dell’Autorità di sicurezza nucleare (Asn), Pierre-Frank Chevet, deplora la scarsa consapevolezza del rischio atomico.
“Bisogna immaginare che un incidente di tipo Fukushima può verificarsi in Europa“, avverte in un’intervista a Libération.
(ANSA del 4 marzo 2016, ore 16:00)
