Più CO2 e meno rinnovabili, Italia lontana da target Cop21 di Parigi

 

Italia lontana

Emissioni in aumento e rinnovabili in calo: l’Italia del 2015 mette un freno alla serie positiva di riduzione di gas serra e, a fronte di un piccolo aumento delle energie pulite, le rinnovabili perdono terreno, precisamente il 5%, nel contribuire all’elettricità.

Una situazione che a questo ritmo porrebbe il nostro Paese “lontano” dagli obiettivi presi alla Cop21 con l’accordo di Parigi.

L’analisi è contenuta nel ‘Climate report’ – messo a punto dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, e presentato oggi a Roma dal presidente della stessa Fondazione, Edo Ronchi – che guarda fin da subito ad “una nuova strategia energetica” e parla di “quadro notevolmente peggiorato“.

In Italia “nell’ultimo triennio le rinnovabili sono passate dal 16,7% nel 2013 al 17,3% del 2015, con una crescita modestissima dello 0,2% all’anno“; inoltre è “diminuita la quota di elettricità da rinnovabili passando dal 43% al 38%, tra il 2014 e il 2015“.

Sul fronte gas serra, a differenza del resto del mondo, dove “le emissioni nel 2014 e nel 2015 sono state sostanzialmente stabili nonostante l’aumento del Pil di circa il 3% l’anno, in Italia nel 2015, dopo anni di calo le emissioni di gas serra sono aumentate di circa il 2,5%“.

L’incremento delle emissioni “interrompe una serie positiva di riduzioni” ed è “dovuto alla crescita del Pil, al calo del prezzo del petrolio e del gas, all’aumento dei consumi energetici, a un rallentamento delle politiche di efficienza energetica, a un’estate molto calda e all’interruzione della crescita delle fonti rinnovabili“.

A questo ritmo, si spiega nel report, “l’Italia, pur avendo già raggiunto l’obiettivo europeo del 17% al 2020, sarebbe ben lontana dall’obiettivo europeo del 27% al 2030 e ancora di più dall’impegnativa attuazione dell’accordo di Parigi“; secondo il quale il nostro Paese (pensando ad un contenimento della temperatura media globale tra i 2 e gli 1,5 gradi) “al 2030 dovrebbe ridurre le emissioni intorno al 50% rispetto al 1990“.

Che tradotto significherebbe “un forte impegno nel risparmio e nell’efficienza energetica con una riduzione dei consumi attesi di circa il 40% e un raddoppio della quota di fonti rinnovabili, dal 17,3% a circa il 35% del consumo energetico finale al 2030 e nel solo comparto elettrico le rinnovabili dovrebbero soddisfare almeno 2/3 della domanda di elettricità“.

Per raggiungere i target che vengono indicati nell’accordo di Parigi, tra le altre cose, secondo il report sarebbe necessario “avviare una riforma della fiscalità in chiave ecologica, introducendo una carbon tax” e “sostenere l’innovazione e la ricerca orientate alla green economy“.

 

(ANSA del 27 aprile 2016, ore 20:40)

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