Furore e morte nel Neolitico. Un massacro di più di 6000 anni fa in Francia

 

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Un’équipe di archeologi dell’Institut national de recherches archéologiques préventives (Inrap) ha scoperto le vestigia  di un massacro che risale a più di 6000 anni fa a Achenheim (Bas-Rhin) e spiega che «questa importante scoperta illustra un caso di violenza avvenuto dell’Europa del Neolitico».

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In quest’area (Drac Alsace Champagne-Ardenne Lorraine)  tutelata dallo Stato sono stati scoperti più di 300 dei silos, destinati in gran parte a contenere cereali o altre derrate, che si trovano all’interno di un vasto complesso, circondato da un possente fossato a V, le cui entrate sono protette da una sorta di bastioni.

Secondo gli archeologi francesi, «questo dispositivo difensivo evoca dei tempi difficili, un periodo di insicurezza che, nel Neolitico medio, tra 4400 e 4200 anni prima della nostra era, obbligavano le popolazioni a proteggersi».

Insomma, i nostri antenati avevano scoperto la guerra, una malattia dalla quale non siamo ancora guariti, ma quello di fronte a cui si sono trovati l’archeologi dell’Inrap è un episodio di violenza estrema, con dieci individui uccisi.

I ricercatori spiegano che «la struttura 124 è un vasto silo di circa  2,5 metri di diametro.  

Vi giacciono 6 individui sul dorso, sul ventre o di lato, perfino mischiati.  

Le loro posizioni lasciano supporre che siano stati abbandonati nella fossa, senza nessuna cura…  

Questo macabro deposito si compone di 5 adulti e di un adolescente, tutti uomini.  

Gli scheletri sono completi, anche se certe ossa sono isolate.  

Tutti presentano numerose fratture a gambe, mani, piedi, costole, clavicole, cranio e mandibola.  

Tre arti superiori sinistri che sono stati uno accanto all’altro, e un braccio di immaturo, con l’avambraccio e la mano tagliati a metà omero, attestano la presenza di quattro altri individui».

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La violenza collettiva è avvenuta mentre questi nostri antenati erano ancora vivi, ma è proseguita anche dopo che erano morti e gli archeologi dicono che «qesto deposito di cadaveri è stato costituito tutto nello stesso tempo ed evoca  una stessa uccisione, uno stesso conflitto».

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La Preistoria non è stata certamente un’era facile, ma i primi conflitti o violenze di massa sembrano emergere tra i  12 000 e I 10 000 anni fa in alcune società pre-neolitiche.

Gli archeologi  hanno trovato tracce di antiche guerre a  Djebel Sahaba, in Sudan e a Nataruk in Kenya.

Da qualche anno sono aumentate anche le ricerche sulla violenza nelle prime società agropastorali neolitiche in Europa, più o meno 5000 prima della nostra epoca.

Lo sterminio di un’intera comunità scoperto a Talheim, nel Bade-Wurtemberg, in Germania, è un orribile esempio di quelle guerre primordiali, anche perché gli aggressori appartenevano alla stessa cultura delle loro vittime.

Le uccisioni scoperte ad Asparn-Schletz in Austria e ad de Herxhiem, in Renania-Palatinato, rafforzavano già allora  l’ipotesi di una vasta crisi avvenuta alla fine della cosiddetta cultura della ceramica lineare.

In Francia, la scoperta di Bergheim, a nord di Strasburgo, nel 2012, conferma questa carneficina neolitica.

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In una fossa giacciono 8 individui deceduti simultaneamente.

Sotto di loro, sul fondo della fossa, ci sono 7 arti superiori sinistri amputati a livello del braccio.

Gli archeologi dell’Inrap concludono con l’eterna domanda dell’umanità: «Achenheim e Bergheim sono contemporanei.  Perché queste esecuzioni, questo accanimento su dei cadaveri e queste mutilazioni, se non  è l’espressione di un furore guerriero ritualizzato?».

Lo stesso cieco furore che, 6000 anni dopo, fa strage di esseri umani in Siria, Iraq, Libia e in troppi altri Paesi del mondo.

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 10 giugno 2016 sul sito online “greenreport.it”)

 

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