Case, servizi, grandi navi «Ma non hanno risposto alle raccomandazioni»

 

Dice Italia Nostra con il suo vicepresidente Paolo Lanapoppi: «Nella nostra lettera all’Unesco spieghiamo che nessuno dei 10 punti richiesti dalla Convenzione di Istanbul è stato rispettato.  

Non capisco come possono collaborare quando una delle richieste principali della commissione di Istanbul era di portare le grandi navi e le petroliere fuori laguna mentre il sindaco ha ribadito il progetto delle crociere in Marittima».

In effetti l’interrogativo resta.

È stato uno dei temi al centro della discussione di ieri pomeriggio su cui però la nota a margine del Comune dedica solo quattro righe.

«Non c’è stata nessuna vittoria, la decisione su Venezia sarà presa a luglio, e sarà il governo a dover dare una risposta, è tutto fumo, il disaccordo resta in primis sullo scavo delle Tresse».

Così il portavoce del Gruppo 25 Aprile commenta la stretta di mano di ieri tra la direttrice dell’Unesco Bokova e il sindaco Luigi Brugnaro.

«Non si capisce a cosa si riferisca il sindaco dove dice di aver presentato i progressi fatti da Venezia negli ultimi 15 mesi — interviene il capogruppo Pd in consiglio comunale Andrea Ferrazzi- siamo in attesa di progetti concreti».

Sulle stesse note il segretario di Confartigianato Venezia Gianni De Checchi: «Mi fa molto piacere che l’Unesco abbia visto proposte concrete nel documento di Brugnaro, speriamo di vederle anche noi veneziani».

Sindaco, assessori e dirigenti hanno cercato di spiegarlo nel dossier presentato mescolando idee, sogni e cose fatte.

Perché se ad esempio è stato condiviso che uno dei problemi più evidenti sia la proliferazione di strutture ricettive non alberghiere, dall’altro la soluzione è stata individuata nella modifica della legge regionale «per la cui formulazione il Comune ha da sempre fornito il proprio supporto».

In attesa resta tutto com’è.

Hanno parlato di sicurezza e della riqualificazione delle parti più degradate o isolate della città.

Quello che sindaco e assessori hanno cercato di spiegare ieri è che con la riqualificazione urbanistica e ambientale, la rigenerazione di Porto Marghera, la rivitalizzazione del tessuto socio-economico, la valorizzazione delle periferie, si possa far crescere il centro urbano.

 

(Articolo di Gloria Bertasi e Francesco Bottazzo, pubblicato con questo titolo il 25 gennaio 2016 7 sul “Corriere del Veneto”)

 

L’articolo è stato pubblicato anche sul sito “Eddyburg” con la seguente postilla.

 

Il grande battage pubblicitario della gita della troupe del sindaco Brugnaro a Parigi (18 persone) si è conclusa come doveva: con molte pagine di pubblicità per il piccolo trumpista italiano, molte cortesie sulla Senna tra i soggetti titolati, e nessuna decisione nel merito.  

Qualcuno, in Laguna e dintorni, ha rilevato che Brugnaro e la sua corte non hanno dato una risposta soddisfacente a nessuna delle questioni sollevate dall’Unesco.

Ma, a cose fatte, e nell’attesa del responso finale dell’agenzia dell’Onu (che verrà a luglio), una domanda s’affaccia: che cosa (e chi) guadagna o perde Venezia, se l’Unesco cancella la Capitale del Veneto dalla sua lista?  

E del resto, in che cosa l’inclusione di Venezia in quella lista aumenta davvero la possibilità che Venezia e la sua Laguna ne traggano beneficio e che i suoi attuali saccheggiatori siano ostacolati nel proseguire il saccheggio?

Grazie al meritorio lavoro della sezione Venezia di Italia Nostra l’Unesco ha posto precise domande e stringenti raccomandazioni al Comune e allo Stato: ma se il Comune e lo Stato rispondessero picche (invece di far finta di obbedire continuando a operare peggio di prima) che cosa potrebbe fare l’Unesco?  

Nessuna regola certa e chiara quell’Agenzia internazionale può proporre, e nessuna sanzione può comminare in caso di infrazioni.  

Del resto, è noto che l’influenza del governo italiano sull’Unesco è forte, e che l’uomo più potente di quell’organizzazione è ancora Francesco Bandarin, sostenitore, in Laguna, della “corrente di pensiero” favorevole al MoSE. 

C’è poco da illudersi, la battaglia per salvare Venezia si vince o si perde nella città, del cui popolo il primo compito è sostituire a Brugnaro e alla sua corte una diversa compagine per il governo della città.

 

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