L’United Nations environment programme (Unep) ha lanciato a dall’Economist World Ocean Summit in corso a Bali, in Indonesia, la #CleanSeas, una campagna mondiale che punta all’eliminazione delle due maggiori fonti di rifiuti marini: le microplastiche presenti nei cosmetici e l’utilizzo eccessivo della plastica usa e getta e la sua mancata raccolta, conferimento, riciclo e riutilizzo. L’Unep spiega che CleanSeas «chiede ai governi di adottare delle misure di riduzione della plastica, interpella le industrie perché minimizzino gli imballaggi plastici e ripensino il design dei prodotti e invita i consumatori a cambiare le loro abitudini usa e getta, prima che i nostri oceani ne siano danneggiati in maniera irreversibile». Il direttore dell’Unep, Erik Solheim, ha detto che «è arrivato il tempo di affrontare il problema della plastica responsabile del degrado dei nostri oceani. L’inquinamento da plastica è visibile sulle spiagge indonesiane, si installa nei fondali oceanici del Polo Nord e risale lungo la catena alimentare fino a dentro i nostri piatti. Abbiamo svolto il ruolo di spettatori per troppo tempo e il problema non ha fatto che aggravarsi. Questo deve finire». Per un anno, CleanSeas metterà in rete importanti iniziative prese da governi e imprese come l’eliminazione delle microsfere presenti nei prodotti per l’igiene, il divieto o le tasse imposte sui sacchetti di plastica usa e getta e la riduzione di ogni altro prodotto in plastica non riciclata. La campagna ha già avuto l’adesione di 10 Paesi (Belgio, Costa Rica, Francia, Grenada, Indonesia, Norvegia, Panama, Saint Lucia, Sierra Leone e Uruguay) che hanno promesso di mettere fine allo sversamento di plastiche in mare. L’Indonesia si è impegnata a ridurre del 70% i rifiuti marini entro il 2025, entro la fine dell’anno l’’Uruguay imporra una tassa sui sacchetti di plastica usa e getta, il Costa Rica adotterà misure per ridurre considerevolmente l’utilizzo […]