Disturbo ai cacciatori: il governo impugna la legge regionale veneta

 

Il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare la legge della Regione Veneto n. 1 del 17/01/2017, “Norme regionali in materia di disturbo all’esercizio dell’attività venatoria e piscatoria: modifiche alla legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 “Norme regionali per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio” e alla legge regionale 28 aprile 1998, n.19 “Norme per la tutela delle risorse idrobiologiche e della fauna ittica e per la disciplina dell’esercizio della pesca nelle acque interne e marittime interne della Regione Veneto””, «in quanto alcune norme, che individuano come illeciti amministrativi comportamenti di disturbo o di ostruzionismo delle attività venatorie e piscatorie, stabilendo al riguardo specifiche sanzioni amministrative, eccedono dalle competenze regionali.  

Esse invadono infatti la competenza legislativa riservata allo Stato dall’art. 117, secondo comma, lett. h) e l), della Costituzione, in materia di ordine pubblico e di sicurezza, nonché in materia di ordinamento civile e penale.  

Tali previsioni regionali risultano inoltre contrarie ai principi di  legalità, razionalità e non discriminazione rinvenibili negli  articoli 25,  3 e 27 della Costituzione».

Esulta Gruppo d’Intervento Giuridico (GIG) che definisce il presentatore della legge regionale che protegge i cacciatori dai “disturbi”, il leghista Sergio Antonio Berlato, «consigliere regionale veneto, già assessore regionale ed europarlamentare, piuttosto monomaniaco. Si occupa pressoché esclusivamente di caccia e di tutto quanto possa garantire la possibilità di ammazzare quei pochi esseri viventi che in Veneto riescono a sfuggire a quella giungla di pedemontane, svincoli, capannoni, villette a schiera, diserbanti, città mercato, tangenziali, inquinamenti che ammorbano la un tempo ridente campagna veneta. In un Paese normale, cioè non in Italia, non lo calcolerebbe nessuno, in Veneto, invece, fa il legislatore.»

Il presidente del GIG, Stefano Deliperi, dice che Berlato «ora, però, prende due belle sberle.  Virtuali, ma sberle» e ricorda che il ricorso del governo è contro una legge regionale molto contestata che «dispone sanzioni amministrative da 600 a 3.600 euro nei confronti di “chiunque … ponga in essere atti di ostruzionismo o di disturbo” contro la caccia o la pesca sportiva, in palese contrasto con il diritto di esprimere la propria opinione e la connessa libertà di manifestazione costituzionalmente garantiti».

L’altra sberla a Berlato verrebbe direttamente dalla Giunta regionale di centro-destra a trazione Leghista, infatti, sempre secondo Deliperi, la Giunta Zaia «con estremo buon senso, sta per rispedire al mittente la proposta di amputazione del parco naturale regionale dei Colli Euganei avanzata e sostenuta proprio dall’on. Berlato, dopo la decisa risposta di Comuni e di associazioni ambientaliste e culturali».

Il GIG esprime «forte soddisfazione per le due ottime notizie: buon senso contro opportunismo politico deleterio per l’ambiente e per i diritti civili».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 13 marzo 2017 sul sito online “greenreport.it”)

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