Archivi Giornalieri: 29 Agosto 2017
In un articolo su il manifesto del 7 marzo 2017 intitolato Pareggio di bilancio, la ‘rivoluzione’ mancata di Chiara Appendino, Maurizio Pagliassotti ha tracciato un’analisi sconfortante della Amministrazione comunale pentastellata che si conclude così: «Da questo percorso emergono alcuni cardini culturali del M5S in salsa sabauda: la post ideologia pentastellata – non siamo di destra né di sinistra – è neo liberismo mimetizzato, dato che il dogma è rappresentato dal pareggio di bilancio da raggiungere attraverso l’austerità. In tal senso l’elettorato di movimento, dagli animalisti agli sfrattati, passando per quelli che non vogliono la privatizzazione dei beni comuni, è tutto sacrificabile. Rimane la prospettiva di lungo termine, il punto di fuga della propaganda via internet permanente, fatto di sempre nuove promesse per un futuro sempre più lontano e sempre più radioso». Difficile non condividere l’analisi del giornalista torinese, buon conoscitore del cosiddetto ‘Sistema Torino’ e difficile sottrarsi al dovere di documentarla con un contributo di pensiero critico relativo ad un caso emblematico e complesso, quello della Cavallerizza Reale. Già iniziammo a parlarne su questo sito insieme a tre autorevoli urbanisti, Riccardo Bedrone, Paolo Berdini e Paola Somma, lo scorso anno quando a Palazzo Civico siedeva ancora la Giunta PD guidata da Piero Fassino, ma il caso resta tutt’ora aperto come una ferita infetta e apparentemente insanabile, nonostante l’esplicita promessa di salvataggio contenuta nel programma elettorale dei 5S, laddove nel capitolo dedicato all’urbanistica recita testualmente: “Interruzione del processo di vendita della Cavallerizza Reale. Pianificazione del processo di riacquisizione dell’immobile al fine della trasformazione dello stesso, attraverso un processo partecipativo che coinvolga i cittadini, in polo culturale sotto il controllo pubblico”. Il “processo di vendita” al quale si fa riferimento è quello avviato nel 2010 dalla Giunta Chiamparino e proseguito con zelo dalla Giunta Fassino, osteggiato dalla allora consigliera […]
Anche se non sono state ancora rese pubbliche, il Segretario gli interni Usa, Ryan Zinke ha presentato alla Casa Bianca la sua raccomandazione finale sul futuro delle terre e delle acque pubbliche attualmente protette come monumenti nazionali. La raccomandazione, intitolata “boundary adjustments” (correzioni del confine), fa seguito a un ordine esecutivo del presidente Usa Donald Trump che ha avviato il riesame dei national monuments, con il chiaro intento di svendere le public lands all’industria mineraria e ad altri interessi privati. Il 24 agosto Sierra Club, la più grande associazione ambientalista statunitense, ha presentato, in base al Freedom of Information Act, una richiesta di poter accedere ai dettagli sulle raccomandazioni di Zinke sul futuro delle terre pubbliche protette come monumenti nazionali. Un rapporto che comunque il direttore esecutivo di Sierra Club, Michael Brune, definisce «profondamente inquietante», aggiungendo che «l’unica informazione reale riportata nella relazione era la volontà di Zinke di spazzare via il sostegno straordinario per la salvaguardia delle protezioni delle terre pubbliche. Non saremo affrettati. La verità è nei dettagli, che sono quel che intendiamo conoscere con questa richiesta». Secondo gli ambientalisti, Trump e Zinke stanno cercando di non dire pubblicamente quali sono i monumenti nazionali che intendono ridurre per aprirli alle richieste minerarie dei loro amici miliardari. Ma il Washington Post – citando fonti riservate, scrive che sicuramente le revisioni dei confini riguarderanno tre National Monument: Bears Ears; Grand Staircase-Escalante; Cascade-Siskiyou, ma non si conosce il destino riservato ad altri 21 monumenti nazionali come Sequoia, Mojave Trails, Organ Mountains Desert Peaks per i quali sono previsti “aggiustamenti”. Secondo Brune «ogni raccomandazione del segretario Zinke di ridurre i monumenti nazionali è, se va bene, ipocrita, e se va male rovinosa. Il segretario Zinke sostiene di supportare le terre pubbliche, ma ora sappiamo che è solo un altro membro dell’amministrazione Trump […]
Nei giorni scorsi diverse associazioni ambientaliste hanno chiesto l’annullamento, la sospensione o il rinvio della stagione venatoria. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha scritto sulla sua pagina Facebook: «Siccità e incendi si sono combinati in questa estate durissima. Gli animali hanno sofferto moltissimo. Non si può proclamare lo stato di calamità e non tenerne conto nella definizione del calendario venatorio. In Toscana vogliamo fare un provvedimento che tuteli la fauna più a rischio a causa della siccità. Spero che siano d’accordo gli ambientalisti e i cittadini di buon senso ma anche i cacciatori veramente amanti degli animali e della natura». Pubblichiamo la nota inviata dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) a tutte le regioni Italiane, e per conoscenza a ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e a ministero delle politiche agricole alimentari e forestali Limitazioni all’attività venatoria a causa della siccità e degli incendi che hanno colpito il Paese Ispra assicura un costante monitoraggio delle variabili meteoclimatiche e idrologiche, anche nell’ambito della collaborazione con gli Osservatori distrettuali permanenti sull’uso delle risorse idriche presenti nei sette distretti idrografici del nostro Paese. I dati raccolti sono pubblicati in bollettini periodici e vengono altresì utilizzati per elaborare ed aggiornare gli Standardized Precipitation Index per l’Italia, pubblicati mensilmente nel sito Ispra alla pagine http://www.isprambiente.gov.it/pre_meteo/siccitas/. I dati meteoclimatici indicano che il 2017 è stato caratterizzato, già a partire dagli inizi dell’anno, da una situazione meteorologica decisamente critica, caratterizzata da temperature massime assai elevate e prolungati periodi di siccità, che ha determinato in tutta Italia una situazione accentuata di stress in molti ecosistemi. Tale situazione, anche aggravata da una drammatica espansione sia del numero degli incendi sia della superficie percorsa dal fuoco (+260% rispetto alla media del decennio precedente; dati European Forest Fire Information System – EFFIS) in diversi […]